Certificati di investimento - Cap. 2 (1 Viewer)

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BRUNO66

Forumer storico
Buone notizie per il DE000CZ44X99 : paga la cedola nonostante le bizze di TELECOM! :banana:
Ne ho un bel pacchetto e sino al 24/09 (per fortuna) non rileva più! :)
 

Fabrib

Forumer storico
LONDON (Reuters) - BlackRock aims to buy a 30 percent stake in Intesa SanPaolo's asset management unit as it seeks greater influence over Italy's second-largest fund house, sources familiar with the matter said.
BlackRock, the world's largest asset manager, is in talks with Intesa's executives and is hoping to secure control of the stake in order to play a bigger role in Eurizon's operations and its IT management, one of the sources said.
 

Eattheapple

Forumer storico
LONDON (Reuters) - BlackRock aims to buy a 30 percent stake in Intesa SanPaolo's asset management unit as it seeks greater influence over Italy's second-largest fund house, sources familiar with the matter said.
BlackRock, the world's largest asset manager, is in talks with Intesa's executives and is hoping to secure control of the stake in order to play a bigger role in Eurizon's operations and its IT management, one of the sources said.
Ed ecco la manina di Trump...
 

NoWay

It's time to play the game
LONDON (Reuters) - BlackRock aims to buy a 30 percent stake in Intesa SanPaolo's asset management unit as it seeks greater influence over Italy's second-largest fund house, sources familiar with the matter said.
BlackRock, the world's largest asset manager, is in talks with Intesa's executives and is hoping to secure control of the stake in order to play a bigger role in Eurizon's operations and its IT management, one of the sources said.

Ma come? Tutto ciò che è italico non fa schifo?
 

Fabrib

Forumer storico
"Il cretino è colui che causa problemi ad altri senza trarre vantaggi per se stesso".
Guerra commerciale, Trump ha molto da perdere contro l'Europa. Ma non lo sa
Sorpresa! Nel primo trimestre del 2018 i conti delle transazioni internazionali fra Stati Uniti e Unione europea mostrano un attivo per gli americani di 2,4 miliardi di dollari. E, in realtà, per chi alza gli occhi dai tweet di Trump, non è per niente una sorpresa: accade regolarmente dal 2008. Grosso modo, gli Usa hanno un attivo di 10-12 miliardi di dollari l'anno nei conti correnti con la Ue. Esistono, insomma, le "news": da venerdì, con le ritorsioni europee alle tariffe extra imposte dalla Casa Bianca sull'acciaio europeo, è iniziata la più grave guerra commerciale, interna all'Occidente, dell'ultimo mezzo secolo. Ed esistono le "fake news", le notizie inventate: nel caso specifico, che gli Usa siano stati costretti ad imporre le tariffe per raddrizzare una situazione pesantemente squilibrata a favore dell'Europa. E' vero il contrario, come mostrano i dati sulla bilancia dei conti correnti, forniti dal Bureau of Economic Analysis, cioè dallo stesso governo americano.

Il punto, però, non è (soltanto) un pignolesco riesame delle cifre. I numeri hanno un preciso senso politico e strategico. Trump è convinto che gli Usa possano vincere le guerre commerciali, perché gli avversari, che sono in vantaggio negli scambi, hanno da perdere di più. Ma, nel caso dell'Europa, non è vero e l'America rischia più di quello che pensano alla Casa Bianca.

Naturalmente, tutto questo polverone deriva dal fatto che gli europei (e la totalità degli economisti) parlano di una cosa, mentre Trump (e il pugno di economisti rinserrato alla Casa Bianca) di un'altra. Il deficit che ossessiona il presidente americano, infatti, è quello nel commercio di beni concreti, fisici: auto, macchinari, tessile, cibo. Ma questo è solo una parte degli scambi: i soldi che attraversano i confini, infatti, sono anche quelli che pagano i servizi, nonché i profitti realizzati nell'altro paese. Due comparti in cui gli Usa hanno un consistente e crescente attivo nei confronti dell'Europa, sufficiente a più che compensare il deficit sulle merci: 153 miliardi di deficit nei beni, 167 miliardi di avanzo su servizi e capitali. L'attivo complessivo dei conti correnti nel 2017 è stato, dunque, di 14 miliardi a favore degli Usa. La fissazione su auto e cibo non è, tuttavia, l'unica ossessione che fa deragliare la politica commerciale di Trump. L'altra è quella sui rapporti bilaterali, come se il mercato unico europeo non esistesse. Ecco dunque il presidente americano inveire contro il deficit di 65 miliardi di dollari che gli Usa hanno con la Germania e non chiedersi come mai, invece, con la piccola Olanda, gli americani abbiano un attivo di 100 miliardi di dollari.

Eppure, la soluzione dell'enigma è abbastanza facile. Come sa chiunque abbia seguito le acrobazie fiscali di Google, piuttosto che di Amazon o di Apple, il più che comprensivo sistema tributario olandese è il canale attraverso cui molti giganti della new economy fanno transitare i propri profitti compresi quelli, cospicui, realizzati in Germania. Proprio guardando questi dati, del resto, Trump dovrebbe trovare motivo di conforto. Dicono che il futuro è a stelle e strisce e che l'Europa soffre di un grave ritardo tecnologico. Un autorevole istituto tedesco, l'Ifo, ha disaggregato i dati sui conti correnti Usa-Ue, distinguendo fra "vecchia" e "nuova" economia. E, dunque, il disavanzo americano verso l'Europa è tutto concentrato sui prodotti della old economy, dalle macchine ai prosciutti, mentre l'avanzo americano viene dai redditi sugli investimenti e dai servizi (comprese le royalties su cui lucrano le aziende di Silicon Valley).

In prospettiva, questa distinzione è un campanello d'allarme per la Ue, troppo legata a vecchi modelli di sviluppo. Ma nell'immediato segnala una vulnerabilità vistosa per un presidente americano convinto di avere, in una guerra commerciale, il coltello dalla parte del manico. Se la guerra commerciale andrà avanti, Trump se la prenderà, probabilmente, con le automobili, sicuro di colpire al cuore il gigante tedesco. Ma la Ue potrebbe rispondere decidendo di tassare con severità i profitti europei dei giganti di Big Tech.
 
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