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Forumer storico
Leggo nelle tue parole un velo di risento e me ne dispiaccio molto: se sono stato io a provocare questo tuo stato d’animo ti chiedo di perdonarmi.
Personalmente apprezzo molto tutto quello che fai per la diffusione e per favorire la comprensione del mondo dei certificati (anche se è il tuo lavoro, si vede che lo fai con passione) ed il tempo e la pazienza che dedichi a tutti noi.
Quanto a me è trascorso circa un anno da quando mi sono addentrato in questo mondo, per cui ho ancora solo da imparare e quel poco che so lo devo alla mia esperienza diretta sul campo ed alla disponibilità di quanti, come te, si prodigano per chiarire i dubbi.
Ciò premesso non mi sottraggo al confronto…
La mia opinione sul perché nessuno stia emettendo reverse sulle banche nostrane o bonus su aziende come Saipem, è che i sottostanti opzionari hanno costi che non consentono di strutturare certificati con rendimenti che siano appetibili da chi deve collocarli. La mia vision è che le turbolenze sulle banche nostrane non siano per nulla terminate e, quindi, gradirei poter investire sul ribasso del loro prezzo, con il paracadute di non correre soverchi rischi qualora il mercato mi si rivoltasse contro. Questo, a mio parere, è il classico esempio che prevede di mettere in piedi una copertura con opzioni, che però non sono in grado di realizzare e tenere sotto controllo, per cui mi farebbe comodo lo facesse uno “strutturatore” al posto mio.
Correttamente hai intuito che io ritengo Saipem un titolo dotato di buoni fondamentali e forti potenzialità di crescita, per cui mi è sufficiente una barriera discreta del 75% e non desidero barriere più profonde (e più costose). L’esempio che facevo io relativamente a Saipem discende dalla considerazione che basta un banale aumento di capitale, a mio parere messo in piedi solo per “accontentare” l’Eni, per portare alla rottura anche di barriere che sembrano inviolabili. Quale sarà la prossima Saipem non è dato saperlo ma, in una fase di mercato come quella che stiamo attraversando, prevedo che ci sia una buona probabilità che si realizza qualche altro aumento di capitale, oggi “imprevedibile”. Non stò pensando ad MPS, dove un simile scenario è tutt’altro che improbabile, ma, ad es., alla telecom, il cui controllo è tutt’altro che blindato o, meglio, ad altre situazioni di crisi che potranno presentarsi visto l’evolversi critico di questo ciclo economico.
Si, è vero, mi piacciono le cedole alte ma mi piacciono anche i sottostanti, per cui la barriera poco profonda non mi porta ansia, e, viste le cedole mensili, non ritengo che la protezione data dalla presenza dell’effetto memoria sia un plus efficiente (il costo, a mio parere, non viene compensato dal numero di cedole che si rischia di perdere).
Immagini, invece, benissimo quando dici che non ho calcolato il fair value della struttura… Sapessi come mi piacerebbe imparare a fare le valutazioni che tu hai opportunamente riportato in grassetto. Ti dirò di più uno dei motivi per cui cerco di essere presente ad eventi che trattano di certificati, e quello di riuscire a carpire qualche informazione al riguardo. Quando si organizza qualcosa che insegna a fare queste valutazioni o se esiste qualche testo che tratti l’argomento, ti sarei grato se lo potessi segnalare. Avrei tanto desiderio di imparare.
Quello che io ho scritto, e che tu dici che non ti quadra, discende unicamente dalla mia esperienza di 12 mesi di mia operatività con i certificati, anche prima di avere acquisito la piccola capacità di analisi che attualmente ho.
Ho acquistato tantissimi prodotti a scadenza breve, prevedendone il rimborso quasi garantito, conseguendo praticamente tutti piccoli gains. L’unica operazione in perdita che ho fatto è stato l’acquisto di un certificato con sottostante Twitter, che ha avuto un crollo improvviso ed inatteso verso fine maggio 2015 senza più recuperare il livello di barriera fino alla scadenza. Su questo prodotto avrei guadagnato, se le cose fossero andate bene, il 4% circa in 9 mesi; rimborsato linearmente all’andamento del sottostante, ho perso quasi il 50%. E meno male che in acquisto me ne avevano serviti solo 25 pezzi… contro i 100 che avevo chiesto.
Poi è iniziato questo strano 2016 e non si è capito più niente. Ho da poco venduto 2 certificati con sottostante Unicredit:
- uno acquistato in size all’inizio della scorsa estate e, dopo il mancato rimborso, alleggerito in piccolo gain (per fortuna), con una perdita di oltre il 40%
- l’altro, preso sempre in size, a fine anno per la cospicua cedola che staccava (mi serviva per compensare minus), con una perdita del 38,5%
Eppure entrambi gli acquisti erano stati fatti con barriere molto distanti (nel primo caso l’ottica era addirittura quella del rimborso anticipato), ed in un momento di mercato in cui nessuno ipotizzava il crollo di una banca “solida” come Unicredit. Risultato è stato che i pochi punti che prevedevo di guadagnare non li ho portati a casa ed, al loro posto, mi si è aperta una voragine di perdite che mi hanno fatto riflettere.
