La Russia chiude il terminal di esportazione del petrolio kazako.
Non ci sono dubbi che per Putin gas e petrolio siano armi da usare contro i Paesi europei che sostengono l’Ucraina. Bruxelles annuncia l’embargo sul petrolio russo? Se non avrà il nostro greggio, non avrà neanche quello del Kazakhstan, è la risposta di Mosca.
La settimana scorsa un giudice della città russa Novorossiysk ha ordinato al Caspian Pipeline Consortium (CPC) di fermare per 30 giorni il terminal di esportazione sul Mar Nero, dove le petroliere caricano il greggio kazako.
Con questa mossa al mercato mondiale dell’energia vengono a mancare 1,5 milioni di barili al giorno. Ovviamente Putin non dice che è una sua decisione, ma è una scelta autonoma della magistratura a fronte di inadempienze della società che gestisce l’oleodotto. Per chi vuole crederci… Normalmente i due terzi del greggio esportato attraverso il CPC arrivano in Europa centrale, dopo essere scaricati nel porto di Trieste.
Le due visioni sul petrolio: Goldman Sachs contro Citigroup.
Secondo un’analisi di Bloomberg, nel mese di giugno le esportazioni da Azerbaijan, Kazakhstan, Libia, Mare del Nord e West Africa, tutti principali fornitori dell’Europa, sono scese di oltre 1 milione di barili al giorno.
In questo scenario si confrontano le due visioni antitetiche su dove andrà il prezzo del petrolio nei prossimi mesi, quella rialzista di Goldman Sachs e quella ribassista di Citigroup.
Citigroup si rifà alla crisi degli Anni ’70 del secolo scorso e dice che se arriverà la recessione il greggio potrebbe scendere a 65 dollari al barile entro fine anno e a 45 dollari entro il 2023.
Ma la recessione arriverà? Gli economisti di Citigroup per ora non se la aspettano negli Usa.
In una nota diffusa giovedì 7 luglio, Goldman Sachs dice che “la mobilità rimane solida a livello globale, continua il forte recupero in Cina e il mercato globale del petrolio è indirizzato verso un deficit di un milione di barili al giorno”. Secondo Goldman le materie prime resisteranno ai rischi di recessione negli Stati Uniti e in Europa nei prossimi 12 mesi, “grazie allo stimolo anticiclico su larga scala della Cina”. Inoltre
Goldman Sachs dice che se arriverà, la recessione non sarà severa e avrà uno scarso impatto sulla domanda di energia. Da qui i suoi target price che indicano fra 12 mesi un prezzo del
Brent a 140 dollari al barile e a 137 dollari per il Wti.
Panoramica Mercato di OraFinanza.it (Antonio Gamma) riguardo: Citigroup Inc, Goldman Sachs Group Inc, Eni SpA, Future Petrolio Brent. Leggi la Panoramica di Mercato di OraFinanza.it (Antonio Gamma) su Investing.com.
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