Charles M. Cottle

  1. Sono solo long di Call, perchè i margini dovrebbero rappresentare un problema (al di là della discussione precedente su come lavora IB, ma supponiamo che stia operando con quantitativi più grossi in portfolio margin)?
  2. Perchè guardare il P&L dovrebbe significare qualcosa di diverso da definire una certa avversione al rischio?
  3. Dire: «Il P&L è alto, chiudo tutto o in parte» e dire: «Sono tendenzialmente avverso al rischio, le opzioni mi sono andate ITM e non mi sento di rischiare di tornare indietro a mani vuote» non è la stessa cosa?

La differenza è in termini di comprensione di cosa si sta facendo, tanto è vero che tu ti sei accorto che qualcosa non quadrava perchè una opzione ti era passata da OTM a ITM ed il tuo algoritmo era lontano dalla soglia di hedging.

Ti racconto una cosa: nella vecchia Borsa alle grida quasi nessuno sapeva chi fossero BSM, ancora meno conoscevano il termine DELTA e proprio nessuno quello di "gamma scalping".
Però una regola non scritta ma abbastanza risaputa per il compratore di Dont era di vendere il 50% della posizione al debordo (in the words of my generation :D:D... il debordo si aveva quando il prezzo del fisso superava lo strike + il premio)... in modo da creare quello che noi oggi chiamiamo straddle.

Quegli operatori non conoscevano neanche 1/100 della matematica che sai tu, ma - a differenza tua - avrebbero capito in un istante che se la formuletta matematica non rispetta la regola del debordo (che è puro buon senso... sapere di non sapere..)..... beh.... sta modellizzando male la realtà...


Io insisto nel dire che la mia posizione complessiva è partita più o meno Delta neutrale nei confronti del mio "sottostante", perchè, a mio avviso, la combinazione di opzioni che ho fatto avrebbe beneficiato di RV in qualsiasi direzione fosse andata.

E quale sarebbe questo fantomatico sottostante? :eek::eek::D

E' vero, poteva scendere tutto, ma la mia scommessa era proprio che non sarebbe sceso tutto (qualcosa di non deterministico basato sull'osservazione dei mercati ci vuole per forza, sennò non è più trading e non si cavano piccioli per definizione).

No, la tua scommessa - che tu ne fossi conscio o meno - era che almeno una delle tue asset class sarebbe salita in qualunque situazione di mercato.
Niente di illegittimo, ma - ripeto - se basi il tuo trading su supposizioni ..... ti chedono margini anche quando sei al 100% coperto.... poi hedgi con una formula palesemente inadatta alla situazione..... è chiaro che non si può che condividere la tua osservazione iniziale (che adesso mi appare molto più chiara): meglio lasciar perdere il trading di volatilità realizzato TRAMITE il gamma scalping e portare a casa il tozzo di pane quando il mercato te lo offre.
 
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Ti racconto una cosa: nella vecchia Borsa alle grida quasi nessuno sapeva chi fossero BSM, ancora meno conoscevano il termine DELTA e proprio nessuno quello di "gamma scalping".
Però una regola non scritta ma abbastanza risaputa per il compratore di Dont era di vendere il 50% della posizione al debordo (in the words of my generation :D:D... il debordo si aveva quando il prezzo del fisso superava lo strike + il premio)... in modo da creare quello che noi oggi chiamiamo straddle.

Quegli operatori non conoscevano neanche 1/100 della matematica che sai tu, ma - a differenza tua - avrebbero capito in un istante che se la formuletta matematica non rispetta la regola del debordo (che è puro buon senso... sapere di non sapere..)..... beh.... sta modellizzando male la realtà...
Mi hanno anche raccontato che c'era uno che prezzava come BMS prima che il modello fosse stato ideato :)

Io non disprezzo le "regole del pollice" (o del buon senso), visto che spesso nascondono più di ciò che la loro semplicità lascia trasparire; per esempio trovo che la regola dei tuoi vecchi amici sia di assoluto buon senso, tuttavia non ho l'esperienza sufficiente a capire se un criterio sistematico è congruo o meno prima di averlo sperimentato.