Oggi entrambi io titoli non li comprerei più perché ritengo che il rapporto tra downside ed upside sia poco favorevole (al di la del fai value più o meno favorevole, che comunque desidererei saper valutare).
Apprezzo la tua battuta sull’Iran; magari saranno anche rendimenti realistici, esponendosi sul cambio. Troverei, però qualche difficoltà a negoziare sul Sukuk market, dove notoriamente vengono collocati prestiti conformi ai dettami religiosi islamici….
Ho specificato di aver convertito il $ ad un cambio di circa 1,35. Oggi, piuttosto che ricambiare il $ in €, preferisco investirli sui corporate USA, che comunemente offrono rendimenti più alti di quelli europei (a parità di rating). Ciò premesso, i forumer che seguono questa sezione e bazzicano anche su quella delle preferred shares potranno confermarti della esistenza di svariate emissioni con rendimenti similari a quelli da me ipotizzati. Quanto alla maggiore o minore problematicità di una subordinata emessa su di un mercato che non ha introdotto regole come quelle del nostro bail in, lascio ciascuno libero di fare le proprie considerazioni.
Scusatemi se sono stato prolisso ma, a mio avviso, il discorso (specie su alcuni punti sollevati da Leon) è oltremodo interessante.
Personalmente apprezzo molto tutto quello che fai per la diffusione e per favorire la comprensione del mondo dei certificati (anche se è il tuo lavoro, si vede che lo fai con passione) ed il tempo e la pazienza che dedichi a tutti noi.
Quanto a me è trascorso circa un anno da quando mi sono addentrato in questo mondo, per cui ho ancora solo da imparare e quel poco che so lo devo alla mia esperienza diretta sul campo ed alla disponibilità di quanti, come te, si prodigano per chiarire i dubbi.
Ciò premesso non mi sottraggo al confronto…
Per proseguire sul confronto, secondo me non ci siamo. Intanto mi piacerebbe sentire la risposta alle ultime due domande, quindi se hai un'opinione in merito mi piacerebbe saperla per confrontarci.
La mia opinione sul perché nessuno stia emettendo reverse sulle banche nostrane o bonus su aziende come Saipem, è che i sottostanti opzionari hanno costi che non consentono di strutturare certificati con rendimenti che siano appetibili da chi deve collocarli. La mia vision è che le turbolenze sulle banche nostrane non siano per nulla terminate e, quindi, gradirei poter investire sul ribasso del loro prezzo, con il paracadute di non correre soverchi rischi qualora il mercato mi si rivoltasse contro. Questo, a mio parere, è il classico esempio che prevede di mettere in piedi una copertura con opzioni, che però non sono in grado di realizzare e tenere sotto controllo, per cui mi farebbe comodo lo facesse uno “strutturatore” al posto mio.
Poi dici che ritieni le barriere profonde poco protettive, in virtù di quello che è successo anche a titoli "tranquilli" come Saipem, e poi trovi una soluzione in un certificato che ha Saipem come sottostante e una barriera al 75%, ossia ben al di sopra della media dei basket simili. ( probabilmente ritieni Saipem un titolo destinato a crescere, ma quindi stai mettendo in gioco la tua aspettativa).
Correttamente hai intuito che io ritengo Saipem un titolo dotato di buoni fondamentali e forti potenzialità di crescita, per cui mi è sufficiente una barriera discreta del 75% e non desidero barriere più profonde (e più costose). L’esempio che facevo io relativamente a Saipem discende dalla considerazione che basta un banale aumento di capitale, a mio parere messo in piedi solo per “accontentare” l’Eni, per portare alla rottura anche di barriere che sembrano inviolabili. Quale sarà la prossima Saipem non è dato saperlo ma, in una fase di mercato come quella che stiamo attraversando, prevedo che ci sia una buona probabilità che si realizza qualche altro aumento di capitale, oggi “imprevedibile”. Non stò pensando ad MPS, dove un simile scenario è tutt’altro che improbabile, ma, ad es., alla telecom, il cui controllo è tutt’altro che blindato o, meglio, ad altre situazioni di crisi che potranno presentarsi visto l’evolversi critico di questo ciclo economico.
Ma quello che non va proprio, sempre a mio parere, è che tu hai scelto quel certificato per l'entità della cedola mensile, senza guardare alle restanti caratteristiche. Immagino che tu non abbia calcolato un fair value della struttura, ma intanto posso dirti che stai comprando oggi a 1020 un certificato che ha fair value 889 euro ( con volatilità al 30%): il 942 che hai citato ha invece un fair value di 827 e quindi lo paghi a fair value anziché spendere il 15% in più che nel giro di qualche settimana verrà riassorbito. Quindi cedolone per cedolone, meglio l'Abercrombie/Best Buy/Amazon. Sulla base dei valori attuali, il Saipem/Tenaris/Eni ha una probabilità di perdita del capitale pari al 59% ( neanche malaccio sotto questo punto di vista) mentre l'assenza di effetto memoria fa si che se uno dei tre titoli andrà sotto barriera , il mark to market non sarà neanche sostenuto dalle cedole accantonate.
