Anche questo sembra interessante, se si crede a un'ulteriore salita sull'azionario. Sono 4 titoli di settori diversi (Eni e Enel in realtà entrambi energetici, ma il primo molto più correlato con il petrolio...), cosa che con questa struttura aumenta il rischio... Eni è sotto il valore di rimborso, ma non è lontanissima... Una buona scommessa.. Quota intorno a 980
Trimestrale Eni: utile +61,9%, diminuisce il debito
Ultimo aggiornamento 30 ottobre 2013 , ore 08:39
I risultati presentati dal Cane a Sei Zampe sono migliori del consensus. Accertato il calo della produzione, pesa la maxi plusvalenza in Mozambico
Eni ha pubblicato la trimestrale riferita al terzo quarto dell’anno. Il Cane a sei zampe ha conseguito un
utile netto adjusted di 1,17 miliardi, in calo del 29,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e un
ebit adjusted a 3,44 mld (-15,7%). Nei nove mesi l’utile netto adjusted ha avuto una flessione del 41% a 3,13 miliardi così come l
‘utile operativo adjusted calato del 35,2% a 9,1 miliardi. I risultati sono superiori alle attese del consensus raccolto dall’agenzia Radiocor. Migliora e di molto l’
utile netto rispetto ad un anno fa: +61,9% a 3,99 miliardi per effetto della plusvalenza, al netto dei relativi oneri fiscali, di 3 miliardi registrata sulla cessione del 28,57% di Eni East Africa, titolare dell’Area 4 in Mozambico, alla compagnia cinese China National Petroleum Corporation. La società ha precisato che la plusvalenza e’ stata in parte compensata dalla flessione dell’utile operativo e da altre variazioni. Guardando ai nove mesi l’ utile netto Eni e’ diminuito del 5,8% a 5,81 miliardi. Al 30 settembre 2013 l’
indebitamento finanziario Eni è calato di 1.346 milioni attestandosi a 15.146 milioni di euro. Nel terzo trimestre la produzione di 1,653 milioni di barili di petrolio giornalieri ha registrato una flessione del 3,8% rispetto al terzo trimestre 2012 a causa delle interruzioni in Nigeria e Libia (circa 50 mila barili al giorno). Nel periodo in esame le vendite di gas di Eni si sono attestate a 18,35 miliardi di metri cubi registrando una diminuzione del 5,8% ”
a causa principalmente dell’utilizzo della flessibilità ottenuta dalla rinegoziazione dei contratti di approvvigionamento longterm, in un quadro di perdurante debolezza della domanda, pressione competitiva ed eccesso di offerta“.