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Tutta l'Europa è alle prese con un incremento rapido e costante dei contagi del nuovo coronavirus. Per evitare che la situazione possa sfuggire di mano, i governi dei diversi paesi europei stanno adottando misure restrittive cercando al tempo stesso di evitare di ricorrere a lockdown nazionali...
'Si tratta di una variante, un ceppo che ha diverse mutazioni nel suo genoma e alcune riguardano anche la proteina spike, una di quelle che si agganciano al sistema immunitario dell’uomo. Non è escluso che un virus faccia delle mutazioni. Sempre del coronavirus sono state
Nonostante l’arrivo di diversi vaccini anti-Covid, gli studi sul terribile virus che ha sconvolto il mondo nel 2020 continuano in quasi tutti i Paesi. L’ultima ricerca, realizzata dalla virologa Müge Çevik dell’università di St. Andrews, la più antica di Scozia, sembrerebbe cambiare le nostre convinzioni sulle modalità di diffusione del nuovo coronavirus.
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Come riporta Science Focus, il documento individua i principali fattori che contraddistinguono la diffusione del coronavirus e anche alcuni fraintendimenti e strategie non proprio lineari delle politiche sanitarie internazionali. Nell’intervista alla nota rivista, Çevik mette in luce come la maggior parte delle infezioni avvenga in luoghi e contesti al chiuso. Se fino ad aprile mettevamo sullo stesso livello ogni genere di interazione sociale, nel tempo è divenuto molto chiaro che non tutte le attività e gli ambienti pesano allo stesso modo quando parliamo di trasmissione virale. Anche la durata dei contatti è importante: più tempo si trascorre con una persona infetta, e maggiore è l’esposizione, più elevato è il rischio di contagiarsi.
Sappiamo anche, precisa la scienziata, che alcune attività al chiuso (mangiare o parlare ad alta voce, senza considerare il canto) ci fanno emettere più droplet, goccioline di saliva vettori dei virioni, aumentando il rischio in particolare se gli ambienti non solo sufficientemente ventilati. Alcuni studi ci hanno infatti spiegato che solo aprire una finestra abbatte il rischio di contagio, perfino sui mezzi pubblici.
“Ma dobbiamo sottolineare il fatto che se trascorriamo molto tempo in uno spazio chiuso, l’importante è aprire una porta o la finestra, altrimenti il rischio rimane alto anche se ci laviamo le mani” spiega Çevik. Servono sei cambi d’aria nell’arco di un’ora ma basta anche aprire la finestra di pochi centimetri per far circolare l’aria necessaria a disperdere le goccioline.
Dagli studi analizzati escono poi una serie di altre circostanze per così dire socio-economiche che favoriscono il contagio ben più di molti altri contesti su cui invece le autorità pubbliche insistono a volte in modo un po' paranoico. Le dimensioni delle abitazioni sono importanti: “Uno studio francese mostra che se si vive in un’abitazione affollata il rischio di infettarsi è tre volte più elevato rispetto a quello di chi ha più spazio a disposizione”. ...