A tutti gli effetti ritengo di essermi reso conto in corsa che le cose non stavano procedendo nel verso giusto: quando XLV è andato ITM e poi ha anche superato il break even (ovvero il «debordo») ho cominciato su queste pagine a innervosirmi per il rischio fuori scala che mi stavo assumendo, e da lì ho cercato di modificare il criterio di skew... in modo comunque inefficace.
E quale sarebbe questo fantomatico sottostante? :eek::eek::D
Bè, il mio "sottostante" complessivamente è solo una somma pesata dei singoli sottostanti; è la stessa convenzione che usano i software quando diagrammi il P&L di portafogli di opzioni su più sottostanti (almeno è ciò che fa Bloomberg).
No, la tua scommessa - che tu ne fossi conscio o meno - era che almeno una delle tue asset class sarebbe salita in qualunque situazione di mercato.
Corretto, anche se così sembra che ho tirato a caso quando io invece sono convinto di aver studiato scadenza, proporzioni e strike in modo più ragionato di come la metti giù tu :D
Niente di illegittimo, ma - ripeto - se basi il tuo trading su supposizioni ..... ti chedono margini anche quando sei al 100% coperto.... poi hedgi con una formula palesemente inadatta alla situazione..... è chiaro che non si può che condividere la tua osservazione iniziale (che adesso mi appare molto più chiara): meglio lasciar perdere il trading di volatilità realizzato TRAMITE il gamma scalping e portare a casa il tozzo di pane quando il mercato te lo offre.
Ok, sei stato molto chiaro.

Tuttavia voglio insistere nel continuare a cercare di capire cosa accade se uso un criterio di hedging "adatto".

I tuoi vecchi colleghi di Borsa avrebbero probabilmente preso profitto molto prima tagliando il Delta con l'accetta anzichè usare un bisturi storto come ho fatto io, e questo era un po' il senso della mia domanda iniziale, cioè se non fosse preferibile tirare giù brutalmente il Delta e il Gamma vendendo direttamente le opzioni apprezzatesi (100 unità di sottostante alla volta) quando non hai in mano nient'altro che una buona avversione al rischio e delle opzioni che hanno fatto un gran balzo.
Vi state perdendo qualcosa di sublime!!!! :D

Occhio Cren, potresti morire! :lol:

(e sparirà tutto, purtroppo! :-()
Oddio, altra paranoia...

Che catena devo guardare?

ESTX50?

Macchinette che bombardano a caso opzioni ITM?
 
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  1. Sono solo long di Call, perchè i margini dovrebbero rappresentare un problema (al di là della discussione precedente su come lavora IB, ma supponiamo che stia operando con quantitativi più grossi in portfolio margin)?
  2. Perchè guardare il P&L dovrebbe significare qualcosa di diverso da definire una certa avversione al rischio?
  3. Dire: «Il P&L è alto, chiudo tutto o in parte» e dire: «Sono tendenzialmente avverso al rischio, le opzioni mi sono andate ITM e non mi sento di rischiare di tornare indietro a mani vuote» non è la stessa cosa?
2. guardare il P&L at now: posso avere una strategia che in condizioni "stazionarie" (rozzamente: basso delta, basso gamma, basso theta, basso vega) può sembrare tranquilla; il punto è se il P&L è tale da permetterti spazio di manovra se la situazione diventa dinamica. Esponevi sopra il dubbio se era il caso di "intervenire prima": in questo caso il theta residuo, unito al P&L non ti ha dato molto spazio per muoverti. Terra terra, ma penso si capisca.
3. non è la stessa cosa, vista con i miei occhi. Posso essere arrivato ad un PL alto per caso o coincidenze inaspettate; incasso perché mi ero prefissato (prima) di uscire o ad una certa data (non voglio trovarmi in un angolo) o ad un certo guadagno/perdita (sai com'è :D ). Nel tuo caso mi sembra che interpreti il concetto di rischio più come legato all'azzardo che come pianificazione (anche qui, espresso pietosamente ma spero si capisco il salto mortale triplo carpiato)

