CHI INCITA ALL'ODIO CONTRO CHI NON SI VUOLE VACCINARE

un altro del PD BBBBUONO che sa cos'è la democrazia

“NON SIETE VACCINATE? TOGLIETEVI DAL CAZZO!” – così Bonaccini avrebbe offeso le insegnanti riminesi
31 Agosto 2021
Redazione
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Ci è arrivata alla casella di posta [email protected] una lettera a firma di una insegnante di Rimini che, assieme ad altre colleghe, nel pomeriggio di sabato sostiene di aver subito un episodio di aggressione verbale da parte del presidente della regione Bonaccini e del sindaco Gnassi.
“Una delegazione di insegnanti, tra cui me, aveva ottenuto dal presidente stesso tramite membri del PD l’autorizzazione ad incontrarlo personalmente per sottoporgli una richiesta: la legittimità a livello regionale dei tamponi salivari ai fini del rilascio del Green pass; la sede stabilita per l’incontro era la piazza stessa in cui sabato pomeriggio Bonaccini ha presentato il suo nuovo libro; l’incontro è avvenuto poco prima dell’inizio della conferenza”, precisa l’insegnate.
Quella che segue è la lettera inviataci con preghiera di diffusione. Se Bonaccini vorrà replicare, Byoblu si rende disponibile.
Cari concittadini,
sono un’insegnante precaria della provincia di Rimini che ha deciso di non rimanere in silenzio di fronte ad un episodio, a dir poco indegno di un paese democratico (che l’Italia non è più), nel quale sono stata coinvolta sabato pomeriggio.
Il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è stato invitato a presentare il suo nuovo libro a Rimini nel pomeriggio di sabato 28 agosto, alla presenza di altre personalità del PD della provincia riminese, in primis il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, e il candidato sindaco alle prossime elezioni, Jamil Sadegholvaad.
Dopo aver discusso con altri docenti riminesi che come me hanno una posizione dubbiosa sul vaccino, preoccupati per la gravissima discriminazione a cui siamo stati sottoposti con l’introduzione del Green pass, siamo riusciti ad ottenere la possibilità di incontrare di persona il presidente, poco prima dell’inizio della conferenza, per sottoporgli la nostra richiesta di rendere i tamponi salivari legittimi e validi per il rilascio del Green pass (in quanto meno invasivi rispetto a quelli naso-faringei, ma attualmente non validi per ottenere il lasciapassare).

Ecco il resoconto dei fatti.
Sabato pomeriggio attorno alle 18:45 il presidente Bonaccini è arrivato nel luogo della conferenza e, come da accordi, si è diretto verso noi docenti che lo stavamo aspettando. Non ci è stato concesso nemmeno il tempo di presentarci che lui, con toni violenti ed inquisitori, ci ha chiesto ad alta voce: “Siete vaccinate?”. Per un attimo siamo rimaste ammutolite, con gli occhi sgranati, ma lui ha subito rinnovato la domanda, quasi urlando, con un fare sempre più intimidatorio: “Siete vaccinate???”. Nei suoi occhi e nella sua voce vibravano un disprezzo e una rabbia tangibili. Ha proseguito sbraitando dinanzi ai nostri volti esterrefatti: “Io con i non-vaccinati non parlo! Non mi portate i non-vaccinati!”.
Ci siamo sentite come dei vermi che avrebbe schiacciato volentieri se solo avesse potuto.
Purtroppo le mie parole non riusciranno mai a rendere la durezza e l’aggresività di quei toni e il carattere violento, quasi irreale, di quella scena. Mentre Bonaccini ci esortava a “toglierci dal cazzo” (sic!), si è intromesso anche il sindaco Gnassi che, con le stesse maniere galanti del suo compagno e collega, mi ha spintonato e ha intimato perentoriamente a me e alle mie colleghe di andarcene subito.
Trovandomi faccia a faccia con il sindaco (che ho contribuito a far eleggere per ben due mandati e che fino a qualche tempo fa stimavo per l’impegno e la dedizione profusi per migliorare e valorizzare la nostra città), mentre mi cacciava come una reietta senza neanche avermi dato la possibilità di parlare, gli ho detto che mia madre era un’ex alunna di sua madre, una straordinaria insegnante di lettere che mia madre ha amato per i suoi ideali di uguaglianza e giustizia, che sapeva trasmettere ai suoi studenti; la sua risposta è stata: “Non me ne frega un cazzo di chi sei figlia! Toglietevi dai coglioni!”.
Sapere la mia identità interessava molto invece a qualcun altro poco distante.
Infatti, mentre mi allontanavo in uno stato di forte agitazione e smarrimento, due uomini mi hanno seguito: erano due agenti della Digos, in borghese, che mi hanno chiesto i documenti e li hanno fotografati.
Mi chiedo come dei politici possano aver tanto smarrito il senso della loro missione al punto da negare aprioristicamente il dialogo a chi non la pensi come loro, sostituendolo con aggressioni verbali, turpiloquio e spintoni. La storica lotta della sinistra per i diritti di tutti dove si è smarrita? Meschino ed ipocrita riempirsi la bocca di belle parole quando si tratta di donne afghane, migranti e lgbt (gruppi sociali che hanno il sacrosanto ed inalienabile diritto, come tutti gli esseri umani e tutte le altre specie viventi, ad una vita dignitosa e felice) e poi non dire una parola in favore dei propri concittadini così brutalmente discriminati, ma anzi fomentare il clima d’odio contro di essi.

