Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi (1 Viewer)

stockuccio

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insomma ... alla fine ... va tutto bene ... ormai la crisi è in via di guarigione
la pensano così anche gli insiders ... 'One is the Vickers Weekly Insider Report, published by Argus Research. In their latest issue, received Monday afternoon, Vickers reported that the ratio of insider selling to insider buying last week was 4.16-to-1, the highest the ratio has been since October 2007.' http://www.marketwatch.com/story/in...-of-their-selling-2009-07-28?siteid=rss&rss=1
utili finti costruiti con carte truccate e abbattendo i costi 'umani' ...
 

mostromarino

Guest
MERCATI AZIONARI
UN RALLY NON FA PRIMAVERA

ALFONSO TUOR
Le borse volano grazie ad utili trimestrali superiori alle previsioni.
Il rally dei mercati azionari si sta rivelando talmente prolungato e consistente da spingere alcuni a sostenere che la crisi sia finita e che sia prossima la ripresa dell’economia. Ma stiamo veramente uscendo dalla crisi? Inoltre il «bear market» (la fase di mercato ribassista) è veramente finito, per cui i minimi dello scorso marzo non verranno più toccati? Indubbiamente stiamo assistendo ad una delle più lunghe e delle più forti fasi di rialzo delle borse.
Questo movimento non deve comunque impressionare più di tanto.
In primo luogo gli utili trimestrali, soprattutto quelli americani, sono migliori delle aspettative, ma non è tutto oro quello che luccica.
Infatti, come ha sottolineato il quotidiano britannico «The Financial Times», la settimana scorsa la stima media degli analisti calcolata da Thomson Reuters prevedeva che gli utili delle 500 società che compongono l’indice Standard & Poor’s sarebbero scesi del 35,1%. I risultati resi noti questa settimana mettono in luce che il calo è solo del 31%. Quindi, i risultati sono migliori delle aspettative, ma sono pur sempre negativi. Ancora più macroscopico è il contrasto con le previsioni degli analisti formulate all’inizio di quest’anno. Allora questi prevedevano un calo dell’11% degli utili nel secondo trimestre, invece, come scritto sopra, il calo è stato del 31%. Eppure l’indice S&P 500 è salito dall’inizio dell’anno di circa il 10%. Ma c’è di più. I ricavi sono diminuiti. Quindi gli utili sono calati meno delle aspettative, poiché le società hanno tagliato rapidamente i costi. Ciò vuol dire che hanno ridotto gli investimenti, molte spese e soprattutto hanno licenziato. Il conseguente forte aumento della disoccupazione non è però sicuramente un fattore che favorisce l’uscita dalla crisi. È quindi difficilmente comprensibile che le borse continuino a salire.
La seconda spiegazione di questo rally, che va per la maggiore, è che il mercato sale poiché le società hanno fornito indicazioni positive sulle prospettive dei loro affari. La realtà però non sostiene questa tesi. Molte società hanno segnalato che si aspettano un leggero miglioramento delle loro attività rispetto alla forte contrazione accusata tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di questo. Altre hanno dichiarato di non vedere ancora la luce in fondo al tunnel. Queste previsioni sono assolutamente compatibili con lo scenario di una stabilizzazione a bassi livelli dell’attività economica dopo la forte contrazione degli ultimi mesi. Le previsioni dei manager non suffragano invece l’ipotesi di una ripresa dell’economia e quindi il prolungarsi ulteriore di questo rally borsistico.
Le ragioni sono probabilmente altre: un rimbalzo tecnico che ora rischia di trasformarsi in una bolla speculativa alimentata dalla liquidità iniettata dalle banche centrali. A Wall Street si dice che anche un gatto che cade da un grattacielo rimbalza. E infatti il rimbalzo è iniziato in marzo, quando si era diffusa la convinzione che le autorità politiche e monetarie avrebbero impedito un collasso del sistema bancario internazionale. A sostegno di questa tesi basta ricordare che il rimbalzo dei mercati è stato inizialmente trainato proprio dai titoli bancari.
Il rimbalzo delle borse era nelle carte. Infatti anche l’indice giapponese Nikkei, dopo un crollo all’inizio degli anni Novanta, rimbalzò di più del 50%. Altrettanto fece l’indice Dow Jones dopo il crollo del 1929. In ambedue i casi i minimi segnati nella prima fase di ribasso si rivelarono solo temporanei. Nel caso del Giappone il mercato azionario continua ad essere intrappolato in una fase ribassista di lungo periodo, per cui all’inizio di quest’anno ha registrato un nuovo minimo storico.
Ma ora il rialzo dei mercati sta trasformando questo rimbalzo in qualcos’altro. Stando all’analisi tecnica, sta «rompendo» livelli che segnerebbero l’uscita dalla «trappola ribassista» e anticiperebbero ulteriori rialzi.

