CMC Ravenna 6,875% 2017-22 (XS1645764694) - 6% 2017-23 (XS1717576141)

Ripeto la mia umilissima opinione :

QUESTI DEVONO FALLIRE

Non possono restare impuniti e liquidarci così...

Qualcuno ci penserà...

Sono confident...

Questo è uno dei più grossi scandali finanziari mai accaduti nel bel paese...
 
Ripeto la mia umilissima opinione :

QUESTI DEVONO FALLIRE

Non possono restare impuniti e liquidarci così...

Qualcuno ci penserà...

Sono confident...

Questo è uno dei più grossi scandali finanziari mai accaduti nel bel paese...



ok, ma non e' il caso di chiedere ad un esperto come ci si deve muovere
 
Ripeto la mia umilissima opinione :

QUESTI DEVONO FALLIRE

Non possono restare impuniti e liquidarci così...

Qualcuno ci penserà...

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Questo è uno dei più grossi scandali finanziari mai accaduti nel bel paese...



ok, ma non e' il caso di chiedere ad un esperto come ci si deve muovere
Facciamolo
 
Il Resto del Carlino Ravenna 09/05/19
L' accusa: «Così favorivano le imprese»
Istituzioni e intermediari avrebbero puntato su tre aziende, fra cui la Cmc
COMPARE il nome della Cmc nella nuova inchiesta giudiziaria sulla Regione Calabria e che coinvolge anche il sindaco di Cosenza aspirante candidato governatore alle amministrative del prossimo inverno. La Procura di Catanzaro ha inviato un avviso di conclusione indagini a 20 persone, tra le quali il governatore Mario Oliverio, l' ex consigliere regionale Nicola Adamo, entrambi del Pd, e il primo cittadino di Cosenza Mario Occhiuto, di Fi, oltre a dirigenti e funzionari regionali. Le accuse ipotizzate a vario titolo: associazione a delinquere, frode nelle pubbliche forniture, turbative d' asta, corruzione e traffico di influenze illecito.
L' INCHIESTA, portata avanti dai carabinieri del Comando per la tutela ambiente di Roma e, in una seconda fase, anche dai finanzieri del Nucleo di polizia economica e finanziaria di Catanzaro, è condotta dal pm Vito Valerio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore Nicola Gratteri. Riguarda una serie di appalti, tra i quali la metropolitana Cosenza-Rende-Unical, il nuovo ospedale di Cosenza e il museo di Alarico. Il presidente della Regione insieme all' altro promotore dell' associazione, individuato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro in Nicola Adamo (che esercita «la propria esclusiva influenza su Oliverio del quale è consigliere di fatto e suggeritore delle principali strategie»), al dirigente del dipartimento Infrastrutture della Regione, Luigi Giuseppe Zinno, e al direttore generale delle Ferrovie della Calabria, Giuseppe Lo Feudo, avrebbero favorito l' aggiudicazione dell' appalto per la realizzazione della metropolitana leggera di superficie tra Cosenza, Rende e l' Università della Calabria, in favore del raggruppamento di imprese costituito dalla Cmc (Cooperativa muratori e cementisti) e dalla Caf (Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles) in avvalimento con la Francesco Ventura Costruzioni ferroviarie. Tra i venti indagati figurano Rocco Borgia e Giuseppe Trifirò, che dagli atti delle indagini figurano in rapporti con la Cmc. Quello che è emerso, per gli investigatori, è l' esistenza di un gruppo organizzato che, nei rispettivi ruoli politici, amministrativi, istituzionali e imprenditoriali, operava al fine di orientare in proprio favore le attività connesse alla opere pubbliche. Interpellata sulla vicenda giudiziaria, la Cmc ha scelto di non commentare «nel rispetto dell' inchiesta in corso».

