Certificati di investimento - Cap. 5

Stato
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Pensa che hanno già previsto che guadagnerà almeno 5 milioni di sterline all'anno in (cosiddette) conferenze, come già fece un altro emerito furbacchione (Tony Blair). Si tratta in realtà di kermesse molto chic organizzate da società (tipo Ambrosetti) per reclamizzare se stesse ed i loro prodotti (materiali o immateriali).

Sì, immagino, anche se pagare per andare a sentire BoJo... :eek:
 
Comunque i certificati bid only sono una DOPPIA FREGATURA:
fregatura 1- il MM chissà per quale motivo abbassa il suo bid
fregatura 2- se vuoi provare qualche strategia per mediare o scalettare le uscite è impossibile. In giornate di rimbalzo come questa mi sarebbe piaciuto vendere una parte dei certificati in perdita e poi provare a ricomprare nei giorni di burrasca, .......


i valori dei certificati rimangono piuttosto depressi malgrado la lieve ripresa di questi giorni. Bid only, scarsi volumi di compravendita, alta volatilità, valorizzazione di Directa (per me) sul bid anziché sulla media bid-ask. Solo una piccola parte dei miei certificati viene scambiata e quindi prendono i valori di riferimento del MM, che evidentemente ha interesse a tenere i valori bassi.
Tengo sotto controllo i sottostanti e le barriere cedole operando degli switch nei casi critici.
Molti investitori probabilmente si sono spostati su altre forme di investimento vista la performance dei certificati degli ultimi mesi (vedasi ad esempio certificatone).
 
Mi riferivo al fatto che quando si parla di rischi dell'investimento in certificati, mai si parla del rischio "strumento che può da un giorno all'altro diventare illiquido".
Se facciamo un parallelo col mondo del lavoro e definiamo il rischio come il prodotto tra probabilità e magnitudo (in questo caso loss), per me possiamo tranquillamente dire che il rischio "bid only" è senza dubbio il peggiore di tutti, perchè ha probabilità medio/alta e danno elevato.
Eppure si parla quasi sempre solo di rischio emittente e rischio sottostante che, ok, ti può portare anche alla perdita totale, ma che probabilità ha di verificarsi?? Danno elevatissimo ma probabilità bassissima.
 
(Reuters) - La caduta dell'euro verso il livello di parità con il dollaro ha spinto la Banca centrale europea con le spalle al muro, mettendo i suoi responsabili di politica monetaria di fronte a scelte difficili ed economicamente costose.
Se l'euro crollasse l'inflazione, già a livelli record, aumenterebbe il rischio di una crescita dei prezzi ben al di sopra dell'obiettivo del 2% fissato dalla Bce.
Ma per contrastare i minimi ventennali toccati dalla moneta unica sarebbe necessario un aumento più rapido dei tassi d'interesse, che potrebbe aggravare la situazione per un'economia già alle prese con una possibile recessione, l'incombente carenza di gas e i costi energetici alle stelle che stanno riducendo il potere d'acquisto.
Finora la banca centrale ha minimizzato la questione, sostenendo di non avere un obiettivo per il tasso di cambio, anche se la valuta è importante. I verbali della riunione politica di giugno, pubblicati oggi, non hanno evidenziato particolari preoccupazioni. Ma le mosse del mercato sono ormai troppo ampie per essere minimizzate.
"La debolezza dell'euro rafforza l'idea che la Bce sia rimasta indietro rispetto alla curva", ha detto Dirk Schumacher, responsabile della ricerca macro europea di Natixis Cib.
"Considerato l'alto livello dell'inflazione, un euro più forte sarebbe molto utile perché abbasserebbe l'inflazione".
Questo fa aumentare il costo delle importazioni, soprattutto per l'energia e altri beni denominati in dollari, rendendo tutto più costoso. Secondo studi spesso citati dalla Bce, un deprezzamento dell'1% del tasso di cambio aumenta l'inflazione dello 0,1% in un anno e fino allo 0,25% in tre anni.


Asino di Buridano?
 
Dopo il rialzo di ieri e oggi Edf è tornata sui massimi già testati il 18 Marzo e il 22 Aprile che stanno facendo da tappo. Su prosecuzione del rialzo si potrebbe anche andare a chiudere il grande gap down del 14 Gennaio in area 9.7 …

EDF.png
 
(Reuters) - La caduta dell'euro verso il livello di parità con il dollaro ha spinto la Banca centrale europea con le spalle al muro, mettendo i suoi responsabili di politica monetaria di fronte a scelte difficili ed economicamente costose.
Se l'euro crollasse l'inflazione, già a livelli record, aumenterebbe il rischio di una crescita dei prezzi ben al di sopra dell'obiettivo del 2% fissato dalla Bce.
Ma per contrastare i minimi ventennali toccati dalla moneta unica sarebbe necessario un aumento più rapido dei tassi d'interesse, che potrebbe aggravare la situazione per un'economia già alle prese con una possibile recessione, l'incombente carenza di gas e i costi energetici alle stelle che stanno riducendo il potere d'acquisto.
Finora la banca centrale ha minimizzato la questione, sostenendo di non avere un obiettivo per il tasso di cambio, anche se la valuta è importante. I verbali della riunione politica di giugno, pubblicati oggi, non hanno evidenziato particolari preoccupazioni. Ma le mosse del mercato sono ormai troppo ampie per essere minimizzate.
"La debolezza dell'euro rafforza l'idea che la Bce sia rimasta indietro rispetto alla curva", ha detto Dirk Schumacher, responsabile della ricerca macro europea di Natixis Cib.
"Considerato l'alto livello dell'inflazione, un euro più forte sarebbe molto utile perché abbasserebbe l'inflazione".
Questo fa aumentare il costo delle importazioni, soprattutto per l'energia e altri beni denominati in dollari, rendendo tutto più costoso. Secondo studi spesso citati dalla Bce, un deprezzamento dell'1% del tasso di cambio aumenta l'inflazione dello 0,1% in un anno e fino allo 0,25% in tre anni.


Asino di Buridano?
Manca l'altra faccia della medaglia, che con l'euro basso migliorano le nostre esportazioni. C'è chi dice che alla fine a noi (super indebitati e grandi esportatori) andrebbe anche bene così... guarda un pò.
 
Stato
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