Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi

Ue: rischio 18mila mld asset bancheAnticipazioni da un documento della Commissione Europea (ANSA) - ROMA, 18 FEB - Diciotto mila miliardi di euro: e' la stima sull'entita' degli asset a rischio di tossicita' delle banche europee.E' contenuta in un documento riservato della Commissione europea- reso noto da Milano finanza- discusso la scorsa settimana dai ministri delle Finanze dell'Ue in sede Ecofin. E' una prima bozza delle linee guida che i governi dovranno tenere in tema di quantificazione degli asset tossici nei bilanci delle banche europee.

Bella cifretta non c'è che dire ...
 
Come vedi ci siamo dati la risposta. Tu a me ed io a te.

Fino a che non penseremo che la cosa pubblica è NOSTRA.

Fino ad allora continueremo a guardare il nostro giardinetto.

Se a Voi sta bene così, e il voto esprime questo "amore" per lo Staus quo, ebbene, sta bene anche a me. Non c'è spazio per le ideologie. Gli italiani non puoi cambiarli . Siamo fatti così. Nessuna fiducia per lo Stato. Va bene solo quello che penso io.

Per fortuna, e rientro nel tema della crisi mondiale. Altrove la fiducia , o meglio, la coscienza che a certi problemi può rispodere solo lo Stato c'è e c'è sempre stata. Sono sicuro, che dopo errori e crisi, Usa, Cina, Inghilterra e forse Germania e Francia, usciranno dalla crisi. Lì i cittadini hanno la coscienza, secolare, che è meglio un monarca assoluto, una burocrazia costosa, una tassa ingiusta...ma che solamente Lo Stato poutrà risolvere problemi di così grande portata.

A noi basta l'eterno sorriso, il sole in faccia del nostro leader. E lasciamo tutto come sta. per carità...tassare, punire, indagare. per carità lo Stato da cambiare. Non sia mai. Lo abbiamo visto in sardegna quanta voglia abbiamo di cambiare. Soliti schieramenti, soliti discorsi, nemmeno una traccia di soluzione alla crisi, soliti vincitori.

Siamo un paese senza anima pubblica. Solo privata, ecco perchè c'è tanta corruzione. i nostri politici, siamo noi con l'occasione di mettere le mani in pasta. Tutti ci si sono sporcati le mani. Lo faresti anche, dico tu, italiano.

Saluti

Pierluigi

1 pallone e tette e son tutti contenti
2 poi al voto il meno peggio

per un certo verso almeno mi sento coerente:
1 non ho nemeno la tv in casa
2 da circa 10 anni non ho più trovato un politico che mi ispirasse fiducia e la logica del meno peggio non la uso quando devo dare a qualcuno il potere di decidere il futuro del paese in cui vivo: annullo la scheda da 10 anni
 
Per chi segue ancora le vicende del c. d. "credit crunch"

http://www.ecb.int/pub/pdf/mobu/mb200902en.pdf

Come ampiamente previsto, il fallimento di Lehman insieme alle aumentate preoccupazioni per la situazione macroeconomica hanno finalmente portato a dicembre ad una diminuzione dei prestiti al settore privato. Dopo tutto quello che è successo era difficile aspettarsi un epilogo diverso.

Ancora non sembra un crunch vero e proprio (rispetto al 2007 siamo ancora ad un + 8%!!!) però non c'è dubbio che la tendenza continuerà e potrebbe diventare più seria.

D'altronde, come più volte ho sostenuto, il problema era il troppo facile accesso ai finanziamenti di tutto il sistema, quindi mi sembra salutare che ora si faccia un passo indietro, a maggior ragione se la diminuita attività economica lascia presagire un aumento del tasso di default.

Resta un fatto, che per mesi e mesi sono stato oggetto di polemiche inutili e sarcasmi poco ironici per aver sostenuto una semplice verità: che fino a novembre scorso di credit crunch non c'era traccia.

Spero che questo almeno possa servire, per il futuro, ad evitare di interpretare la realtà a proprio uso e consumo, in ogni situazione, e a cercare di ragionare con la propria testa, sempre, per evitare di trovarsi intruppati nel parco buoi.

http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=20428468&postcount=14


Negus, non sono d'accordo .... lo sai
nel documento che ci proponi trovo significativa a pagina 19 '
The construction of loan
flows adjusted for sales and securitisation' :) ... se trai prestiti ricomprendi cartolarizzazioni (magari di sofferenze pluriennali), mettiamoci pure ristrutturazioni ... :) ... insomma, non è che ci sia tutta questa trasparenza ...
nella pagina successiva 'the start of the financial market turmoil in August 2007' .... :) ... alla BCE non si usa dire 'credit crunch dal'agosto 2007'
nella stessa pagina e nella successiva ci sono gli importi in euro
da vari grafici da pagina 23 le richieste di prestiti e le percentuali di finanziatori che dichiarano di aver stretto l'accesso al credito ...
mi pare di aver capito che tu consideri l'ammontare erogato mese 2008 corrispondente 2007 ... per me l'erogazione non è contestuale alla richiesta come le condizioni applicate al momento dell'erogazione mettiamo a te non sono quelle richieste all'aspirante prenditore mettiamo me che si presenta col cappello in mano :)
comunque, nessun problema

'
 
Tutto vero, ma dietro al fenomeno conosciuto come "derivati ai Comuni" c'è molto ma mooooolto di più. :mad:

Una piccola esperienza personale: circa un anno fa un mio conoscente del periodo universitario :nonno:, attualmente assessore in un piccolo comune del meridione, mi inviò una bozza di contratto per chiedermi un parere, insospettito dalle insistenze del suo compagno di giunta responsabile del bilancio.

