CERTIFICATE - Apple per dimenticare i patemi del referendum
Rischia di essere un fine 2016 tribolato quello del mercato finanziario italiano: le incertezze legate al referendum costituzionale potrebbero provocare un'impennata della volatilità, non solo a Piazza Affari, ma in tutti i mercati europei.
Per passare un fine d'anno relativamente tranquillo, l'investitore che non vuole rinunciare a rendimenti cospicui può cambiare continente e andare alla ricerca di opportunità al Nasdaq. Volendo restare su nomi noti, su grandi aziende leader nel loro settore, si arriva facilmente ad Apple, prima società al mondo per capitalizzazione di Borsa, ma anche uno dei brand più conosciuti dell'elettronica di consumo.
Chi non si azzarda ad investire direttamente sull'azione della società americana, trova nel Cash Collect Certificate a codice Isin DE000HV4AZ76 uno strumento in grado di fornire una robusta protezione. Il derivato emesso da Unicredit paga ogni tre mesi un importo addizionale di 1,7 euro a condizione che il sottostante, l'azione Apple, si trovi alle date di rilevazione sopra la barriera, posta a 86,25 dollari. Il prodotto scade fra un anno, per la precisione il 17 novembre 2017.
Il titolo del produttore dell'iPhone oggi è scambiato attorno a 112 dollari. Il Cash Collect di cui stiamo parlando si acquista a Piazza Affari a 99 euro circa.
Se il prossimo 17 febbraio Apple non sarà scesa fino a toccare la barriera, vale a dire non avrà perso il 22% dalla quotazione di oggi, il certificate pagherà una cedola di 1,7 euro. Se invece sarà sotto, non verrà erogato nulla e si passerà alla successiva data di rilevazione, posta tre mesi dopo.
E' da tenere in considerazione anche la possibilità di un rimborso anticipato. Se alla data di rilevazione il sottostante sarà sopra lo strike, fissato a 115 dollari, il certificate sarà ritirato a 101,7 euro. L'investimento in questo certificate si chiuderebbe in anticipo con un guadagno del 2,65% in due mesi e mezzo.
Se il prodotto non viene ritirato prima, si arriva alla scadenza finale in cui, se la quotazione di Apple è sopra la barriera, il certificate viene rimborsato a 101,7 euro. Di conseguenza, il rendimento massimo ottenibile fra cedole da 1,7 euro e rimborso finale è del 6,8%. Comprando oggi il prodotto a 99 euro, si aggiunge un altro punto percentuale di rendimento.
Se invece a novembre, alla data di rilevazione finale, Apple sarà sotto la barriera, il capitale verrà restituito decurtato di una percentuale pari alla distanza fra lo strike (115 dollari) e il prezzo del giorno di rilevazione. Ipotizzando che il 17 novembre 2017 Apple chiuda la seduta a Wall Street con una quotazione di 80 dollari, il certificate verrà rimborsato a 70 euro.
Una discesa così drastica delle quotazioni di Apple sembra davvero poco probabile. La società con sede nella Silicon Valley è tornata sulla via della crescita, dopo un anno di pausa: la flessione dei ricavi registrata nell'esercizio 2015/2016, la prima dopo 14 anni filati di aumento, è stata momentanea.
Negli ultimi dieci anni i ricavi si sono decuplicati e l'utile per azione si è moltiplicato per 25. Per l'anno fiscale in corso il consensus degli analisti si aspetta 230 miliardi di dollari di ricavi, da 25 miliardi di 10 anni prima. Anche il 2017-2018 dovrebbe essere un anno di crescita, grazie al lancio di nuovi prodotto e alla crescente penetrazione in Cina.
Il mercato non sembra così convinto che tutto andrà per il verso giusto: il titolo, salito da inizio anno del 7%, tratta a multipli poco coerenti con le prospettive di ulteriore espansione del giro d'affari, con livelli di margine Ebitda ancora molto alti, stabilmente sopra il 30%. Il P/E (prezzo/utile sull'esercizio in corso) è 12.
Gli analisti sono come al solito tifosi, 44 su 54 consigliano di comprare: negli ultimi cinque anni la percentuale dei "Buy" non è mai sceso sotto l'80%. Qualche sparuto che dice "Sell" esiste, in tutto sono tre, di cui uno è un piccolo broker norvegese. Il target price medio è stellare, 131 dollari. Per quelli che si aspettano un percorso lineare così luminoso, con il titolo oltre i 130 dollari in meno di un anno, il certificate qui proposto non sarebbe lo strumento giusto. La protezione offerta dalla struttura del cash collect è invece apprezzata da chi teme i pericoli connessi all'investimento, primo tra tutti quello del protezionismo.
La battaglia commerciale che Donald Trump ha promesso di lanciare, rischia di vedere Apple sulla linea del fuoco: per la società, i mercati esteri, in particolare quello della Cina, sono di vitale importanza.
Il cash collect DE000HV4AZ76 dovrebbe permettere un 2017 con poche ansie anche se nel mondo, la globalizzazione ed il libero scambio subiranno qualche brutto colpo.
Graficamente è in corso dal 2009 un chiaro e netto trend rialzista, ci sono state due pause di assestamento, nel 2012/2013 e nel 2015. In nessuno di questi due casi il titolo ha violato la trendline rialzista di fondo. La barriera a quota 86 dollari sembra quindi ben posizionata.