C
 
tanto per parlare, ma sta tassa sulle opzioni su cosa si calcolerebbe? Vi siete fatti un'idea o aspettiamo qualcosa di concreto, a livello legislativo?
Sui futures parlano di nominale del sottostante, sulle opzioni mi risulterebbe ostico pensare che una DOTM paghi come un future; ne mi parrebbe agevolo calcoarlo sul delta, mah...

C
 
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2. guardare il P&L at now: posso avere una strategia che in condizioni "stazionarie" (rozzamente: basso delta, basso gamma, basso theta, basso vega) può sembrare tranquilla; il punto è se il P&L è tale da permetterti spazio di manovra se la situazione diventa dinamica. Esponevi sopra il dubbio se era il caso di "intervenire prima": in questo caso il theta residuo, unito al P&L non ti ha dato molto spazio per muoverti. Terra terra, ma penso si capisca.
3. non è la stessa cosa, vista con i miei occhi. Posso essere arrivato ad un PL alto per caso o coincidenze inaspettate; incasso perché mi ero prefissato (prima) di uscire o ad una certa data (non voglio trovarmi in un angolo) o ad un certo guadagno/perdita (sai com'è :D ). Nel tuo caso mi sembra che interpreti il concetto di rischio più come legato all'azzardo che come pianificazione (anche qui, espresso pietosamente ma spero si capisco il salto mortale triplo carpiato)
cammello, le tue osservazioni, e quelle di Imar poco sopra, per quello che ne posso capire sono assolutamente corrette.

Il problema principale è che è estremamente complicato riuscire a formalizzarle in criteri di hedging oggettivi.

La regola del «debordo» riportata da Imar, per esempio, è abbastanza facile da implementare (a proposito, Imar: tu suggeriresti di "aggiungerla" comunque a qualsiasi criterio usato o la useresti più come un "termometro" per capire se stiamo usando un criterio coerente?).

Invece controllare il P&L per gli spazi di manovra è qualcosa di difficile da formalizzare a quel modo: il tentativo di criteri complessi di hedging (come Zakamouline, di cui si è parlato) è sicuramente quello di considerare un buon numero di variabili per capire se conviene agire ma se ti chiedessi di espormi quello che hai scritto
cammello ha scritto:
...il punto è se il P&L è tale da permetterti spazio di manovra se la situazione diventa dinamica. Esponevi sopra il dubbio se era il caso di "intervenire prima": in questo caso il theta residuo, unito al P&L non ti ha dato molto spazio per muoverti.
in termini che una macchina possa capire... che mi diresti?

Mi spiego meglio: a tuo avviso un buon criterio di hedging sistematico

  • deve incorporare le valutazioni che hai esposto;
  • va corretto secondo le valutazioni che hai esposto;
  • se tiene conto in modo implicito (quindi ha dentro Gamma, IV e tempo a scadenza) delle valutazioni che hai esposto è buono;
  • se non tiene conto in modo esplicito (quindi non vale avere dentro Gamma, IV e tempo a scadenza, deve confrontare direttamente le Greche) delle valutazioni che hai esposto non è buono.
(Ovviamente è a risposta multipla :D)
 