In questa sede non vogliamo formulare alcuna previsione, ma sostenere che un ulteriore rialzo dei mercati sarebbe da interpretare come la formazione di un’altra bolla speculativa, alimentata dalla enorme liquidità iniettata dalle banche centrali.
I dati dimostrano che le banche sia in Europa sia negli Stati Uniti stanno stringendo i cordoni del credito.
E’ quindi ipotizzabile che il sistema bancario non stia usando questa enorme quantità di capitali per sostenere la ripresa economica, ma per investire in borsa.
Il rialzo dei mercati azionari è ben visto da tutti: dalle banche centrali e dai Governi, poiché infonde ottimismo e allenta la crisi finanziaria; dalle grandi banche, poiché ha un effetto tonificante sui bilanci, dato che fa salire gli utili legati alle commissioni e alle attività di trading.
Non è nemmeno escluso che negli Stati Uniti si punti alla formazione di una nuova bolla speculativa per superare la crisi attuale determinata proprio dallo scoppio della bolla del credito.
Sarebbe la ripetizione di quanto fece all’inizio di questo decennio la Federal Reserve, che per superare la crisi determinata dal crollo delle borse favorì la formazione di una bolla speculativa nel mercato immobiliare e un forte aumento dell’indebitamento degli americani. Questa ricetta può funzionare solo nel breve termine, poiché le bolle finanziarie hanno un esito certo: prima o poi scoppiano con gravi conseguenze anche per l’economia reale.
In conclusione, ulteriori rialzi dei listini azionari segnerebbero il formarsi di un’altra bolla speculativa. L’impennata delle borse non indicherebbe l’approssimarsi di una reale ripresa dell’economia, anche perché non avrebbe la forza di sanare i guai economici venuti alla luce con l’attuale crisi.
Permetterebbe solo di guadagnare un po’ di tempo.
Questo dimostra quanto sia difficile riportare l’economia mondiale su una via di crescita sana e duratura e quanto poco efficaci siano state finora le misure attuate dalle autorità politiche e monetarie.
-
cdt oggi
 

stockuccio

Guest
il veggente blogger aveva previsto con esattezza il dato del pil diffuso oggi http://econompicdata.blogspot.com/2009/07/q2-gdp-breakdown.html


si attende l'ennesima revisione dei calcoli, dei dati forniti ... facciamo prima ... di quello che vi pare ...
'2009 comprehensive revision
On July 31, 2009, the Bureau of Economic Analysis (BEA) will release the results of a comprehensive, or benchmark, revision of the national income and product accounts (NIPAs). The comprehensive revision will incorporate the results of the 2002 benchmark input-output (I-O) accounts as well as changes in definitions, classifications, statistical methods, source data, and presentation.' ... http://www.bea.gov/national/an1.htm
 

stockuccio

Guest
Ultima modifica di un moderatore:

paologorgo

Chapter 11
This past week, 699 US companies reported earnings, bringing the overall earnings season tally up to 1,220. The percentage of companies reporting better than expected earnings this season currently stands at 71%, and with the the bulk of reports now in, it's most likely going to stay above 70%.
As shown in the chart below, this is one of the highest quarterly readings we've seen over the last ten years, and by far the highest we've seen since the last bear market began in late 2007.
We've now had two straight quarters where the "beat" rate has increased quarter over quarter, meaning analysts overestimated earnings to the downside.
This is a very positive sign for the market at the moment, but it also means expectations for next earnings season are going to be through the roof.