Mala tempora currunt: sed peiora parantur?
Rimini, 30/08/2021
Un’insegnante precaria
 
un altro politico ex sindacalista che semina ODIO .... ci vogliono morti


Se un ex sindacalista invoca i cannoni di Bava Beccaris sulla folla
4 ore ago
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“Richiami in servizio Bava Beccaris che sa come trattare con questa gente. Questi terroristi”. Le parole che l’ex sindacalista attualmente esponente di + Europa rivolge al ministro degli Interni Lamorgese durante la puntata di “Stasera Italia” del 31 agosto sono di una gravità sconvolgente, ed evocano uno degli episodi più bui della storia italiana che condusse anche all’assassinio di re Umberto I da parte dell’anarchico Gaetano Bresci. Il richiamo al generale Fiorenzo Bava Beccaris, il “feroce monarchico Bava” come recita un canto anarchico è ancora più allucinante proprio se si pensa che arriva da un ex sindacalista della CGIL. Rinfreschiamo subito la memoria a chi non conosce la tragica storia dietro le infelici parole di Cazzola.
Tutto parte dalla cosiddetta “rivolta dello stomaco” ovvero i moti di Milano del maggio 1898 per l’aumento del prezzo del pane, causato dallo scarso raccolto del 1897 e dall’insipienza del governo che non volle abolire il dazio per l’importazione di grano, misura che avrebbe permesso di abbassare i prezzi. I poveri, ridotti alla fame, si rivoltarono: le proteste durarono dal 6 al 9 maggio 1898.
Il generale Fiorenzo Bava Beccaris fu l’uomo incaricato di sedare la rivolta. E lo fece sparando cannonate sulla folla e provocando 83 morti, di cui 81 fra i civili. Alle grida strazianti e dolenti/ di una folla che pan domandava,/ il feroce monarchico Bava gli affamati col piombo sfamò così cantavano gli anarchici e un anarchico italiano arrivato dall’America di nome Gaetano Bresci volle vendicare quei morti uccidendo, in un’assolata giornata estiva del 1900 a Monza, quel re Umberto I che aveva conferito a Bava Beccaris il titolo di grande ufficiale dell’Ordine militare di Savoia per “i servizi resi allo Stato”. In quell’occasione il generale, invece di comprendere che il gesto di Bresci era una conseguenza delle sue cannonate, arrivò a consigliare lo “squartamento” per l’anarchico, nonostante la pena di morte fosse stata abolita dal 1889. Bava Beccaris fu anche uno dei generali che, mezzo secolo dopo, consigliarono al re Vittorio Emanuele III di affidare il governo dell’Italia a Benito Mussolini.
Evocare Bava Beccaris vuol dire evocare una delle pagine più buie della storia patria: 83 morti in una repressione sanguinaria che Milano non aveva visto nemmeno sotto l’ “impiccatore” Radetzky dopo le Cinque Giornate e un regicidio. Senza comunque scordare il consiglio dell’anziano generale al successore di Umberto, consiglio che spianò la strada a vent’anni di regime.
Certo Cazzola è un “sindacalista pentito”, uno che è passato dalla difesa dei diritti dei lavoratori alla difesa dell’aberrante riforma del lavoro firmata da Elsa Fornero. L’evocazione del sanguinario Bava da parte di un esponente politico fa ben capire quale clima ora vi sia in Italia. Clima di repressione del dissenso.
ANDREA SARTORI


 
l'obiettivo di tutti questi insulti televisivi... tutti possono insultare e poi criminalizzare gli insultati
il prossimo passo?
è già successo nel secolo scorso

