si prevede un buon 2011...per borse usa
speriamo bene si parla di un buon 2011 per economia usa....
Gli Usa si fanno belli per il 2011
Morningstar - 28/12/2010 10
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La situazione macroeconomica americana, nonostante alcuni punti deboli, si sta rafforzando. Resta il problema della disoccupazione. Gli Stati Uniti si vogliono presentare all’appuntamento di Capodanno in forma. I numeri non gli mancano. L’indice Msci Nord America nell’ultimo mese (fino al 27 dicembre e calcolato in euro) ha guadagnato il 6,12%, portando a +23,7% la performance da inizio anno.
Il quadro macro è convincente
Dal punto di vista macroeconomico la congiuntura Usa nel terzo trimestre dell’anno è cresciuta a un tasso (annualizzato) del 2,5%. “E’ un risultato superiore al 2% precedentemente stimato”, spiega uno studio di Morningstar. “Ma è anche la conferma che il rallentamento della crescita registrato dalla scorsa primavera ha fatto meno danni del previsto”.
Le cose sono andate meglio delle previsioni anche sul fronte dei consumi privati, degli investimenti e delle esportazioni, mentre le importazioni sono state al di sotto delle stime. In buona salute è il settore corporate. “Le aziende hanno registrato una crescita dei profitti media, rispetto all’anno scorso, del 28%”, prosegue il report. “La speranza, a questo punto, è che i maggiori utili si trasformino in nuovi investimenti nei prossimi mesi in modo che si possa avere una crescita degli ordinativi per beni e servizi”.
Anche se la Federal Reserve ha rivisto al ribasso le stime sul Pil di quest’anno, l’andamento di altri indicatori macro resta al di sopra delle attese. Nonostante la stagnazione del mercato del lavoro, ad esempio, nell’ultimo periodo gli stipendi sono migliorati, anche se rimangono sotto i massimi del 2008. Si nota, inoltre, una progressiva diminuzione nel numero delle richieste di sussidi di disoccupazione, anche se è ancora presto per dire che gli Stati Uniti siano arrivati a un punto di svolta. Nelle sue ultime analisi, la Fed si aspetta che il tasso dei senza lavoro resti intorno all’8% almeno fino al 2013. Se questa previsione si avverasse ci sarebbero problemi per la domanda interna, anche se gli stipendi dovessero continuare a crescere.
Gli effetti del QE
Per il momento, tuttavia, le famiglie sembrano aver riacquistato un po’ di ottimismo. Gli ultimi dati sulla fiducia dei consumatori sono stati migliori delle attese. Questo fa pensare agli economisti della Banca centrale Usa che il Pil l’anno prossimo possa registrare un miglioramento compreso fra il 3% e il 3,5%. Più cauta la
National Association of Business Economists che prevede una salita del 2,6%.
Gli operatori, nel frattempo, stanno cercando di studiare gli effetti dell’ultima manovra lanciata dal governo per dare una spinta dell’economia, che prevede l’acquisto da parte della Fed di bond per un totale di 600 miliardi di dollari (il cosiddetto
Quantitative Easing2 o QE2). “La mossa ha attratto qualche critica e molto scetticismo”, dice lo studio di Morningstar. “Qualcuno si chiede se questa operazione da sola basterà. Alcuni paventano il rischio di una crescita dell’inflazione. In realtà secondo noi l’istituto centrale ha semplicemente preso atto dei dati sui prezzi al consumo che indicavano una situazione vicina alla deflazione e hanno agito di conseguenza. Il vero pericolo, a questo punto, è che la corsa dei prezzi diventi troppo veloce costringendo la banca a un improvviso rialzo dei tassi”.