A spegnere l’entusiasmo dei mercati gli interventi di due membri del board della Banca centrale americana: Mary Daly della Fed di San Francisco e Raphael Bostic della Fed di Atlanta i quali hanno ribadito che la campagna contro l’inflazione va avanti: l’obiettivo minimo è un tasso sopra il 5%, “prima di mantenerlo stabile per un po'”, ha detto Daly, dall’attuale range 4,25%-4,50%.
Mary Daly ha aggiunto che aumenti dei tassi di un quarto di punto percentuale o di mezzo punto percentuale sono sul tavolo della prossima riunione della Fed del 31 gennaio-1 febbraio. Il rapporto sull'indice dei prezzi al consumo a dicembre, previsto per giovedì 12 gennaio, peserà sul suo pensiero, ha continuato, spiegando che monitorerà l'inflazione nei servizi, esclusi cibo, energia e alloggi. Questa categoria potrebbe, infatti, aiutare a mostrare se gli squilibri nel mercato del lavoro che hanno spinto verso l'alto i salari si stanno trasmettendo ai prezzi al consumo. "Presterò molta attenzione ai servizi di base ex alloggi", ha affermato. "Mi piacerebbe vedere qualche miglioramento lì”. Anche il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha detto che prenderà in seria considerazione un aumento dei tassi di un quarto di punto se il rapporto sull'inflazione di giovedì mostrasse che i prezzi stanno rallentando in linea con altri recenti dati rilasciati. Per altro il rallentamento dell’aumento dei tassi a incrementi di 0,25 punti base non significa che la Fed si sta preparando a smettere di alzarli, come ha chiarito di recente Charles Evans, presidente della Fed di Chicago. In mattinata parlano il presidente della Fed, Jerome Powell, Andrew Bailey della Banca d’Inghilterra e Isabel Schnabel del board della Bce.