Val
Torniamo alla LIRA
Un "certo" potere non lo sgretola nessuno...viva l'italia.
Una guerra con vincitori e vinti, uno scontro frontale terminato con la vittoria su tutta la linea di un fronte, e la sconfitta senza atti di clemenza dell'unico avversario in campo.
La sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha scritto oggi l'ultimo atto della vicenda senza precedenti che ha visto per oltre un anno la Procura della Repubblica di Milano - uno degli uffici giudiziari più delicati del Paese - attraversata da accuse e veleni.
Alfredo Robledo, il procuratore aggiunto che a marzo del 2014 lanciò l'attacco al potere del procuratore Edmondo Bruti Liberati, e del "cerchio magico" che a suo dire lo circondava, viene condannato dal Csm: non lavorerà più a Milano. L'esilio provvisorio al tribunale civile di Torino diventa definitivo, unica consolazione il ritorno al lavoro di procuratore aggiunto.
Un verdetto di condanna che arriva a nemmeno ventiquattr'ore dall'altra decisione-chiave, la nomina a procuratore di Francesco Greco, che di Bruti era il vice più fidato, e che fu al suo fianco nello scontro con Robledo.
Una guerra con vincitori e vinti, uno scontro frontale terminato con la vittoria su tutta la linea di un fronte, e la sconfitta senza atti di clemenza dell'unico avversario in campo.
La sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha scritto oggi l'ultimo atto della vicenda senza precedenti che ha visto per oltre un anno la Procura della Repubblica di Milano - uno degli uffici giudiziari più delicati del Paese - attraversata da accuse e veleni.
Alfredo Robledo, il procuratore aggiunto che a marzo del 2014 lanciò l'attacco al potere del procuratore Edmondo Bruti Liberati, e del "cerchio magico" che a suo dire lo circondava, viene condannato dal Csm: non lavorerà più a Milano. L'esilio provvisorio al tribunale civile di Torino diventa definitivo, unica consolazione il ritorno al lavoro di procuratore aggiunto.
Un verdetto di condanna che arriva a nemmeno ventiquattr'ore dall'altra decisione-chiave, la nomina a procuratore di Francesco Greco, che di Bruti era il vice più fidato, e che fu al suo fianco nello scontro con Robledo.