La propaganda c'è da tutte le parti, anche quella fa parte della guerra è proprio studiata a tavolino da esperti del settore (guerra psicologica, ecc.), come quando nel 2o conflitto i tedeschi tiravano i volantini dagli aerei per dire che era inutile combattere contro di loro.
L'unico torto si può attribuire storicamente a chi la guerra la comincia (se non è stato aggredito) e la fa durare. Anzi direi meglio: a chi non ha paura della guerra.
Una volta cominciata tutto si trasforma in caos e zona d'ombra, soprattutto sul campo. In questa zona d'ombra, proprio perché d'ombra, come se la divisa gli fornisse salvaguardia da reati d'ogni tipo, alcuni si sentono autorizzati a sfogare le proprie frustrazioni, storiche vendette personali, istinti violenti, piaceri repressi, ecc., indipendentemente se sei di una squadra o l'altra.
Quindi in una situazione di combattimento è più facile trovare killers occasionali che "soldati rifiniti". Se è vero quello che ho visto, alcuni hanno assaltato bancomat, negozi di elettrodomestici, per farsi regali che si sono spediti regolarmente a casa da unico ufficio postale funzionante così se li ritrovano quando tornano. Non mi stupirebbe affatto.
Allontanandosi dai dal campo, ad alti livelli, si sfogano frustrazioni di più alto livello, ma il concetto resta lo stesso.