CI SARANNO SEMPRE DEI SASSI SUL TUO CAMMINO. DIPENDE DA TE SE FARNE DEI MURI O DEI PONTI

Lo scorso giugno, promotori otto scienziati italiani di prim’ordine,
fu inviata ai Presidenti della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Senato, del Consiglio dei Ministri,
una Petizione che sostiene che quella del riscaldamento globale antropico (Rga) è, per farla breve, una leggenda metropolitana.

La petizione fu inviata sottoscritta da altri quasi 100 scienziati, tutti o di eccellenza a cui si sono aggiunti altri 100 scienziati in tutto il mondo.
In Italia è stata totalmente ignorata.

Uno dei 200 sottoscrittori la Petizione è il prof. Ernesto Pedrocchi, professore emerito di Termodinamica Applicata e di Energetica al Politecnico di Milano.

Da diversi anni il professore milanese studia il problema dei cambiamenti climatici e ha recentemente pubblicato un volumetto sul tema:
Il Clima Globale Cambia. Quanta Colpa ha l’Uomo (2019, Esculapio Editore, pp. 122, 18€).

Il saggio è diviso in due parti. Nella prima sono esposti i fatti nudi e crudi sul tema del clima,
tutti supportati da rigoroso riferimento bibliografico. Nella seconda parte l’Autore divaga con proprie considerazioni personali.


I fatti nudi e crudi sono i seguenti.

1. Il riscaldamento globale osservato negli anni 1950-2000 non è un caso anomalo, ma ci sono stati nel passato periodi anche più caldi e con variazioni anche più brusche.

2. La concentrazione atmosferica di CO2 ha cominciato a crescere prima che ci fossero significative emissioni antropiche e cioè in concomitanza col riscaldamento che è seguito al 1700.

3. Viceversa, gli aumenti di concentrazione di CO2 oltre i 300 ppm pre-industriali hanno irrilevante effetto sulla temperatura media globale:
quella tra concentrazione di CO2 e temperatura, infatti, non è una relazione proporzionale ma, detta in gergo, va “a saturazione”.

4. Invece, l’aumento di CO2 ha avuto benefiche conseguenze sull’aumento della vegetazione globale, inclusa l’aumentata produttività agricola.

5. È vero che i ghiacciai si sono ritirati e il livello dei mari sta salendo al ritmo di 3 mm/anno, ma entrambi i fenomeni hanno cominciato dopo il 1700.

Forte di questi fatti – e altri che scoprirete leggendo il libro – l’Autore conclude che le emissioni antropiche di CO2
non hanno nulla a che vedere col clima del pianeta, che è governato da fenomeni naturali estranei al nostro controllo.
 
Delle numerose considerazioni personali dell’Autore da ricordare quella di Richard Lindzen,
professore emerito di Fisica dell’Atmosfera al MIT e membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze Americana:

“Le generazioni future si meraviglieranno attonite come agli inizi del XXI secolo il mondo sviluppato
sia stato colpito dal panico isterico per un inesistente Rga”.

Conclude, amareggiato Pedrocchi:

“Il grave rischio di legare la lotta alla povertà alla lotta all’inesistente problema del Rga, comprometterà seriamente la lotta alla povertà”.
 
L’isteria dilagante per il riscaldamento globale è solo una delle innumerevoli manifestazioni di un fenomeno dilagante:

il social come nuovo oppio dei popoli.

In un periodo relativamente breve l’uomo moderno ha perso i punti di riferimento storici e i valori millenari e ne cerca di nuovi,
buttandovisi con furia cieca che ricorda il fervore religioso dei primi cristiani.

Purtroppo convincere i sostenitori del riscaldamento globale dell’infondatezza della loro fede
è come provare a discutere con un fanatico religioso e confutare le sue credenze.

Credere al riscaldamento globale è appunto un atto di fede, e come tale nulla e nessuno può contrastarlo.

Solo il tempo farà si che, come altre fedi, scivoli nell’oblio.
 
R.i.P.

I cronometristi erano in attesa del potente motoscafo alla “lunata” della bocca di porto del Lido,
per verificare che avesse battuto il record di velocità off-shore da Montecarlo e Venezia,
una navigazione ininterrotta di 22 ore, con una sola sosta per il rifornimento a Roccella Jonica.

Ma proprio sul traguardo il potente natante è andato a schiantarsi contro la diga artificiale costruita per proteggere le strutture del Mose.

Tre dei quattro occupanti sono morti
.