http://seekingalpha.com/article/153048-q2-earnings-beat-rate-holding-steady-above-70?source=yahoo
 

stockuccio

Guest
... solo la fine del mark to market ha comportato per Wells Fargo circa 5 miliardi di utili inesistenti derivanti dalla rivalutazione delle porcherie che si ritrovano....
io posso solo consigliare di evitare di perdere tempo a leggere i media che riportano il consuntivo, che dicono la tal banca ha riportato utili in crescita formidabile, ecc. ecc. e cercare in Rete chi scava ... volendo lo si trova
:cool:
 

yellow

Forumer attivo

Aumenta la view ottimistica per fine 2009 dell'Istituto di ricerca macroeconomica ECRI,
secondo il quale la ripresa quest'anno potrebbe essere assai maggiore delle previsioni
( ribadendo inoltre la NON necessità di un nuovo pacchetto di stimoli per gli USA ):

Weekly Leading Index Jumps
Reuters

July 31, 2009

A measure of future U.S. economic growth climbed higher in the latest week while its yearly growth rate hit a fresh five-year high, signaling a stronger recovery than originally forecast, a research group said on Friday.

The Economic Cycle Research Institute, a New York-based independent forecasting group, said its Weekly Leading Index rose to 119.6 in the week ended July 24 from a downwardly revised 118.3 the previous week, which was originally reported at 118.4.

The index's annualized growth rate continued to soar, reaching a new five-year high of 8.8 percent from 7.7 percent the prior week.

It was the highest yearly growth reading since the week to Oct. 3, 2008 when it was 8.9 percent.

ECRI Managing Director Lakshman Achuthan has said the recession is already beginning to wane, and that increased stimulus from Washington is not necessary for economic growth.

"Not only is the U.S. recession set to end this summer, but the recovery is apt to be stronger than many expect."

The weekly index rose in the latest week due to firmer housing activity, said Achuthan





Un dato importante, ma in controtendenza è l'indice dei noli marittimi,
che staziona da qualche tempo su livelli " relativamente " depressi,
segnalando che l'interscambio globale è ancora febbricitante ed anemico :

http://www.bloomberg.com/apps/quote?ticker=bdiy&exch=IND&x=15&y=11


Prosegue con notevole vigoria la crescita della Cina
( anche se alcuni nutrono dubbi di vario genere ),
ma per ora questa è la realtà :

http://www.agichina24.it/le-aziende-italiane/notizie/indice-pmi-crescita-dopata-o-reale


N.roubini fine settimana scorsa ha espresso una view :eek:ottimistica
dove si dice possibilista per una ripresa USA entro fine 2009,
nelle ultime 48 ore però si è detto pure preoccupato per la possibile e probabile risalità dei Prezzi nel 2010 delle più importanti Commodity.

( Intanto in data odierna l'Oil ha superato i 71 USD ! )


P.S Voci ottimistiche si levano oramai da più parti,
L.Summers vede uscita recessione,
A.Greenspan prospetta Tasso crescita USA al 2/2,5% circa
etc. etc.


L'enorme liquidità immessa sta gonfiando TUTTI gli assets!

( Non per niente i Bilanci delle grandi Banche stanno inanellando records
a ripetizione, dovuti sostanzialmente al Trading degli ultimi mesi,
e all Leva finanziaria mostruosa che continuano ad adoperare,
in barba a ......... )
 

TheLondoner

Forumer storico
bene Stock....
ma ora una domanda per i più preparati:
A che punto stanno - in quanto a deleveraging - GS / JPM / MS / BoFA / City e le altre banche che hanno un membro nel board della FED ?
Quando avranno finito il loro lavoro di pulizia - con gli asset in ptf aggianciati a solidi valori - con gli asset tossici conferiti a chissachi ... chiederanno l'inversione dei tassi...Imho
 

yellow

Forumer attivo
bene Stock....
ma ora una domanda per i più preparati:
A che punto stanno - in quanto a deleveraging - GS / JPM / MS / BoFA / City e le altre banche che hanno un membro nel board della FED ?
Quando avranno finito il loro lavoro di pulizia - con gli asset in ptf aggianciati a solidi valori - con gli asset tossici conferiti a chissachi ... chiederanno l'inversione dei tassi...Imho

Opinione personale e quindi fallibile,
per la Fed tengo in grande considerazione la view/studio
del Nobel Krugman
( fine conoscitore meccanismi Fed e relative storicizzazioni e statistiche),
dove in tempi non sospetti ( mesi fa )
ha valutato " il cambio di marcia/dietrofront" della FED a metà 2010 circa.

Il deleveraging dovrebbe risolversi
( nella parte più significativa/ingombrante ) entro 2 anni circa,
secondo gli osservatori più qualificati.
 

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