91 miliardi è l'esposizione complessiva delle banche europee verso la Russia.Le più esposte sono SG e Unicredit
sì ma è da capire come sia questa esposizione..
ad es. unicredit ha una banca controllata (che rappresenta il 4% di ucg)
tramite quella banca eroga prestiti, ma riceve anche depositi da parte dei clienti russi
discorso diverso se invece una banca ha sottoscritto azioni di società russe poi crollate di prezzo, poiché intradabili in occidente, che non dovrebbe essere il caso di ucg
se poi guardiamo quanto è sceso l'eurostoxx banks.. direi che le perdite sono state ampiamente scontate in questi prezzi e molto di più
mi pare che queste quotazioni delle azioni bancarie incorporino anche molti altri timori
queste le analisi di bofa, da allora le azioni sn scese ancora..
INTESA E UNICREDIT IN IPERVENDUTO
Quest’ultimo scenario sembra prezzato dai recenti movimenti dei prezzi dei titoli, osserva l’analyst research di BofA Alberto Cordara, che si focalizza sui titoli delle due principali banche italiane,
Intesa e Unicredit, entrambe esposte sul fronte russo anche con la presenza di filiali locali. Uno scenario worst case comprenderebbe la nazionalizzazione delle entità locali con conseguente perdita di equity e il write off dei crediti della casa madre. Ma le simulazioni condotte dall’esperto di BofA conducono comunque alla conclusione che entrambi i titoli siano
ipervenduti e puniti eccessivamente dalle valutazioni di mercato.
PERDITE POTENZIALI GIÀ PREZZATE
Per quanto riguarda in particolare Intesa, le simulazioni di BofA indicano una
potenziale perdita di capitale di 4 miliardi ma anche la liberazione di 2,6 mld in termini di RWA, vale a dire asset ponderati per il rischio, il che equivale a un impatto negativo sul capitale di 115 punti base. Dall’inizio della crisi, osserva Cordara, Intesa ha già perso l’equivalente di 372 punti base rispetto ai massimi precedenti, per cui la reazione del mercato sembra essere andata ben oltre la potenziale distruzione di capitale ipotizzata dallo stress test di BofA.
MANTENUTO IL BUY SU TUTTE E DUE
Questo induce BofA a
mantenere la raccomandazione BUY sia su Intesa che su Unicredit. Per la prima il prezzo obiettivo resta a 3,5 euro, basandosi sulla metodologia della somma delle parti, vale a dire sulla valutazione delle singole business unit. Il rischio al ribasso viene indicato dall’esperto di BofA in una prolungata frenata dell’economia italiana, mentre il rischio al rialzo risiede in una possibile rapida uscita dalla crisi ucraina. BofA osserva che Intesa detiene in portafoglio quote importanti di titoli di debito pubblico italiano, per cui la valutazione del titolo può essere impattato dai movimenti di prezzo dei BTP.
RISCHIO AL RIBASSO LEGATO ALL’ECONOMIA
Simile l’analisi e la valutazione offerta da BofA per Unicredit, a cui Cordara assegna un
prezzo obiettivo di 19,5 euro, anche qui sulla base della metodologia della somma delle parti valutando il ROCE, vale a dire il ritorno sul capitale impiegato, di ogni singola business unit. Anche nel caso di Unicredit, il rischio al ribasso rispetto al prezzo obiettivo è legato alla possibilità di una frenata prolungata dell’economia italiana, con il conseguente allargamento dello spread sovrano e l’aumento dell’incertezza politica.