Lorenzo Tazzari
 
Repubblica 12/05/19
Braccio di ferro Salini-Cdp sul polo delle costruzioni, di LUCA PAGNI
La Cassa pone le condizioni: governance condivisa e operazione allargata ad altre aziende in difficoltà
Milano Cassa depositi e prestiti è disponibile a far parte dell' operazione che, facendo perno attorno al gruppo Salini Impregilo, porterebbe al salvataggio di Astaldi, attualmente in concordato. Facendo nascere un " polo delle grandi opere" di cui in seguito potrebbe far parte anche Condotte, società in amministrazione controllata. Ma una decisione definitiva non è stata ancora presa, mentre il tempo a disposizione è sempre di meno.
A pochi giorni dalla scadenza entro la quale Astaldi dovrà presentare il piano concordatario per mettersi così in sicurezza, Cassa depositi e prestiti non ha ancora sciolto la riserva. La proposta è attesa per il 20 maggio, quando anche da parte di Salini Impregilo si dovrebbe avere la conferma della disponibilità ad un aumento di capitale necessario per avviare un processo che potrebbe portare a una nuova aggregazione.
Ma nonostante manchino solo otto giorni al traguardo, i vertici della Cassa guidata da Fabrizio Palermo hanno ancora più di una remora. Pur avendo dato a loro volta la disponibilità per far parte di una futura compagine societaria, i colloqui con Impregilo Salini hanno subito un rallentamento. Più che altro, Cassa non ha ancora avuto risposte, dal suo punto di vista, considerate soddisfacenti. In particolare, Cdp ha fatto sapere alle parti coinvolte che sarà della partita a patto che i soldi pubblici siano destinati a un investimento che abbia le caratteristiche di « una operazione di sistema » . Mentre non sarebbe disponibile a una operazione in cui c'è solo una società che ne acquista un'altra, pur nel fondamentale intervento di salvataggio di lavori già assegnati e posti di lavoro.
Cosa significa? In pratica, Cdp parteciperà alla nuova aggregazione a determinate condizioni. La prima delle quali è la costruzione di un percorso nel quale non sia compreso solo Astaldi. Ma che venga poi allargato ad altre aziende in difficoltà del settore. Come già segnalata c'è il gruppo romano Condotte in amministrazione controllata, ma in Emilia c'è anche il gruppo Cmc (al quale, in verità, è interessato anche il gruppo Pizzarotti, uno dei pochi in salute nel settore). Inoltre, Cdp ha fatto presente che un'operazione di consolidamento del settore che sia di "sistema" dovrebbe portare a una società con precise regole di governance. Il che tradotto significa che per quanto sarà inevitabilmente Impregilo Salini ad avere il ruolo principale, le regole dovranno tenere conto della partecipazione strategica di Cdp, così come delle banche creditrici. In pratica, ci dovranno essere quei contrappesi che garantiscano tutti i partecipanti.
L'intervento della Cdp è necessario anche per sostenere gli investimenti futuri, perché si tratta di un settore delicato dove i ritardi per i pagamenti di una grande opera possono causare squilibri finanziari importanti. Ne sa qualcosa Astaldi, con quanto accaduto nella realizzazione del terzo ponte su Bosforo a Istanbul.
D'altra parte, per il settore in Italia è quanto mai necessario avere un gruppo con dimensioni sufficienti per reggere l'urto con i colossi europei. Basti ricordare che il gruppo nato dalla fusione tra Impregilo e Salini - nonostante la crescita dimensionale che l'ha portata ad avere un giro d'affari per oltre 6 miliardi - ha recuperato solo due gradini nella classifica dei grandi costruttori del Vecchio Continente. E si trova ora in nona posizione. Ancora molto distante, in termine di fatturato dal podio. Al primo e al secondo posto si trovano due gruppi francesi: Vinci con un giro di affari di 40,1 miliardi e Bouygues con 35,7 miliardi, con gli spagnoli di Acs a ruota con un fatturato pari a 35 miliardi. Crescere ancora sarebbe quanto mai fondamentale.
 
