I bond delle aziende immobiliari cinesi citate nell’articolo si avvicinano a quotare la metà del nominale
(pe
bondsupermart
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e sembra proprio che la situazione non trovi eco nelle borse, anche asiatiche.
Tutto rimandato al rialzo dei tassi, che prima o poi arriverà .
Soprattutto poi.
Perché oggi , sentendo CFN TV, apprendo, basito, che l’aumento dei tassi sarebbe deleterio anche per i bilanci delle banche.
Ma non si era sempre detto che la vera ripartenza delle banche ci sarebbe stata solo con il rialzo dei tassi?
Teoria per decenni sempre universalmente condivisa, ma divenuta ora traballante alla luce delle normative anti NPL, sempre più rigide, delle banche centrali.
Un aumento dei tassi , se gli stipendi dei mutuatari restassero invariati, costringerebbe le banche a diminuire gli importi dei mutui erogati per non aumentare il rapporto rata/ stipendio e non accrescere quindi la rischiosità dell’attivo; aumenterebbero naturalmente anche le domande di finanziamento respinte in toto dalle banche.
La stretta sul credito porterebbe ad una riduzione delle compravendite, che a sua volta causerebbe una discesa dei prezzi degli immobili . Ma dinanzi alla discesa dei prezzi che farebbero le banche, tenute a rispettare rigidi parametri loan to value? Altra stretta…
E così i bilanci delle banche sarebbero sempre meno brillanti , anche perché nel frattempo , con la risalita dei tassi, ci sarebbero da conteggiare minus sui tanti bond e tds in portafoglio.
Un gran brutto scenario; tutto realistico?