Si, è vero, mi piacciono le cedole alte ma mi piacciono anche i sottostanti, per cui la barriera poco profonda non mi porta ansia, e, viste le cedole mensili, non ritengo che la protezione data dalla presenza dell’effetto memoria sia un plus efficiente (il costo, a mio parere, non viene compensato dal numero di cedole che si rischia di perdere).
Immagini, invece, benissimo quando dici che non ho calcolato il fair value della struttura… Sapessi come mi piacerebbe imparare a fare le valutazioni che tu hai opportunamente riportato in grassetto. Ti dirò di più uno dei motivi per cui cerco di essere presente ad eventi che trattano di certificati, e quello di riuscire a carpire qualche informazione al riguardo. Quando si organizza qualcosa che insegna a fare queste valutazioni o se esiste qualche testo che tratti l’argomento, ti sarei grato se lo potessi segnalare. Avrei tanto desiderio di imparare.
C'è poi qualcosa che non mi quadra neanche nel discorso " perdi 25% contro 8 volte che fai 2%" il 2% lo fai in due mesi, il 25% lo maturi eventualmente alla scadenza, senza contare che il 25% lo subirai con molta probabilità su un certificato con sottostante più volatile, che quindi dovrebbe pagare di più, e quindi in un'ipotetica ripartizione non andrei mai a fare 1/10 su tutti.
Quello che io ho scritto, e che tu dici che non ti quadra, discende unicamente dalla mia esperienza di 12 mesi di mia operatività con i certificati, anche prima di avere acquisito la piccola capacità di analisi che attualmente ho.
Ho acquistato tantissimi prodotti a scadenza breve, prevedendone il rimborso quasi garantito, conseguendo praticamente tutti piccoli gains. L’unica operazione in perdita che ho fatto è stato l’acquisto di un certificato con sottostante Twitter, che ha avuto un crollo improvviso ed inatteso verso fine maggio 2015 senza più recuperare il livello di barriera fino alla scadenza. Su questo prodotto avrei guadagnato, se le cose fossero andate bene, il 4% circa in 9 mesi; rimborsato linearmente all’andamento del sottostante, ho perso quasi il 50%. E meno male che in acquisto me ne avevano serviti solo 25 pezzi… contro i 100 che avevo chiesto.
Poi è iniziato questo strano 2016 e non si è capito più niente. Ho da poco venduto 2 certificati con sottostante Unicredit:
- uno acquistato in size all’inizio della scorsa estate e, dopo il mancato rimborso, alleggerito in piccolo gain (per fortuna), con una perdita di oltre il 40%
- l’altro, preso sempre in size, a fine anno per la cospicua cedola che staccava (mi serviva per compensare minus), con una perdita del 38,5%
Eppure entrambi gli acquisti erano stati fatti con barriere molto distanti (nel primo caso l’ottica era addirittura quella del rimborso anticipato), ed in un momento di mercato in cui nessuno ipotizzava il crollo di una banca “solida” come Unicredit. Risultato è stato che i pochi punti che prevedevo di guadagnare non li ho portati a casa ed, al loro posto, mi si è aperta una voragine di perdite che mi hanno fatto riflettere.
Oggi entrambi io titoli non li comprerei più perché ritengo che il rapporto tra downside ed upside sia poco favorevole (al di la del fai value più o meno favorevole, che comunque desidererei saper valutare).
Infine sul discorso 5% senza problemi, in un momento storico come questo non puoi , sempre a mio parere, definire senza problemi ( per lo più in dollari) un investimento su subordinate. Se investi in Iran ti pagano un conto deposito al 18% se vogliamo proseguire su questo binario...
Apprezzo la tua battuta sull’Iran; magari saranno anche rendimenti realistici, esponendosi sul cambio. Troverei, però qualche difficoltà a negoziare sul Sukuk market, dove notoriamente vengono collocati prestiti conformi ai dettami religiosi islamici….
Ho specificato di aver convertito il $ ad un cambio di circa 1,35. Oggi, piuttosto che ricambiare il $ in €, preferisco investirli sui corporate USA, che comunemente offrono rendimenti più alti di quelli europei (a parità di rating). Ciò premesso, i forumer che seguono questa sezione e bazzicano anche su quella delle preferred shares potranno confermarti della esistenza di svariate emissioni con rendimenti similari a quelli da me ipotizzati. Quanto alla maggiore o minore problematicità di una subordinata emessa su di un mercato che non ha introdotto regole come quelle del nostro bail in, lascio ciascuno libero di fare le proprie considerazioni.
Scusatemi se sono stato prolisso ma, a mio avviso, il discorso (specie su alcuni punti sollevati da Leon) è oltremodo interessante.