La Verità 12/05/19
I legami del massone vicino al Giglio magico con le aziende pubbliche all'epoca di Renzi di giacomo amadori e fabio amendolara
Borgia, in rapporti con il faccendiere Russo coinvolto nel caso Consip, si interessò alle bonifiche e alla costruzione dell'ospedale di Trento
C' è un filone carsico nell'inchiesta calabrese per associazione per delinquere e corruzione che ha coinvolto anche il governatore Pd della Regione Mario Oliverio. Riguarda i rapporti d' affari di alcuni maggiorenti del Pd con la Cooperativa muratori e cementisti (Cmc) di Ravenna, colosso «rosso» delle costruzioni. Il trait d' union è Rocco Borgia, settantaquattrenne di Melicucca (Reggio Calabria), un massone in sonno (assicura lui) e consulente di Cmc, considerato il finalizzatore degli interessi dell' associazione «nelle fasi di aggiudicazione delle gare pubbliche». Il presunto grembiulino a riposo, amico degli amici di Tiziano Renzi, avrebbe avuto le porte aperte dentro a società controllate dal governo, quando a Palazzo Chigi c' era Matteo Renzi. Ma il procedimento, al contrario di altri, ci ha messo quattro anni a deflagrare e, alla fine, come un residuato bellico è esplosa solo in parte e ha colpito con le sue schegge (il tribunale ha disposto solo misure interdittive) le retrovie di una classe dirigente piddina ormai in rotta. Ma dei rapporti di Borgia (indagato per associazione per delinquere e turbativa d' asta) con i ministeri non è rimasta traccia nell' ordinanza del gip emessa a inizio settimana.
il pedinamento Il 20 settembre 2016 i carabinieri del comando tutela ambiente avevano pedinato e fotografato Borgia mentre passeggiava per Roma con Carlo Russo, l'aspirante faccendiere imputato per Consip (il 28 maggio c'è l'udienza per il rinvio a giudizio) e in stretti rapporti con Renzi senior, Luca Lotti e il Pd toscano. I due erano stati a pranzo in via Veneto con una dirigente dell'Inps che gestiva gli appalti che interessavano all'imprenditore Alfredo Romeo, il presunto corruttore della compagnia.
Mentre investigano i militari dell'Arma scoprono i collegamenti di Borgia con la politica calabrese e con i suoi affari e inviano le carte alla Procura di Catanzaro. In particolare il 28 novembre 2016 il capitano Ivano Bigica, alla guida della sezione operativa centrale del reparto che aveva pedinato Borgia e Russo, trasmette una corposa informativa che dedicava a Borgia ben sette paragrafi. Dall'annotazione riepilogativa apprendiamo che il fascicolo era stato avviato nel 2015, riguardava 20 indagati e doveva accertare «la presenza e l'operatività sul territorio nazionale di una struttura ramificata operante principalmente nel settore degli appalti pubblici, dedita al traffico di influenze illecite, corruzione, concussione, abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata». Eravamo in pieno governo Renzi e l'inchiesta coinvolgeva uno dei pochi governatori in quota Bullo, Oliverio, ex comunista folgorato sulla via di Rignano sull'Arno.
Ma se il procedimento gemello su Consip (quest'ultimo trattava reati analoghi, ma collegati alla gestione della centrale acquisti della Pa) esplose mediaticamente proprio a fine 2016, l'indagine catanzarese dopo l'informativa finale dei carabinieri è rimasta riservata per altri due anni e mezzo. Nel luglio del 2017 La Verità svelò che nel capoluogo calabrese gli inquirenti investigavano su Borgia. Il procuratore Nicola Gratteri, che Renzi aveva provato ad arruolare nel suo governo trovando l'opposizione del presidente Giorgio Napolitano, inviò un comunicato alle agenzie, in cui si esibiva in una rettifica sugli specchi: «Smentisco totalmente, perché si tratta di una notizia falsa, di avere riferito al giornalista Giacomo Amadori di un'indagine "sugli amici di babbo Renzi"». Quindi negava solo di aver parlato con noi (comprensibile), ma alcuni giornalisti calabresi vollero interpretarla come una smentita della notizia e arrivarono a immaginare un «trappolone (fallito)» ai danni di Gratteri, ordito da chi scrive e da un collega calabrese. Ovviamente la notizia era vera e Borgia era sotto inchiesta. Ma vediamo che cosa emergeva già allora dall'informativa.
Alcuni spunti investigativi non avevano alcuna relazione con la presunta cricca del governatore Oliverio e chissà che non abbiano portato all'apertura di qualche altro fascicolo in giro per l'Italia.
Secondo gli investigatori Borgia si mostra interessato, in particolare, ad altri due grandi affari: i progetti del polo ospedaliero di Trento e gli appalti per le bonifiche bandite dalla Sogesid, la società in house del ministero dell'Ambiente. Nel primo caso, Borgia fiuta aria di gara e manda un sms a tale Giuseppe Trifirò, direttore sviluppo di Cmc, e gli suggerisce di contattare il loro uomo ai piedi delle Dolomiti: Mario Malossini, presidente della Provincia autonoma di Trento dal 1989 al 2002. Borgia in poco tempo riesce a sapere perfino chi scriverà il bando. E commenta: «La partita la gestisco io». Organizza una riunione, perché «è probabile», dice, «che vorremo anche qualche suggerimento». Subito dopo emergono i contatti che per i carabinieri sono «da approfondire»: con la Patrimonio dello Stato spa, con Giancarlo Innocenzi Botti e Paolo Bordon. La prima è una società per azioni pubblica costituita per la valorizzazione, la gestione e l'alienazione del patrimonio statale; il secondo era il presidente di Invitalia, l'agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, partecipata al 100% dal ministero dello Sviluppo; il terzo in quel momento era il direttore dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento. La riunione cruciale, intercettata dalle microspie, avviene proprio negli uffici di Invitalia. Vi partecipa anche l'onnipresente Borgia.
Ma nella fase delle intercettazioni l'appalto per l'ospedale di Trento appare ancora un affare agli albori, mentre il settore della progettazione e della modifica degli impianti di depurazione è sicuramente più concreto. Soprattutto per le cifre: il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) aveva appena sbloccato quasi 2 miliardi di euro per la depurazione delle acque e per la bonifica dei siti contaminati. In Calabria vengono individuati ben nove siti d'interesse.
la Sicilia Ma c'è anche la Sicilia e qui compare la Sogesid del ministero dell'Ambiente. «Il gruppo investigato», annotano i carabinieri, «dimostra particolare interesse nell'organizzare delle strategie volte ad acquisire delle condizioni di vantaggio e supremazia nell'aggiudicazione dei fondi stanziati».
Ma come fare per raggiungere una posizione di privilegio?
Secondo gli investigatori «viene acquisita grazie alle interrelazioni stabilite da Borgia con i vertici della società in house del ministero». Spunta una telefonata con Marco Staderini, ad di Sogesid. Un uomo che vanta, oltre a un legame molto stretto con Pier Ferdinando Casini (oggi senatore eletto nelle liste del Pd), anche incarichi di ogni genere e in qualsiasi settore: nel suo curriculum posti di vertice in Lottomatica, Sogei, Ferrovie, Rai e Acea, la multiutility romana per acqua e rifiuti. Dopo diverse chiacchierate, Borgia punta sull'impianto di depurazione di Misterbianco, in provincia di Catania, e con un architetto valuta come ottenere l'aggiudicazione. Gli uomini dell'Arma segnalano alla Procura: «Di questo periodo risultano di particolare interesse gli incontri a Roma e i contatti tra Borgia e Staderini». L'informativa si chiude così. Era il 2016. Nel 2019 il gip di Catanzaro ha chiuso i capitoli calabresi. Chissà se il filone sommerso riemergerà in qualche altra Procura
 