2. guardare il P&L at now: posso avere una strategia che in condizioni "stazionarie" (rozzamente: basso delta, basso gamma, basso theta, basso vega) può sembrare tranquilla; il punto è se il P&L è tale da permetterti spazio di manovra se la situazione diventa dinamica. Esponevi sopra il dubbio se era il caso di "intervenire prima": in questo caso il theta residuo, unito al P&L non ti ha dato molto spazio per muoverti. Terra terra, ma penso si capisca.
3. non è la stessa cosa, vista con i miei occhi. Posso essere arrivato ad un PL alto per caso o coincidenze inaspettate; incasso perché mi ero prefissato (prima) di uscire o ad una certa data (non voglio trovarmi in un angolo) o ad un certo guadagno/perdita (sai com'è
j2xgwDMBDSsnVA69OtCogRQzID4UOTOFEwAHkGJSmhPzgRIAFU7lagXmBJGuXwEwEMPlz8AaBEagAjDrBQAkcUj5iCtQwK0FSzhciBsQADs=
). Nel tuo caso mi sembra che interpreti il concetto di rischio più come legato all'azzardo che come pianificazione (anche qui, espresso pietosamente ma spero si capisco il salto mortale triplo carpiato)

C

Per onestà intellettuale devo dire che secondo la mia personalissima visione del trading per me guardare il P&L durante l'operatività è sbagliato.

Ho sempre affermato che i prezzi di carico, e quindi i P&L, in fase operativa non devono avere nessuna importanza. E ne sono ancora assolutamente convinta.

Si entra e si esce quando lo dice il mercato, ovvero il nostro "sistema" costruito sul mercato, e non quando ce lo dice il P&L, ovvero la nostra (per giunta volubile) percezione del rischio. Sistema che dovrà avere già implicitamente stimato il rischio dell'operazione in funzione anche della sua possibile durata e del capitale dedicatogli.

Questo vale in generale, anche quando il sistema si basa semplicemente su valutazione "fondamentali", perchè comunque andrà sempre fatto "in anticipo" un diagramma di flusso di tutte le eventualità e quindi delle nostre conseguenti mosse future (come sembri anche tu specificare nel punto 3).

Ovviamente per fare questo la pianificazione deve essere basata su quella benedetta modellizzazine "dinamica" che tanto ho predicato, e che dalle tue parole credo tu abbia intuito.

Cren è andato in fibrillazione in demo, figuriamoci se si fosse trovato in real. Ma gli manca ancora il tassello fondamentale: il metodo. Ed in questa fase il suo obiettivo dovrebbe essere unicamente quello di conoscere il mercato per tirar fuori questo benedetto metodo, e non quello di puntare al risultato (vero o simulato che sia).

Anche riguardo i margini tocca ripetermi: sono progettati per tutelare la controparte per un periodo breve, ma la nostra strategia potrebbe essere molto più lunga, ed in tal caso i margini non possono costituire sempre il nostro riferimento, visto che in alcuni casi il gamma potrebbe non perdonare. Sarà il nostro money management, il payoff attuale, le sue previste e pianificate modificazioni, la possibile durata dell'operazione, a dirci quanto dovremo "accantonare" per la stessa. Fermo restando che i margini sono sempre il limite ultimo per le nostre "manovre strette", e quindi comunque molto importanti.
 
Si entra e si esce quando lo dice il mercato, ovvero il nostro "sistema" costruito sul mercato, e non quando ce lo dice il P&L, ovvero la nostra (per giunta volubile) percezione del rischio. Sistema che dovrà avere già implicitamente stimato il rischio dell'operazione in funzione anche della sua possibile durata e del capitale dedicatogli.

Questo vale in generale, anche quando il sistema si basa semplicemente su valutazione "fondamentali", perchè comunque andrà sempre fatto "in anticipo" un diagramma di flusso di tutte le eventualità e quindi delle nostre conseguenti mosse future (come sembri anche tu specificare nel punto 3).

Ovviamente per fare questo la pianificazione deve essere basata su quella benedetta modellizzazine "dinamica" che tanto ho predicato, e che dalle tue parole credo tu abbia intuito.

tu sei molto più evoluta di me relativamente a modellazione hard, io sono più rustico; però una domanda: se metto in piedi una strategia che può guadagnare max 100 (lasciamo fuori le strategie a guadagno potenzialmente infinito, fonte di tanti fraintendimenti e illusioni) in 30 gg e mi trovo nella posizione di uscire dopo 10 gg con guadagno 60-70 o quello che vuoi tu, è così errato uscire? Inoltre se sono arrivato così in fretta rispetto all'atteso, avrò pure sbagliato qualcosa nella "previsione". Per certi versi meno si sta dentro meno si rischia.