Tra di loro c’è l’ingegnere Fabio Buzzi, 76 anni di Lecco, proprietario di cantieri nautici,
fornitore di imbarcazioni per molti eserciti nel mondo e, soprattutto, espertissimo pilota di motoscafi.

L’incidente è avvenuto poco dopo le 21. Probabilmente l’equipaggio è stato tradito dalla velocità e dal buio.

Non si è accorto che stava finendo contro la diga posta di fronte alla bocca di porta tra il Lido e Punta Sabbioni.

Uno schianto terrificante. L’allarme è stato immediato, ma i soccorsi si sono rivelati inutili per tre dei quattro occupanti.
In quel braccio di mare si sono precipitati mezzi dei vigli del fuoco e della Capitaneria di porto. Una scena straziante.
Due persone decedute nello scafo praticamente affondato. Una terza ferita. E un disperso.

Nonostante l’oscurità i vigili del fuoco sono riusciti a trovare in acqua anche il terzo corpo.
E così si è cominciato a ricostruire la dinamica di un incidente piuttosto sorprendente
se si considera la tecnologia per vedere al buio installata sull’imbarcazione.


Le vittime, oltre al progettista Fabio Buzzi, sono un pilota americano e Luca Nicolini - anch'egli di Oggiono.
E’ rimasto ferito in modo grave, invece, Mario Invernizzi, già campione del mondo offsfore.

La conferma è venuta da Giampaolo Montavoci, anch’egli campione del mondo di motonautica
e presidente della commissione nazionale offshore ed endurance.

L’imbarcazione era molto potente, praticamente un siluro
.
E’ infatti lunga una ventina di metri e dotata di motori che permettono di raggiungere velocità massime di 70 nodi (circa 130 chilometri all’ora).
E’ solo con natanti così potenti che si può effettuare una traversata da record.

Il 12 luglio 2016 proprio Buzzi (nell’equipaggio anche Mario Invernizzi, Antonio Binda, Eric Hoorn e Stefano Gibelli)
aveva stabilito il nuovo primato con il tempo di 22 ore 5 minuti e 42 secondi.

Il precedente primato era stato stabilito da Invernizzi nel 2011 con “KeraKoll”, un’imbarcazione da competizione:
aveva fermato il cronometro a 22 ore 13 minuti e 17 secondi, con una media di 51 nodi.

Cinque anni dopo, quindi, Buzzi aveva fatto meglio di 7 minuti e 35 secondi, utilizzando l’imbarcazione FB60 “Ognitempo”,
lunga 18 metri e progettata per operazioni di salvataggio e controllo marittimo con 2 motori MTU da 1600 hp
. Era un prodotto del cantiere nautico FB Design fondato da Buzzi nel 1971. Un’eccellenza mondiale.

Per l’ingegnere-produttore, la Montecarlo-Venezia – lunga 1.161 miglia – oltre che un’affascinante impresa
era anche l’occasione per collaudare i suoi prodotti nautici, in vista di forniture a corpi militari in tutto il mondo.

Buzzi aveva cominciato a correre in barca partecipando alla Pavia-Venezia nel 1960.
Si era laureato in ingegneria al Politecnico di Torino. Per Mursia ha pubblicato il libro “Progettare per vincere”.
E’ stato per dieci volte campione del mondo offshore e come progettista ha vinto 55 titoli mondiali. Una leggenda.

Che aveva fatto della ricerca spinta, per rendere gli scafi sempre più sicuri e veloci, un motivo di orgoglio.
“Una nave non deve affondare mai. E’ paradossale che un secolo dopo il Titanic, si sia ripetuto con la Concordia lo stesso disastro”
aveva dichiarato all’epoca del naufragio dell’Isola del Giglio.

E aveva sviluppato la tecnologia più all’avanguardia anche per quanto riguarda la visione notturna.

Per questo appare alquanto inspiegabile che piloti così esperti non sapessero che di fronte a loro,
alla bocca di porto del Lido è stata realizzata una “lunata” in sassi a protezione del Mose.
E che non si siano accorti che ci stavano finendo addosso.
 
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L'imprenditore Fabio Buzzi e il pilota Luca Nicolini e sotto Mario Invernizzi, rimasto ferito

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Non si è mai contenti ........la classe con bambini stranieri è la soluzione migliore.
Nessuno rimane indietro nell'apprendimento legato ai problemi linguistici.
Vanno avanti sullo stesso piano.