Questi fanno proprio paura...
Allocchì noi ad avere creduto ad una azienda nella quale una cupola ha gestito il tutto pro domo loro...
E il bello è che dopo averci fatto fallire a noi, loro intendono perpetuarsi forever al vertice della azienda...
I am disgusted
 
Il Resto del Carlino Ravenna 14/05/19
IL REBUS DELLA VERTENZA
Soluzione per i cantieri della Cmc in Sicilia
SEMBRA profilarsi una soluzione per le oltre cento imprese siciliane creditrici del gruppo Cmc di Ravenna. In questi giorni il Contraente generale, con il controllo diretto dell'Anas, sta stipulando con gli affidatari nuovi contratti per consentire la prosecuzione dei lavori nei cantieri lungo la Palermo-Agrigento e la Agrigento-Caltanissetta, tramite la realizzazione di alcuni chilometri di tracciato stradale utili ad eliminare disagi alla circolazione veicolare.
Quanto al pagamento delle spettanze arretrate, le imprese auspicano l' approvazione da parte del Parlamento, nell'ambito della conversione in legge del decreto Sbloccacantieri, di un emendamento, formulato dai tecnici dei ministeri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e presentato dal governo, per costituire un Fondo con cui ristorare fino al 70% dei crediti vantati da tutte le piccole e medie imprese italiane, strategiche e non, compresi i subappaltatori e i fornitori, nei confronti di General contractor entrati in crisi. Del bacino farebbero parte, dunque, anche tutte le aziende creditrici della Cmc impegnate nei cantieri della Palermo-Agrigento e della Agrigento-Caltanissetta, cosi' come quelle dei cantieri della metropolitana di Catania, per le quali a maggior ragione si richiede che siano chiamate a fare parte del tavolo di confronto col governo nazionale.
 

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