CERTE PERSONE SI DEFINISCONO TUTTE D'UN PEZZO... BISOGNA VEDERE PERO' CHE TIPO DI PEZZO!!

Insomma, un clima molto pesante che non lascia certo ben sperare in una calda accoglienza da parte del mercato dell’operazione Veneto Banca, come del resto si era capito dai segnali arrivati dal pre-marketing.

E allora perché non mettere le carte in tavola, chiarendo da subito che – come per la Popolare di Vicenza – Atlante sarà costretto a intervenire per garantire la sottoscrizione dell’aumento e ne diverrà alla fine l’azionista pressoché unico?

Il fatto è che l’istituto di Montebelluna non è la Popolare di Vicenza e molti soci storici – dopo aver determinato un ribaltone nell’ultima assemblea – sembrano intenzionati a non mollare l’osso e a partecipare alla ricapitalizzazione. Quanti? Esattamente non si sa
 
Quella che si giocherà in questi giorni è essenzialmente una partita di potere e il nervosismo, specie tra i soci di Veneto Banca, inizia a farsi sentire.

Il vicepresidente Giovanni Schiavon ha parlato apertamente di “strada in salita” e di un “ambiente pesante, da tagliare con il coltello” a fronte della continua discesa del livello reputazionale, della fiducia e della raccolta dell’istituto.
“In zona Cesarini noi del nuovo cda abbiamo cercato di fare il possibile – ha detto Schiavon – ma in un mese di più non si poteva fare e dagli advisor abbiamo avuto la chiara indicazione su come sia percepita questa banca dal mercato”. Questo non significa, ha sottolineato, “che non ci siano ancora margini per raccogliere tra i grandi soci il 25% del capitale necessario alla quotazione, però la strada è in salita”.

Dichiarazioni quelle di Schiavon cui ha risposto stizzito il neo presidente Stefano Ambrosini:
“Schiavon parla a titolo personale, quando in realtà sarebbe assai opportuno non parlare affatto, specie in un momento così delicato”.

La partita a poker proseguirà nei prossimi giorni e chissà che non intervenga la Consob per far chiarire almeno i termini degli accordi sottoscritti tra le banche e il Fondo Atlante.
 
Siamo in stato di pre-regime autoritario comunista. Viva la libertà di espressione.

“Sindaco e Prefetto hanno vietato la manifestazione della Lega in piazza Verdi a Bologna giovedì 2 giugno alle 18, impauriti dalle minacce delle zecche rosse dei centri a-sociali. Ma piazza Verdi è dei bolognesi o dei delinquenti? Ma può una intera città essere ostaggio di 100 violenti?”.
 
Ed ecco qui - in altro campo - la conferma di quanto sopra.

Il governatore di via Nazionale, durante le considerazioni finali all'assemblea, ha detto la Vigilanza può solo

"ridurre per quanto possibile la probabilità che i dissesti si verifichino e a contenerne le ricadute". Ma non può "sostituirsi nelle scelte gestionali" degli istituti.

E "quando rileva ipotesi di reato" l'opinione pubblica non ne viene informata per evitare "effetti destabilizzanti"
 
Renzi: "Se l'Italia cambia io resto fino al 2023" - Elezioni Comunali

:confused::confused:

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Questa è forse l'ultima azienda che era rimasta in città città con almeno 100 dipendenti.
42 dipendenti non hanno accettato il passaggio ad una nuova società e PREFERISCONO il licenziamento e gli ammortizzatori sociali al lavoro........personalmente non darei loro gli ammortizzatori sociali.

LECCO – Nessun accordo sul Tubettificio Europeo spa: una parte dei lavoratori non ha accettato le condizioni poste dalla proprietà per il passaggio alla nuova Srl che così non può partire.

Naufragato questo tentativo, da domani, 1° giugno, la storica impresa di Pescarenico chiuderà ufficialmente.
A mezzanotte del 31 maggio scade infatti l’esercizio provvisorio, che era stato concesso a inizio mese dal tribunale, al quale seguirà il fallimento.
Resteranno senza lavoro quasi cento persone.

Nelle ultime settimane i vertici aziendali aveva proposto il passaggio di una sessantina di lavoratori al nuovo Tubettificio srl, oppure l’assunzione di tutti gli attuali 97 dipendenti alla newco con forti riduzioni di stipendio e orario, spalmando su tutti i lavoratori i costi che l’azienda avrebbe dovuto sopportare con un organico di sessanta.

Il tutto sarebbe costato almeno 300 euro in meno ogni mese sulla busta paga dei singoli lavoratori.

I numeri della votazione dei lavoratori parlano di 10 voti contrari, 32 astensioni e 47 voti favorevoli, questi ultimi non abbastanza per garantire l’accordo.
 
Il parere dei dipendenti è emerso nel sondaggio promosso dall’azienda per recepire quanti fossero intenzionati ad aderire al nuovo progetto e quindi alle nuove condizioni contrattuali.
Non avendo i numeri necessari per poter procedere, alle 13 di martedì la proprietà ha comunicato la situazione ai curatori del tribunale.


A mezzanotte scatterà quindi il fallimento del Tubettificio Europeo e con esso anche la corsa per dare un sostegno economico ai lavoratori, da domani senza stipendio.

“Cercheremo di ottenere il prima possibile la mobilità – ha spiegato Mauro Castelli di Fiom Cgil – Cento persone resteranno senza lavoro e nessun parlamentare lecchese si è mosso su questa vicenda. Un’ultima soluzione per le sorti del Tubettificio potrebbe essere legata alla gara competitiva per l’affitto di un ramo aziendale che i curatori intendono aprire in tempi stretti per verificare se ci siano effettivamente imprenditori interessati”.

Il problema, sottolineano Castelli e Gianola, è che se fino ad oggi l’attività al Tubettificio è proseguita, da mercoledì gli impianti si fermeranno
e , più settimane passeranno, sempre meno saranno le speranze poter vendere la fabbrica.

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Non fatevi ingannare dalla foto. Nella parte destra della proprietà (naturalmente non inquadrata) ci sono i nuovi capannoni.
 
Se 4 giorni prima delle elezioni, il berlusca fosse stato ospite di una trasmissione a senso unico
per 40 minuti di intervista.......apriti cielo.........


Stasera il premier Matteo Renzi sarà ospite di Virus di Nicola Porro per un'intervista in diretta a partire dalle 23.20.

Non è la prima volta che il presidente del Consiglio va nella trasmissione di Rai2,
ma questa volta l'ospitata capita proprio nel giorno dell'ultima puntata del talk,
che è stato chiuso tra accuse di epurazione.

Porro farà un'intervista a tu per tu e a tutto tondo, per circa 40 minuti.
 
Nella fotografia scattata dal giornale di riferimento della sinistra liberal britannica, il 52% degli intervistati sarebbe favorevole a una secessione del Regno Unito dall'Unione Europea.
I sudditi britannici e nord-irlandesi di Sua Maestà saranno chiamati alle urne il prossimo 23 giugno, per decidere appunto il divorzio o meno da Bruxelles.
 

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