Certificati di investimento - Capitolo 10

MERCATI AZIONARI – Nel 2026, le prospettive per i mercati azionari globali restano positive: ci attendiamo che i principali benchmark registrino nuovi massimi, principalmente con il traino della crescita degli utili. Infatti, le valutazioni piene, seppur non estreme, limitano i margini di apprezzamento derivanti dall’espansione dei multipli, principale motore della ripresa nel 2024. A livello settoriale, continuiamo a preferire i comparti ciclici rispetto ai difensivi, con un orientamento più costruttivo verso i titoli Growth. Dal punto di vista regionale, privilegiamo gli Stati Uniti rispetto al resto dei mercati sviluppati, per la preminenza nel settore dell'intelligenza artificiale, ma riteniamo che anche Europa e Giappone registreranno performance positive, con il sostegno dei piani di stimolo fiscale locali. Manteniamo una view costruttiva sui mercati emergenti, in virtù del supporto derivante da una combinazione di fattori strutturali e ciclici.





Cosa potrebbe cambiare per il nostro scenarioPer quanto possa sembrare paradossale, pensiamo che il rischio macro più importante sia un surriscaldamento dell’economia americana. Stante la scarsa offerta di lavoratori, un’accelerazione della domanda sopra potenziale potrebbe portare le aziende americane ad alzare i salari allo scopo di trattenere i lavoratori o cercarne di nuovi. Questo scenario potrebbe rivelarsi positivo per i mercati azionari (quantomeno nel breve periodo), ma penalizzante per l’obbligazionario: l’aumento del tasso di crescita del costo del lavoro, infatti, alimenterebbe pressioni al rialzo sui tassi. La situazione potrebbe aggravarsi qualora le tariffe dovessero essere abolite e non ripristinate in tempi brevi e/o l’amministrazione Trump dovesse decidere di approvare misure fiscali espansive, quali i tariff check ventilati recentemente. Nel primo caso, infatti, a fronte di maggiori consumi, verosimilmente motivati dal desiderio di approfittare della finestra di assenza delle tariffe, si registrerebbe un aumento della domanda. Allo stesso tempo verrebbe offerta alle imprese, non più gravate dai dazi, la possibilità di alzare i salari, seppur temporaneamente, senza ottenere benefici in termini di disinflazione, dal momento che le tariffe in prima battuta hanno generato pressioni sui prezzi molto limitate. Nel secondo caso, invece, ci sarebbe una maggiore domanda per consumi concentrata proprio nella fascia meno abbiente, quella che finora ha contribuito in misura più limitata al supporto che i consumi stanno dando alla crescita americana.Un altro rischio macro, che peserebbe principalmente sul mercato azionario, è rappresentato da un’integrazione dell’intelligenza artificiale nel sistema produttivo più veloce e pervasiva di quanto incorporato nel nostro scenario: un aumento della disoccupazione ridurrebbe i consumi, potenzialmente anche quelli delle fasce più abbienti, facendo scendere salari e dividendi. In questo caso, a fronte di un mercato azionario in sofferenza, i titoli obbligazionari governativi finirebbero sugli scudi. Lo stesso copione sarebbe replicato qualora il mercato del credito o il settore tecnologico dovesse sperimentare un’improvvisa crisi di liquidità, anche ingiustificata, o essere l’epicentro di eventi sistemici.Infine, per quanto concerne i rischi (geo)politici, monitoriamo i rapporti fra Cina e Stati Uniti, gli sviluppi in Medio Oriente e il fragile equilibrio in Francia. Se quest’ultimo dovesse rompersi e portare alle dimissioni del Presidente Macron, il rischio è che gli investitori stranieri, ancora molto presenti sul mercato domestico, possano abbandonarlo in attesa che la BCE stabilizzi il sistema: si potrebbero profilare ottime opportunità di ingresso con orizzonte di medio termine, ma la volatilità sarebbe importante.
 
Qualcuno sì,ad esempio Joe Silver,qualcuno sa con quale motivazione ci ha abbandonato?
Sembrerebbe perché su questo forum si parla troppo di politica e poco di acquisto di certificati. In effetti tra tutti i post publicati quotidianamente pochi riportano ISIN di certificati da valutare, anche per la decisione di alcuni dei frequentatori più assidui di non postare più la propria operatività.
 
Quindi questo non è nemmeno riservato ai professionali, sono semplicemente loro che non li trasmettono agli intermediari (e neanche a Borsa, almeno sembra)...
quello che ti ho scritto è ora disponibile, è il fornitore del servizio a mandare il kid agli intermediari non CA
 
Sembrerebbe perché su questo forum si parla troppo di politica e poco di acquisto di certificati. In effetti tra tutti i post publicati quotidianamente pochi riportano ISIN di certificati da valutare, anche per la decisione di alcuni dei frequentatori più assidui di non postare più la propria operatività.
Mi sembra che di politica sì parli sempre meno ultimamente
 
quello che ti ho scritto è ora disponibile, è il fornitore del servizio a mandare il kid agli intermediari non CA

Mi sa che non riesco a spiegarmi. Non possono "vendere" il mercato dei certificati come fanno (sia Borsa che emittenti che influencers vari) se esistono problemi del genere. Siamo al classico costruire una casa partendo dal tetto e non dalle fondamenta...
 

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