Certificati di investimento - Cap. 2 (3 lettori)

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giancarlo22

Forumer storico
Scusate se forse esco fuori tema ma visto che ne avete parlato anche poco fa ripropongo l'argomento.
Ad oggi non dispongo ancora di un conto on line .
Da i precedenti post mi sembra che la maggior parte di voi gradisca maggiormente l'operatività di Bink ( anche se al momento non è dato sapere come e se cambierà la situazione dopo la fusione con Saxo ), sconsigli IW per poca professionalità e Fineco per alti costi commissionali , è corretto?

Io opero su BInck da 5 anni. Per quel che ne so è il più conveniente (in generale) dei 3. Poi ognuno ha evidentemente le sue opinioni, visto che tutti e 3 gli operatori hanno CLientela vasta.
 

Joe Silver

Forumer storico
Io opero su BInck da 5 anni. Per quel che ne so è il più conveniente (in generale) dei 3. Poi ognuno ha evidentemente le sue opinioni, visto che tutti e 3 gli operatori hanno CLientela vasta.

Non conosco Fineco. Degli altri due anche per me senz'altro meglio Binck.

Intanto vedo accreditato su IW :confused: rimborso e cedola del certificato coi 4 sottostanti teutonici (isin dimenticato) scaduto la scorsa settimana.
 

NoWay

It's time to play the game
Vedo che anche ieri ti sei dimenticato di dare il sedativo al tuo amichetto psicopatico d'oltre oceano...e questo fa davvero paura mica come i nostri due piccoli patetici emuli :(

E' da un po' che lo dico... il duo al massimo fa danni da noi (che è cmq un male), ma questo ha un impatto planetario devastante...
 

NoWay

It's time to play the game
Io opero su BInck da 5 anni. Per quel che ne so è il più conveniente (in generale) dei 3. Poi ognuno ha evidentemente le sue opinioni, visto che tutti e 3 gli operatori hanno CLientela vasta.

Dipende dal patrimonio...
Come dati oggettivi, Binck rimborsa il bollo, ma ha carenze di censimento...
 

CarloConti

Forumer storico
E' da un po' che lo dico... il duo al massimo fa danni da noi (che è cmq un male), ma questo ha un impatto planetario devastante...
secondo i punti di vista e fino a prova contraria. Al momento l'economia Americana sta a bomba, disoccupazione a zero e pil che va oltre ogni aspettativa. Insomma per gli Americani non mi sembra vada cosi male. Ora la guerra commerciale cambierà questo per l'America? bha molti lo dicono e lo prevedono, ma al momento davvero non sembra. E se avesse ragione lui? Lui è il presidente dell'America non del mondo.....
 

CarloConti

Forumer storico
Addirittura in Italia si è dato credito a questo governo dicendo: vabbè ma facciamoli lavorare e vediamo se le loro idee funzionano. In America credo che le prove del funzionamento siano abbastanza chiare.
 

NoWay

It's time to play the game
secondo i punti di vista e fino a prova contraria. Al momento l'economia Americana sta a bomba, disoccupazione a zero e pil che va oltre ogni aspettativa. Insomma per gli Americani non mi sembra vada cosi male. Ora la guerra commerciale cambierà questo per l'America? bha molti lo dicono e lo prevedono, ma al momento davvero non sembra. E se avesse ragione lui? Lui è il presidente dell'America non del mondo.....

Guarda i mercati...
 

Fabrib

Forumer storico
secondo i punti di vista e fino a prova contraria. Al momento l'economia Americana sta a bomba, disoccupazione a zero e pil che va oltre ogni aspettativa. Insomma per gli Americani non mi sembra vada cosi male. Ora la guerra commerciale cambierà questo per l'America? bha molti lo dicono e lo prevedono, ma al momento davvero non sembra. E se avesse ragione lui? Lui è il presidente dell'America non del mondo.....
di Mario Seminerio – Il Foglio
La politica economica di Donald Trump è sin qui stata un tentativo di rivitalizzare la old economy ma senza particolare successo, come del resto era logico attendersi. La tecnologia evolve e lascia sul campo di battaglia molte figure professionali e molte storie personali, che devono essere aiutate in modi differenti dal vagheggiato ritorno di carbone e acciaierie.
Nostalgia a parte, sinora Trump si è “limitato” a iniettare nell’economia un forte stimolo espansivo, pur in piena occupazione, trovando sponda in quei Repubblicani che si scoprono arcigni conservatori fiscali solo quando alla Casa Bianca c’è un Democratico.
Il grande piano infrastrutturale vagheggiato in campagna elettorale non ha mai visto la luce, la demolizione dell’Obamacare non ha dato la spallata finale. Il tasso di crescita di trend dell’economia americana non è di molto superiore al 2% e non è stato innalzato dal keynesismo pro ciclico di Trump.
Le misure protezionistiche non stanno producendo quanto sperato ma neppure quanto temuto, almeno sinora: con la Cina sarà molto dura, perché limitarsi a vendere più soia a Pechino è evidentemente insufficiente per dichiarare vittoria. Trump ed il suo staff non amano un ordine economico mondiale basato su regole, e infatti fanno di tutto per tenersi le mani libere, in negoziati permanenti che risulteranno tossici per le imprese, vista la persistente incertezza da essi generata. L’ex NAFTA, con Messico e Canada, ancora non ratificato, è lì a ricordarlo.
In breve, la presidenza Trump sin qui è stata “solo” un tentativo di scuotere il sistema globale, che tuttavia ha forte inerzia e condanna alla cooperazione, accoppiato ad un vecchio deficit spending ma in condizioni di piena occupazione.
I nodi arriveranno al pettine ma nel frattempo i Democratici saranno costretti a sfidare Trump sul terreno dell’economia, con un paese profondo che appare attratto dalle sirene protezionistiche, almeno sin quando non ne sarà travolto.
Resta da capire se il “socialismo aziendale” di Trump sarà sconfitto, tra un anno e mezzo, da un “socialismo per le persone” veicolato da un Democratico.
 
Stato
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