Anche riguardo i margini tocca ripetermi: sono progettati per tutelare la controparte per un periodo breve, ma la nostra strategia potrebbe essere molto più lunga, ed in tal caso i margini non possono costituire sempre il nostro riferimento, visto che in alcuni casi il gamma potrebbe non perdonare. Sarà il nostro money management, il payoff attuale, le sue previste e pianificate modificazioni, la possibile durata dell'operazione, a dirci quanto dovremo "accantonare" per la stessa. Fermo restando che i margini sono sempre il limite ultimo per le nostre "manovre strette", e quindi comunque molto importanti.
Per i margini penso che sia da interpretare non come "minori sono, meglio è" ma come un parametro da tenere in considerazione per capire se all'evolversi della situazija sono ancora in grado di mettere in piedi le contro misure (almeno io ho capito così il riferimento di Imar). Che è un po' quello che scrivi alla fine, dopo l'autocitazione d'obbligo :D

C
PS: Cren poi ti rispondo
 
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La regola del «debordo» riportata da Imar, per esempio, è abbastanza facile da implementare (a proposito, Imar: tu suggeriresti di "aggiungerla" comunque a qualsiasi criterio usato o la useresti più come un "termometro" per capire se stiamo usando un criterio coerente?).

La seconda delle due.
Nel linguaggio di BSM, la regoletta empirica dice semplicemente che se hai comprato un delta di 0.3 -0.4, quando supera 0.5 di qualcosa devi aggiustare.

Il qualcosa non è quantificabile in un discorso generale ed astratto come quello in cui ci stiamo incartando.... :lol::lol: ma - poco ma sicuro - se non faccio nulla sto cercando il "long shot" e non sto operando nell'ambito del gamma scalping "ortodosso" (:D)

Così come puoi usare da "termometro" anche il discorso dei margini (che era ovviamente riferito a posizioni corte... molti concetti secondo me si capiscono meglio se si parte da posizioni corte e poi si cerca l'equivalente nel caso di posizioni lunghe..... ) che non ho inventato io, ma ne parla ad esempio anche Willmott..... PER ME era da intendersi in questi termini: data una certa posizione, il momento dell'aggiustamento è quando posso operare in modo da ridurre i margini richiesti senza peggiorare il profilo di P&L.
 
tu sei molto più evoluta di me relativamente a modellazione hard, io sono più rustico; però una domanda: se metto in piedi una strategia che può guadagnare max 100 (lasciamo fuori le strategie a guadagno potenzialmente infinito, fonte di tanti fraintendimenti e illusioni) in 30 gg e mi trovo nella posizione di uscire dopo 10 gg con guadagno 60-70 o quello che vuoi tu, è così errato uscire? Inoltre se sono arrivato così in fretta rispetto all'atteso, avrò pure sbagliato qualcosa nella "previsione". Per certi versi meno si sta dentro meno si rischia.

Quell'uscita anticipata deve venir fuori al verificarsi di una condizione che avevi previsto in fase di progettazione del metodo. Per la quale avevi già valutato in precedenza rischi e benefici, in funzione della sua applicazione sistematica.

Altrimenti è molto (troppo) facile che diventi una scelta errata, dettata dall'emotività del momento.

Per i margini penso che sia da interpretare non come "minori sono, meglio è" ma come un parametro da tenere in considerazione per capire se all'evolversi della situazija sono ancora in grado di mettere in piedi le contro misure

Sicuramente, ma si dovrebbero calcolare le possibilità di eventuali contromisure a monte dell'operazione, e quindi basarsi su personali "accantonamenti", pur sempre funzione dei margini.

Che è un po' quello che scrivi alla fine, dopo l'autocitazione d'obbligo :D

:-?
 

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