Sostiene che nella scuola materna del figlio ci sia "un grave problema di integrazione": troppi piccoli stranieri.
Da lì la scelta di portarlo via.
A deciderlo è stato un padre di 34 anni, di origini marocchina, laureato e impiegato a Bologna, arrivato in Italia all'età di quattro anni.
Secondo quanto riportato dal Cds l'uomo ha la cittadinanza italiana, esattamente come la moglie, nata in Italia da due genitori arrivati nel capoluogo emiliano nel 1967.

"Non voglio passare per razzista proprio io che sono marocchino, ma il Comune lo deve sapere
che non si fa integrazione mettendo nelle classi più di 20 bambini stranieri", ha detto l'uomo.

Il 34enne, che ha sempre voluto mantenere vive le sue origini ed è musulmano praticante,
ha raccontato come è avvenuta la scelta della struttura dove inserire il figlio:
"Al momento dell'iscrizione abbiamo indicato le quattro scelte richieste dal Comune:
nelle prime tre scuole che avremmo preferito non c'era posto, ci hanno inseriti nella quarta".

Il piccolo è, quindi, stato iscritto in una scuola dell'infanzia del San Donato-San Vitale, fuori Massarenti.

Il giorno dell'open day, il genitore aveva avuto la percezione che si lavorasse molto sull'integrazione:
"Avevo visto disegni con le bandiere di tutte le nazionalità nella scuola, ma quando siamo arrivati a scuola
il primo giorno ci siamo trovati in una classe con tutti i bambini stranieri". Tranne il loro.

Secondo la testimonianza del padre, "le maestre facevano fatica addirittura a pronunciare i nomi dei bambini".

Che, una volta rientrato, insieme alla moglie, decide di telefonare all'ufficio scuola del suo quartiere:
"La prima risposta che mi hanno dato è che, se non mi andava bene, il posto l'avrei dovuto rifiutare mesi prima,
ma io non me lo sarei nemmeno sognato. Chi può conoscerla e immaginarla la composizione di una classe nella materna?
E soprattutto chi poteva immaginare che facessero classi con soli bambini stranieri?".

L'ufficio, all'uomo avrebbe risposto che nella classe erano presenti "otto bambini italiani", ma il genitore puntualizza:
"Ma sono italiani come il mio, cioè con cittadinanza italiana, figli di genitori immigrati, molti dei quali non parlano ancora l'italiano".

Il 34enne vorrebbe ora togliere il proprio figlio dalla scuola comunale:
"Stiamo cercando una privata, siamo disposti a pagare, ma il problema è che in Italia le private sono quasi tutte cattoliche e noi siamo musulmani".

E conclude: "Noi siamo genitori attenti e non ci basta che nostro figlio stia in un posto tutto il giorno,
perché noi dobbiamo lavorare, vorremmo un posto che favorisca la sua crescita e che lo aiuti a sentirsi parte di questa città.
Com'è possibile in una classe con più di 10 nazionalità diverse?
Non è possibile, tenere 19 bambini stranieri insieme non è fare integrazione è ostacolarla".
 
Eccola qui la prima ..........fa il salto della cadrega.

«Ho deciso di accettare l’invito che mi ha rivolto Matteo Renzi di partecipare sin dal principio,
senza attese e tatticismi, alla fondazione di Italia Viva. Una casa dei riformisti e dei liberaldemocratici,
libera dalle contraddizioni interne mai risolte nel Pd e fieramente incompatibile con forze sovraniste
che è ormai velleitario pensare di poter arginare con logiche diverse dalla contrapposizione politica».

A parlare così è stata la senatrice Donatella Conzatti, di Forza Italia:
«In assenza di novità politiche di rilievo, sarei rimasta nel gruppo parlamentare FI,
dove ho trovato e conosciuto molte persone di grande spessore umano, politico e culturale,
molte delle quali vivono con disagio non dissimile dal mio la crescente consapevolezza di non poter più arginare,
ma ormai soltanto subire le posizioni di matrice sovranista e antieuropeista».

Ieri Conzatti era attesa alla cena organizzata da Mara Carfagna con i parlamentari azzurri «anti-sovranisti» alla quale poi non ha partecipato.
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Tortuosa la parabola politica di Donatella Conzatti: nel 2013 era nel partito di Monti, Scelta Civica,
poi è passata alla segreteria del partito di Lorenzo Dellai Unione per il Trentino.
Dopo ancora ha partecipato alle direzioni di Alternativa Popolare di Angelino Alfano,
alla costituzione di Civica Popolare di Beatrice Lorenzin (collocata nel centrosinistra)
e quasi contemporaneamente alla costituzione di Noi con l’Italia (collocata nel centrodestra).

