Certificati di investimento - Cap. 5 (13 lettori)

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Joe Silver

Forumer storico
Il senso del discorso e': "Mentre la Germania in questi mesi si e' attivata per ridurre il consumo del gas e riempire i depositi, in Italia -parole e campagna elettorale a parte- non s'e' fatto un cazzo. E poi si da la colpa agli altri."
Beh, questo l'avevo capito anch'io, anche se mi capita sempre più di rado. Mi chiedevo se siamo proprio sicuri che sia un bene ;)
 

Sabetta

Forumer attivo
Buongiorno,

Ho trovato alcuni certificati a forte sconto su lineare (magari li posto un po' per volta).

Oggi ha attirato la mia attenzione DE000HB2M8V0 di Unicredit, che ha rimborso teorico a 1000 e quota 510.

Senza considerare alcuna cedola (e non siamo lontani dal trigger cedola) parliamo di un 31% l'anno con sottostanti fermi (Farfetch Worst Of). Si va in pari fino ad un -52% di Farfetch.

Mi direte che Farfetch è molto volatile e che è un sottostante che ha perso tantissimo, sul quale in molti si saranno scottati.
Ma se confronto questo certificato con altri similari trovo degli squilibri notevoli tra Unicredit e gli altri emittenti:

- DE000VX16FP6 di Vontobel rende il 10% l'anno con sottostanti fermi...ha sempre airbag con Farfetch e scadenza simile;
- CH0584947904 di Leonteq rende il 12%, airbag e scadenza simile;
- DE000UH2DYS8 di UBS non ha airbag e sta a premio del 30%;
- JE00BLS37P19 di Goldman sachs non ha airbag e sta a premio del 60% circa.

Come si può vedere alcuni su lunghe scadenze stanno anche a premio (nonostante siano comunque lontanissimi dai livelli barriera, invece nel DE000HB2M8V0 di Unicredit il WO è sopra barriera); quelli a sconto invece hanno rendimenti nell'ordine del 10% l'anno, non del 30%.

Questo scollamento (parliamo di un delta del 20% l'anno almeno) di Unicredit rispetto ad altri emittenti non lo trovo spiegabile parlando solo di volatilità, visto che parliamo dello stesso sottostante e medesime scadenze.
 

gianni76

Forumer storico
Beh, questo l'avevo capito anch'io, anche se mi capita sempre più di rado. Mi chiedevo se siamo proprio sicuri che sia un bene ;)
Il senso del discorso è che la Germania sta tagliando il non essenziale ma da subito, e SENZA TOCCARE (per ora) fabbriche o produzione (a meno di chiusure volontarie dei proprietari).

L'Italia invece praticamente sta a guardare, come sempre attendendo l'ultimo istante.
Più tardi prendi decisioni, più drastiche queste dovranno essere.

Oggi non ci vuole nulla a mettere per decreto alcune misure di contenimento:
- tutti gli uffici pubblici chiudono alle 15.00 per esempio (elimina 4 ore di condizionatori adesso e di riscaldamento da ottobre),
- le scuole fanno per legge venerdì e sabato in dad fino ad aprile 2023 ecc. (così puoi spegnere i condizionatori o il riscaldamento dal giovedì pomeriggio al lunedì mattina).
- si istituisce un responsabile risparmio energetico per ogni edificio pubblico che dovrà garantire un risparmio del 20% rispetto al consumato medio 2020-2021. Per esempio con controlli sui condizionatori e sui riscaldamenti o stufette varie secondarie (garantisco che ho visto la settimana scorsa decine di condizionatori a 18 gradi in un edificio pubblico in cui letteralmente si gelava nei corridoi....ad oggi non c'è NESSUN LIMITE NELLA REALTA' e controlli zero e si continua a sperperare non solo soldi, ma preziosa energia e quindi gas...).

Sarebbero forti misure di contenimento della spesa energetica a costo zero o minimo (si rallenta la produttività della pa.... va be non è che cambierà molto alla fine) e comunque senza influire sulle esigenze dell'industria.
Ma sono da fare ORA. In un sistema ad accumulo progressivo, più si risparmia e si mette in cassa ora e meno si dovrà fare dopo.
 
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CarloConti

Forumer storico
Non arrivo a capire il senso del discorso. O meglio capisco bene che riducendo i consumi prima o poi si arriva ad eliminare l'import del gas russo. E allora sarà tutto a posto? Bisognerebbe avere un quadro un tantino più ampio, con tanti bei grafici come questi che mostrino se e come si ridurrà parallelamente la produzione industriale che immagino rappresenti una bella fetta (quanta non so) del consumo di gas. Insomma non vorrei che alla fine si butti il bambino insieme all'acqua sporca.
Il gas russo è condannato, l'Europa non lo acquisterà più. Tranne che la Russia non faccia retromarcia su tantissime cose, il che è semplicemente impossibile fintanto che c'è putino. Ora l'Europa non comprando più gas russo e contemporaneamente invece avendone bisogno è decisa ad affrontare le difficoltà che tale decisione sta comportando e comporterà. Assodato questo dato di fatto, che può essere condiviso o meno, ma cambia poco conoscere le opinioni personali, l'altra questione è come l'Europa intende superare queste difficoltà. Aggiungiamoci l'enorme speculazione che si sta facendo sui prezzi del gas, e non dai russi o dagli europei, ma dal mercato, con mostruosi guadagni per chi vi ci opera in maniera fredda e distaccata. Il prezzo del gas è comunque destinato a crollare nel momento che i paesi europei saranno riusciti a riorganizzarsi sugli approvvigionamenti. In particolare con i rigassigìfigatori così come ci sono in Spagna e Francia. Il problema è ora. Per me i governi o, meglio, l'Europa dovrebbe senza esitazione varare un piano di recovery, con emissione di debito comune, per pagare la differenza tra il tetto al prezzo del gas da fissare al consumatore finale (aziende e privati) e prezzo spot pagato in maniera centralizzata direttamente dall'Europa. Tale recovery dovrebbe essere calibrato per pagare questo differenziale per il periodo in cui si preveda che le singole nazioni riescano a normalizzare gli approvvigionamenti.
 

