FINANZA/ 2. Non basta un fondo a salvare l’Europa
Mauro Bottarelli
venerdì 28 ottobre 2011
Bene, ci sono volute dieci ore di vertice per scoprire, dalla voce di Nicolas Sarkzoy alle 4 del mattino, quello che sapevamo da almeno tre giorni. Le Borse, giustamente, ieri hanno festeggiato non avendo ancora ben elaborato e digerito il polpettone europeo: fossi in voi, attenderei però lunedì per cantare vittoria. Vediamo nel dettaglio. Il vertice ha deciso che: 1) ci sarà un taglio nominale del 50% del debito greco per i creditori privati, mentre quelli ufficiali (Bce e Fmi) non verranno interessati. Bene, lo sapevamo già e
quindi il taglio reale sullo stock di debito greco si abbassa al 28%. 2) Il rimanente del debito greco sarà rifinanziato a tassi preferenziali. Bene, lo sapevamo già.
Quali tassi, però? Non si sa. 3) Lo swap su questi bond dovrà essere fatto entro fine gennaio prossimo: unica novità, ma appare una mera scadenza temporale. 4) Maggiore supervisione dell’adesione greca al piano di austerity: Juncker, Barroso e soci ce lo stanno dicendo da settimane.
5) Il fondo Efsf sarà ampliato a leva di 4-5 volte: lo sapevamo già.
Come? Nessun dettaglio è stato fornito.
6) Non ci sarà coinvolgimento della Bce nell’Efsf: lo sapevamo già, visto che è la conditio sine qua non imposta dal Bundestag alla Merkel per negoziare.
7) Il presidente Sarkozy chiederà il coinvolgimento della Cina nell’Efsf: novità, peccato che
il prezzo da pagare - stante il no di Russia e Brasile, che al limite aiuteranno l’Ue solo attraverso il Fmi (non hanno riserve come la Cina da poter rischiare attraverso uno strumento derivato ibrido come l’Efsf) -
sarà l’apertura delle porte a Pechino di pacchetti azionari in primarie industrie e aziende Ue, oltre al riconoscimento della Cina come “economia di mercato”, quindi uno scontro politico e commerciale con gli Usa, oltre alla morte della manifattura europea e il trionfo del dumping. 8) Il fondo Efsf sarà un misto tra un’assicurazione diretta e un veicolo Spv in stile Enron: lo scrivo da almeno una settimana. 9) La potenza di fuoco stimata per il nuovo Efsf sarà tra 1 triliardo e 1,4 triliardi: lo ha imposto Wolfgang Schauble dieci giorni fa, non dovevamo aspettare l’annuncio di ieri.
10) L’Italia dovrà porre in essere specifiche misure per la riduzione del budget e del deficit: la vera novità sta nei contenuti (già bocciati da sindacati e opposizioni), ma l’esistenza della lettera era nota da almeno tre giorni, quelli seguiti all’aut aut europeo e che hanno visto l’ennesimo teatrino di Bossi sulla crisi di governo.
MA DOVE VOGLIAMO ANDARE???