«Per quanto riguarda agli italiani, cambierà davvero molto poco», ha affermato il Ministro Cingolani al Tg1.
L’Italia dovrà rinunciare a 4-5 miliardi di metri cubi di gas dei poco più di 70 che consuma ogni anno. Un risparmio da concentrare nel periodo compreso tra il 1° agosto e il 31 marzo 2023, quindi tutto l’autunno, l’inverno e buona parte della primavera. Quasi un terzo del metano bruciato nel nostro Paese è utilizzato per riscaldare e illuminare le case. Infatti, stando ai dati Terna, il 50% dell’elettricità viene prodotta proprio con il gas. Per questo motivo, un provvedimento forse necessario sarà abbassare di circa 2 gradi i riscaldamenti delle abitazioni. Invece, per quanto riguarda l’energia elettrica, si pensa di chiedere ai Comuni di spegnere fino al 40% dei lampioni. Nel caso più estremo, si potrebbe valutare l’ipotesi di chiudere gli uffici pubblici alle 17 e 30, i negozi alle 19 e i locali alle 23. Ogni Paese europeo sceglierà il metodo che più gli si addice entro settembre, quando dovrà presentare un piano nazionale.
La domanda sorge spontanea... ma Cingolani ci è o ci fa?