Certificati di investimento - Cap. 5

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Azz.. ora per finanziare il ponte sullo stretto gli costerà di più... ci vuole un mojito al Papeete Beach

Mah... piaccia o non piaccia, sia gli italiani che gli europei ormai dovrebbero anche rendersi conto che l'approccio di questa maggioranza è diverso da quella precedente...
 
(MF-DJ)--Lo scudo da 50 miliardi di franchi annunciato ieri mattina dalla banca centrale svizzera ha stabilizzato almeno per il momento il Credit Suisse. Il titolo ha reagito con un potente rimbalzo del 20% a 2,02 franchi, dopo due sedute di profondo rosso. Se insomma lo spettro del dissesto è stato allontanato, sul mercato regna ancora l'incertezza sul futuro del gruppo. Anche per questa ragione il governo svizzero -che ha convocato una riunione di emergenza del consiglio federale per giovedì 23 marzo- non ha smesso di ragionare su un'operazione di sistema che metta definitivamente in sicurezza il Credit Suisse. La strada però è in salita. L'ipotesi al vaglio, scrive MF-Milano Finanza, sarebbe quella di convogliare verso Ubs la maggior parte degli attivi in bonis che Credit Suisse detiene in Svizzera, destinando le altre attività a operatori stranieri. Un'ipotesi su cui scommette anche il mercato: "un takeover di Credit Suisse è lo scenario più probabile", scrivevano ieri in una nota gli analisti di Jp Morgan. L'operazione, caldeggiata da anni dalla classe politica del Paese, avrebbe prima di tutto la funzione di preservare la stabilità e l'integrità del sistema bancario nazionale e di difenderlo da raid opportunistici di gruppi stranieri. Il deal -si ritiene a Berna- consentirebbe inoltre di tutelare l'occupazione, considerando che in Svizzera Credit Suisse dà lavoro a circa 16 mila dipendenti. L'ipotesi di una fusione non è inedita e a Zurigo circola da almeno un paio d'anni. I primi tentativi in questa direzione risalgono al 2021 quando, all'indomani degli scandali Archegos e Greensill e dopo un'emorragia di liquidità da 5 miliardi, Credit Suisse appariva troppo debole per difendersi da manovre ostili. Ancora a gennaio il presidente di Ubs, Colm Kelleher, aveva smentito pubblicamente un interesse del gruppo per l'operazione. La crisi degli ultimi giorni avrebbe però impresso una forte accelerazione al dossier. Secondo quanto riportato ieri da Bloomberg, i vertici delle due banche starebbero tuttavia puntando i piedi. In particolare, Ubs preferirebbe concentrarsi su una strategia di crescita stand-alone focalizzata sul wealth management e sarebbe riluttante a farsi carico dei rischi connessi allo stato di salute di Credit Suisse. L'incertezza sul futuro di quest'ultima ieri sera traspariva dall'andamento dei credit default swap che hanno ripreso quota, mantenendosi stabilmente sopra i 1.000 punti base. Anche il rendimento di alcuni suoi bond ha ricominciato a salire.
 
Curiosità.... Cosa vogliono dire questi movimenti assurdi (+20...+40%) il giorno delle scadenze tecniche?chi è che lo sa?
 
Enel ha chiuso il 2022 con un utile netto di 5,4 miliardi di euro, in calo del 3,6% rispetto al 2021 ma leggermente meglio di quanto la stessa società aveva indicato di recente. Debito ed Ebitda erano già stati comunicati. Nel corso della conference call con gli analisti l'AD ha confermato la guidance sul 2023 e ha detto si aspetta di annunciare la cessione degli asset in Argentina entro l’estate. Il quarto trimestre è stato migliore delle attese per quanto riguarda le attività domestiche ed in America Latina, sotto le attese la Spagna. La riduzione del debito sta finalmente accelerando. Positivo il fatto che le dismissioni annunciate, con il cambio di perimetro che comportano, non abbiano portato a rettifiche dei target del 2023.
 
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