Dai “terroristi novax” alla (futura) Notte dei Cristalli?
10 ore ago
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Dopo la (mancata) aggressione il dottor Matteo Bassetti, di professione virologo e fotomodello
per Litrico, il medico che ne capisce più di quel “rincoglionito” di Montagnier, parla dei no vax come di “terroristi organizzati” chiedendone di fatto la messa fuorilegge come movimento eversivo.
Ovviamente il dottor Bassetti -e molti altri come lui- si limita a prestare il suo ego di dimensioni ciclopiche alla propaganda di uno Stato che, di proroga in proroga di stato di emergenza, mira a instaurare un regime. E quale miglior scusa se non quella di additare come terroristi ed eversivi coloro che criticano tale regime, levando loro non solo la libertà di parola ma arrivando persino alla criminalizzazione?
In questa dialettica i manovratori della narrazione hanno riesumato le tecniche persuasive in voga nel famigerato Terzo Reich.
E riprendiamo un discorso già fatto: perché a scuola non si studia in quale maniera il governo tedesco convinse una nazione moderna e culturalmente vivace come la Germania a seguirlo nelle sue follie?
In questi anni si è spesso ripetuto, in chiave antipopulista, che Hitler era andato al potere democraticamente.
Vero.
Però si è sempre omessa la seconda parte: come si è arrivati ad abolire la Costituzione tedesca? Perché il 27 febbraio 1933, un mese dopo l’insediamento del nuovo cancelliere, il Reichstag andò a fuoco pare a causa dell’azione di un estremista comunista, Marinus van der Lubbe. Questo fatto diede al neocancelliere il destro per far proclamare lo stato d’emergenza e per far firmare al vecchio presidente Paul von Hindenburg il famigerato Decreto dell’incendio del Reichstag che aboliva la maggior parte dei diritti civili garantiti dalla Costituzione tedesca del 1919. [quello che sta succedendo in Italia oggi sotto i nostri occhi]

Ma anche la persecuzione ebraica vera e propria nasce con un pretesto analogo.
A scuola si studia la famigerata Notte dei Cristalli, ma pochi sanno perché fu scatenata. Fu di fatto la “risposta” all’attentato mortale del diciassettenne ebreo Herschel Grynszpan ai danni del diplomatico nazista di stanza a Parigi Ernst Eduard vom Rath. L’attentato era dovuto alla disperazione di un ragazzo nei confronti di un governo che aveva già escluso gli ebrei dalla vita pubblica con le Leggi di Norimberga, ma ora il governo nazionalsocialista aveva la scusa per scatenare la persecuzione in grande stile, con le conseguenze che tutti conosciamo.
Bisogna essere davvero ciechi per non riscontrare tutte le analogie: basta sostituire “ebreo” con “no vax”, “leggi di Norimberga” con “green pass” e “Ernst Eduard vom Rath” con i vari “perseguitati dai no vax” di questi giorni, mentre invece “stato di emergenza” lo possiamo riprendere paro paro. E il bello è che quelli che stanno seguendo passo passo tutte le mosse di Baffino da Braunau si proclamano “antifascisti” e sino a ieri gridavano al pericolo fascista, che secondo loro era rappresentato da un food blogger col quale oggi governano pure.
A questo si aggiunga una dialettica davvero degna di un regime, fatta di “stanare”, “scovare casa per casa”, “sospendere i diritti civili a chi non si vaccina”, riportati dalle maggiori testate nazionali che ora paiono versioni 2.0 di “Der Stürmer” o del “Völkischer Beobachter”.
Ma ora con che coraggio il 27 gennaio si renderà omaggio alle vittime di quella immane tragedia ripetendo a pappagallo “perché non si ripeta mai più”? Con che faccia insegnanti che si sono piegati a questa narrazione continueranno a martellare gli alunni con la gloriosa Resistenza al nazifascismo?
Chi non conosce la Storia è destinato a ripeterla.
Chiediamo quindi al dottor Bassetti e ai suoi colleghi di comparsata televisiva di piantarla di spararle grosse perché, come quell’apprendista stregone che é, può evocare demoni. Si contenti di fare l’Uomo Litrico per le sartorie pensando che sì, in fondo anche le divise delle SS furono disegnate da Hugo Boss.
ANDREA SARTORI
 

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