Luca De Meo ci aveva visto giusto. Un mese fa, il manager di Renault aveva lasciato improvvisamente il gruppo francese, da lui risanato e rilanciato, per passare al mondo del lusso e raccogliere la guida di Kering.
Oggi, la casa automobilistica francese crolla in Borsa a Parigi dopo che sono state riviste le stime. Soffre a Milano anche Stellantis, sempre più lontana dal "paradiso" Ferrari.
A metà giornata, i titoli Renault perdono il 17% a EUR34,2. Stellantis è messa meglio, almeno oggi, e però cede comunque il 3,2% a EUR8,2 per azione.
Renault ha deciso di nominare un semplice ceo ad interim, promuovendo l'attuale CFO, Duncan Minto, e assicurando che il successore di De Meo arriverà entro i primi giorni di agosto. Ma soprattutto, il mercato ha reagito male alle notizie di ieri sera, ovvero al taglio delle stime per il 2025 con la motivazione secondo la quale "il mercato auto europeo si sta deteriorando" in misura importante e peggiore del previsto.
Da inizio anno, Renault ha perso in Borsa circa il 25% e nell'ultimo mese ha lasciato sul terreno il 21% contro il calo del 2,9% di Stellantis, che tutti gli analisti ritenevano messa peggio. Come non bastasse, la semestrale di Renault è stata peggiore del previsto, tanto da far rivedere tutte le stime.
Due settimane fa, Renault aveva dovuto ricalcolare il valore della propria quota in Nissan, che vale un "rosso" di EUR9,5 miliardi e quindi avrà un effetto pesante sugli utili 2025. La partecipazione è stata valutata a far value. L'azienda ha fatto sapere che il problema Nissan non influirà sui dividendi Renault.
"Nel giro di un mese, dopo l'uscita di Di Meo, tra Nissan, perdite miliardarie a bilancio e profit warning, Renault ha sicuramente fatto preoccupare gli azionisti, tra cui lo Stato francese" (con il 16%), osserva un manager italiano dell'auto.
Descritto come l'erede di Sergio Marchionne, De Meo ha lasciato un'eredità a questo punto controversa e la scelta di cambiare radicalmente settore conferma che non vedeva rosa nel futuro dell'automotive. Anche se, con il senno di poi, Renault da anni forniva numeri in controtendenza rispetto ai principali concorrenti.
Lo strappo tra lusso e auto si vede sempre di più anche in casa Exor, dove Ferrari continua a staccare Stellantis. Oggi, il titolo di Maranello guadagna l'1,5% e la capitalizzazione di Borsa raggiunge ormai quota EUR82,7 miliardi contro gli EUR23,9 miliardi dell'ex FCA.
Il governo francese potrebbe presto intervenire sulle strategie di Renault e di Stellantis, di cui ha il 7%. Il presidente Emmanuel Macron da oltre un anno suggerisce una fusione tra le due case, ma il mercato non sembra convinto ed Exor ancor meno. Il ceo naturale di questo consolidamento, nella mente dell'Eliseo, sarebbe stato proprio De Meo.
A rendere lo scenario dell'auto ancora più incerto c'è sempre il quadro politico e regolatorio dell'UE, molto concentrata sul riarmo, ma allo stesso tempo preoccupata di non dare uno stop netto al Green Deal.
La battaglia sui dazi USA potrebbe spingere l'UE a intensificare i rapporti con la Cina e questo, per l'automotive tedesco e francese potrebbe essere una buona notizia. Almeno nel breve, perchè ciò che temono i costruttori europei è di dover cedere i segmenti più economici del mercato auto alle case cinesi, molto più avanti sull'elettrico e competitive sui prezzi.