Infine era approdata a Forza Italia, eletta senatrice nel collegio di Rovereto grazie ai voti del centrodestra.
 
Ultima modifica:
Povero berlusca...che fine hai fatto. Ma chi sei andato a prendere ?

Ieri infatti si era parlato di una quarantina, se non di più, di parlamentari invitati da Carfagna al ristorante Gina ai Parioli a Roma.

Una cena «fra amici» di cui la stessa Carfagna ha tenuto a precisare che non fosse di natura «scissionistica» e altrettanto hanno detto molti dei partecipanti alla serata.

Tra gli invitati sarebbero figurati i due vicepresidenti del gruppo alla Camera Gianfranco Rotondi e Roberto Occhiuto;
l’ex presidente della Regione Lazio, Renata Polverini; l’ex sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo;
Matteo Perego; Francesco Cannizzaro e Felice Maurizio D’Ettore.

E ancora. Secondo quanto risultava all’Adnkronos, alla cena erano stati invitati alcuni parlamentari della cosiddetta area sudista:
i deputati Paolo Russo, Enzo Fasano e Gigi Casciello; i senatori Domenico De Siano (quest’ultimo è il coordinatore regionale in Campania) e Luigi Cesaro.
Tra i senatori, anche Urania Papatheu, l`ex tesoriere del partito, Maria Rosaria Rossi; Massimo Mallegni, la Ripani.

Altri nomi? la siciliana Matilde Siracusano, la «calabrese» Iole Santelli, Micaela Biancofiore, Andrea Cangini, Mugnai e sembrerebbe anche la Conzatti.
A sopresa ci sarà anche Renato Brunetta previsto al ristorante ai Parioli in compagnia della moglie Titti.

Il gruppo dei 58
Mara Carfagna ha poi parlato di incontro avvenuto in un clima sereno, senza scopi di liquidare il partito.

«Né salviniani né renziani ma per sempre berlusconiani», ha detto ieri la vicepresidente della Camera che ha organizzato l’incontro.

58 i presenti, tra cui figurano anche nomi che erano stati indicati come pronti per andare nel partito di Matteo Renzi
e che invece restano attaccati alla maglia di FI: Massimo Mallegni e Andrea Causin. Inoltre c’era Andrea Cangini.


Biancofiore: «Immorale»

«La Conzatti purtroppo ha un curriculum che ne evidenzia tutta la sua immoralità politica,
saltellando da un partito all’altro incurante delle promesse fatte agli elettori che le hanno dato
il mandato parlamentare grazie ad una precisa coalizione politica
, il cui programma le era noto prima della candidatura.
La senatrice di suo non ha infatti un voto anche se millanta che i voti della lista civica di Monti in Trentino nel 2013 fossero suoi e non di Dellai.
Le idee poi della senatrice oltre ad essere poche e circoscritte al suo ego, sono confuse.
Parla di popolarismo aderendo al partito di Renzi, cioè di colui che da presidente del Consiglio e del Pd fece aderire il partito al PSE?
Per Forza Italia, nonostante qualche voce fuori dal coro che ha dimostrato di non conoscere il territorio e la persona
e non aver rispetto per la lealtà di partito, è una libertà da una lenta agonia che allontanava gli elettori inferociti dal saccheggio politico subito,
a Renzi mi sento di dire una sola cosa. Auguri, se pensa di recuperare consenso con questa gente, ha già perso la scommessa.
Forza Italia del Trentino Alto Adige, alla luce degli avvenimenti è più unita che mai e pronta a rilanciare l’azione sul territorio nella chiarezza, nell’amicizia, nella lealtà», conclude.
 
Che schifo. Che schifo. Che schifo....e noi paghiamo i pedaggi per pagare lui.

Giovanni Castellucci lascia la guida di Atlantia.

Il consiglio di amministrazione della capogruppo di Autostrade per l’Italia e degli Aeroporti di Roma,
riunitosi martedì a Roma in seduta straordinaria, ha accettato il passo indietro del top manager
che lascia dopo 18 anni con un «incentivo all’esodo» da circa 13 milioni di euro.

Atlantia si riserva però «di non procedere al pagamento qualora dovessero emergere condotte dolose comprovate e accertate a danno della società».
 

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