Certificati di investimento - Capitolo 9

Sulla marchetta, mi piacerebbe ma ahimè semplicemente segnalo i prodotti che mi piacciono (e ho comprato).
Dovrebbe essere questo lo spirito del 3d…
Dovrebbe hai detto bene...A me i dubbi vengono sempre quando un utente segnala un prodotto appena emesso e pochi minuti dopo che 2 riviste online l'hanno pubblicizzato, dietro sponsorizzazione.

Beh, per chi non gradisce c'è sempre il thread Solo CERTIFICATI (investment e leverage), no?

Hai ragione, non me ne ricordavo nemmeno...tu sei sempre sul pezzo. Il tuo sarcasmo ti precede.
Se nessuno è andato lì è perchè si preferisce sentire anche l'aggiornamento sul Donbass.

Saluti
 
TotalEnergies SE ha comunicato mercoledì che i risultati del secondo trimestre saranno penalizzati dal calo dei prezzi del petrolio e del gas.

La performance finanziaria del gruppo rifletterà "l'evoluzione del contesto di mercato", ha dichiarato TotalEnergies, rilevando prezzi inferiori per liquidi, gas e gas naturale liquefatto rispetto all'anno precedente.

La società prevede che la produzione di idrocarburi sia cresciuta del 2,5% nel secondo trimestre rispetto all'anno precedente, a metà della guidance trimestrale della società con sede a Parigi.

I risultati di Esplorazione e Produzione rifletteranno i prezzi più bassi, con prezzi medi dei liquidi di USD65,6 al barile nel trimestre rispetto a USD81 al barile di un anno fa, parzialmente compensati dalla crescita della produzione.

La major prevede che i risultati di Integrated LNG rifletteranno prezzi più bassi e una bassa volatilità nel trading del gas.

L'utile di Integrated Power dovrebbe attestarsi tra USD500 milioni e USD550 milioni, con un flusso di cassa trimestrale in linea con la guidance annuale.

TotalEnergies prevede che i risultati di Refining & Chemicals rifletteranno il miglioramento dei margini di raffinazione e del tasso di utilizzo degli impianti.

I risultati downstream beneficeranno dell'effetto positivo della stagionalità in Marketing & Services, i cui risultati dovrebbero attestarsi sugli stessi livelli del secondo trimestre del 2024.
 
Luca De Meo ci aveva visto giusto. Un mese fa, il manager di Renault aveva lasciato improvvisamente il gruppo francese, da lui risanato e rilanciato, per passare al mondo del lusso e raccogliere la guida di Kering.

Oggi, la casa automobilistica francese crolla in Borsa a Parigi dopo che sono state riviste le stime. Soffre a Milano anche Stellantis, sempre più lontana dal "paradiso" Ferrari.

A metà giornata, i titoli Renault perdono il 17% a EUR34,2. Stellantis è messa meglio, almeno oggi, e però cede comunque il 3,2% a EUR8,2 per azione.

Renault ha deciso di nominare un semplice ceo ad interim, promuovendo l'attuale CFO, Duncan Minto, e assicurando che il successore di De Meo arriverà entro i primi giorni di agosto. Ma soprattutto, il mercato ha reagito male alle notizie di ieri sera, ovvero al taglio delle stime per il 2025 con la motivazione secondo la quale "il mercato auto europeo si sta deteriorando" in misura importante e peggiore del previsto.

Da inizio anno, Renault ha perso in Borsa circa il 25% e nell'ultimo mese ha lasciato sul terreno il 21% contro il calo del 2,9% di Stellantis, che tutti gli analisti ritenevano messa peggio. Come non bastasse, la semestrale di Renault è stata peggiore del previsto, tanto da far rivedere tutte le stime.

Due settimane fa, Renault aveva dovuto ricalcolare il valore della propria quota in Nissan, che vale un "rosso" di EUR9,5 miliardi e quindi avrà un effetto pesante sugli utili 2025. La partecipazione è stata valutata a far value. L'azienda ha fatto sapere che il problema Nissan non influirà sui dividendi Renault.

"Nel giro di un mese, dopo l'uscita di Di Meo, tra Nissan, perdite miliardarie a bilancio e profit warning, Renault ha sicuramente fatto preoccupare gli azionisti, tra cui lo Stato francese" (con il 16%), osserva un manager italiano dell'auto.

Descritto come l'erede di Sergio Marchionne, De Meo ha lasciato un'eredità a questo punto controversa e la scelta di cambiare radicalmente settore conferma che non vedeva rosa nel futuro dell'automotive. Anche se, con il senno di poi, Renault da anni forniva numeri in controtendenza rispetto ai principali concorrenti.

Lo strappo tra lusso e auto si vede sempre di più anche in casa Exor, dove Ferrari continua a staccare Stellantis. Oggi, il titolo di Maranello guadagna l'1,5% e la capitalizzazione di Borsa raggiunge ormai quota EUR82,7 miliardi contro gli EUR23,9 miliardi dell'ex FCA.

Il governo francese potrebbe presto intervenire sulle strategie di Renault e di Stellantis, di cui ha il 7%. Il presidente Emmanuel Macron da oltre un anno suggerisce una fusione tra le due case, ma il mercato non sembra convinto ed Exor ancor meno. Il ceo naturale di questo consolidamento, nella mente dell'Eliseo, sarebbe stato proprio De Meo.

A rendere lo scenario dell'auto ancora più incerto c'è sempre il quadro politico e regolatorio dell'UE, molto concentrata sul riarmo, ma allo stesso tempo preoccupata di non dare uno stop netto al Green Deal.

La battaglia sui dazi USA potrebbe spingere l'UE a intensificare i rapporti con la Cina e questo, per l'automotive tedesco e francese potrebbe essere una buona notizia. Almeno nel breve, perchè ciò che temono i costruttori europei è di dover cedere i segmenti più economici del mercato auto alle case cinesi, molto più avanti sull'elettrico e competitive sui prezzi.
 

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