gianni76

Forumer storico
Il problema è ora. Per me i governi o, meglio, l'Europa dovrebbe senza esitazione varare un piano di recovery, con emissione di debito comune, per pagare la differenza tra il tetto al prezzo del gas da fissare al consumatore finale (aziende e privati) e prezzo spot pagato in maniera centralizzata direttamente dall'Europa. Tale recovery dovrebbe essere calibrato per pagare questo differenziale per il periodo in cui si preveda che le singole nazioni riescano a normalizzare gli approvvigionamenti.

Chi dice questo non ha il senso delle proporzioni. Un consulente energetico in una trasmissione di qualche giorno fa ha detto che servirebbero 120 miliardi di euro/anno solo per l'Italia e solo per riportare i prezzi ai livelli del 2021 in maniera calmierata. La crisi potrebbe durare almeno 2-3 anni. Servirebbero trilioni e trilioni di euro per calmierare tutto per tutta l'Europa (e senza risolvere nulla alla base).

A sto punto meglio un piano di spesa UE di installazione obbligatoria, rapida (entro 1 anno il 30%, entro 2 anni il 60%, entro 3 anni il 75% ecc) e a costo zero per l'utente, di pannelli fotovoltaici su ogni edificio esistente nella UE per creare una massa di produzione rinnovabile ed autonoma da supplementare con altre fonti solo per dare stabilità al sistema...
(in più aggiungendo una clausola che dal secondo anno in poi i pannelli dovranno avere obbligatoriamente un bollino made in EU spingeresti in maniera massiccia la creazione di fabbriche di pannelli fotovoltaici in Europa, con conseguente creazione di posti di lavoro e generazione di un ciclo positivo di anni)
E se ci sono difficoltà burocratiche sul possesso dei pannelli in situazione di emergenza come l'attuale io non ci vedrei nulla di male anche a dare la proprietà gratuita dei pannelli direttamente al proprietario dell'edificio con unica condizione che siano utilizzati e connessi alla rete (anche se sono gestiti principalmente per il consumo di quell'edificio, aiuta sempre a ridurre il consumo totale di energia da altre fonti).
 
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giancarlo22

Forumer storico
Buongiorno,

Ho trovato alcuni certificati a forte sconto su lineare (magari li posto un po' per volta).

Oggi ha attirato la mia attenzione DE000HB2M8V0 di Unicredit, che ha rimborso teorico a 1000 e quota 510.

Senza considerare alcuna cedola (e non siamo lontani dal trigger cedola) parliamo di un 31% l'anno con sottostanti fermi (Farfetch Worst Of). Si va in pari fino ad un -52% di Farfetch.

Mi direte che Farfetch è molto volatile e che è un sottostante che ha perso tantissimo, sul quale in molti si saranno scottati.
Ma se confronto questo certificato con altri similari trovo degli squilibri notevoli tra Unicredit e gli altri emittenti:

- DE000VX16FP6 di Vontobel rende il 10% l'anno con sottostanti fermi...ha sempre airbag con Farfetch e scadenza simile;
- CH0584947904 di Leonteq rende il 12%, airbag e scadenza simile;
- DE000UH2DYS8 di UBS non ha airbag e sta a premio del 30%;
- JE00BLS37P19 di Goldman sachs non ha airbag e sta a premio del 60% circa.

Come si può vedere alcuni su lunghe scadenze stanno anche a premio (nonostante siano comunque lontanissimi dai livelli barriera, invece nel DE000HB2M8V0 di Unicredit il WO è sopra barriera); quelli a sconto invece hanno rendimenti nell'ordine del 10% l'anno, non del 30%.

Questo scollamento (parliamo di un delta del 20% l'anno almeno) di Unicredit rispetto ad altri emittenti non lo trovo spiegabile parlando solo di volatilità, visto che parliamo dello stesso sottostante e medesime scadenze.


Segnalazione interessante, nonostante cada in un periodo piuttosto difficile nel quale la visione del futuro è prevalentemente pessimistica.
Io comunque ho inserito un ordine di 10 pezzi a 520, superiore di 8 punti al MM....
 
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NoWay

It's time to play the game
L'errore è proprio procedurale.
Dato che adesso non esistono alternative al gas russo per evitare di soffrire, adesso non si rinuncia al gas russo.
P.s. La guerra continua...
 
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