Nonostante a prima vista il contratto apparisse del tutto incomprensibile, dopo qualche ora di lavoro sono riuscito a venire a capo delle condizioni proposte dalla banca. Inutile dire che i costi impliciti erano esorbitanti, abilmente mascherati da un prospetto dei flussi di cassa da cui risultavano unicamente i risparmi prospettici di cui il comune avrebbe beneficiato.

Un'altra storia, questa desunta dalle statistiche ufficiali che vengono pubblicate sul patrimonio delle Fondazioni bancarie. A giugno scorso una Fondazione di provincia, ma neanche tanto piccola, dichiarava di avere investito quasi un quarto del suo patrimonio su un fondo bilanciato di diritto italiano (fra i più scarsi nella sua categoria) e su un fondo di fondi hedge che ha chiuso il 2008 con un bel -23%, ambedue proposti dalla stessa SGR di dimensioni medie.

Ora, è senz'altro vero che quando si ha a che fare con "i signori che stanno dietro gli sportelli" bisogna assolutamente appoggiare la schiena al muro :sorpresa:, ma non confondiamo queste storie con i pensionati a cui le Poste affibbiano dei prodotti ciofeca.

Qui una spiegazione del fenomeno c'è, e non è l'ignoranza di chi sottoscrive, ma sono le bustarelle che girano! :-x

18.02.09 17:00 - Enti locali: C.Conti, :eek:oltre meta' debito e' in derivati
ROMA (MF-DJ)--Il 57,5% del debito di Province e Comuni e' :eek:in strumenti di finanza derivata.

E' quanto emerge dai dati parziali relativi al 2007 diffusi dalla Corte dei Conti nel corso di un'audizione in commissione Finanze del Senato.

Il debito di Province e Comuni (al netto degli enti di Piemonte, Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta) in prodotti finanziari derivati ammonta a quasi :rolleyes:31,86 miliardi di euro, su un debito complessivo di 55,39 miliardi.

In particolare, spiega la Corte dei Conti, il debito complessivo dei Comuni e' pari a 46,561 miliardi, di cui 27,262 miliardi in derivati,
mentre il debito complessivo delle Province e' pari a 8,829 miliardi, dei quali 4,6 in prodotti derivati.

Le Regioni maggiormente interessate dal fenomeno dei derivati sono la Lombardia (93 enti) e la Campania (66), mentre quella meno coinvolta e' il Molise (5).
 
lo metto per chi vuole, come me, indirizzargli insulti ...

la nazionalizzazione delle banche più o meno temporanea sta ormai diventando un coro ...
http://www.ft.com/cms/s/0/e310cbf6-fd4e-11dd-a103-000077b07658.html

Greenspan backs bank nationalisation

By Krishna Guha and Edward Luce in Washington
Published: February 18 2009 00:06 | Last updated: February 18 2009 00:06

The US government may have to nationalise some banks on a temporary basis to fix the financial system and restore the flow of credit, Alan Greenspan, the former Federal Reserve chairman, has told the Financial Times.
In an interview, Mr Greenspan, who for decades was regarded as the high priest of laisser-faire capitalism, said nationalisation could be the least bad option left for policymakers.


”It may be necessary to temporarily nationalise some banks in order to facilitate a swift and orderly restructuring,” he said. “I understand that once in a hundred years this is what you do.”
Mr Greenspan’s comments capped a frenetic day in which policymakers across the political spectrum appeared to be moving towards accepting some form of bank nationalisation.
“We should be focusing on what works,” Lindsey Graham, a Republican senator from South Carolina, told the FT. “We cannot keep pouring good money after bad.” He added, “If nationalisation is what works, then we should do it.”
Speaking to the FT ahead of a speech to the Economic Club of New York on Tuesday, Mr Greenspan said that “in some cases, the least bad solution is for the government to take temporary control” of troubled banks either through the Federal Deposit Insurance Corporation or some other mechanism.
The former Fed chairman said temporary government ownership would ”allow the government to transfer toxic assets to a bad bank without the problem of how to price them.”
But he cautioned that holders of senior debt – bonds that would be paid off before other claims – might have to be protected even in the event of nationalisation.
”You would have to be very careful about imposing any loss on senior creditors of any bank taken under government control because it could impact the senior debt of all other banks,” he said. “This is a credit crisis and it is essential to preserve an anchor for the financing of the system. That anchor is the senior debt.”
Mr Greenspan’s comments came as President Barack Obama signed into law the $787bn fiscal stimulus in Denver, Colorado. Mr Obama will announce on Wednesday a $50bn programme for home foreclosure relief in Phoenix, Arizona. Meanwhile, the White House was working last night on the latest phase of the bailout for two of the big three US carmakers.
In his speech after signing the stimulus, which he called the “most sweeping recovery package in our history”, Mr Obama set out a vertiginous timetable of federal decisions in the coming weeks that included fixing the US banking system, submission next week of the 2009 budget and a bipartisan White House meeting to address longer-term fiscal discipline.
“We need to end a culture where we ignore problems until they become full-blown crises,” said Mr Obama. “Today does not mark the end of our economic troubles… but it does mark the beginning of the end.”
Copyright The Financial Times Limited 2009
 
COMMENTO – Economia
Crisi dell’Est, nuovo incubo dell’Europa
Alfonso Tuor
Le speranze di uscire dalla crisi stanno dissolvendosi come neve al sole. Una serie di notizie negative sta piegando anche i più inguaribili ottimisti e sta facendo scendere le borse a livelli inferiori ai minimi registrati nello scorso mese di novembre.

L’ultima in ordine di tempo è il crescente rischio che i Paesi dell’Est europeo si trasformino, come ha scritto l’agenzia di rating Moody’s, in una specie di «mercato dei mutui ipotecari subprime» degli istituti di credito del Vecchio Continente.


I timori sul futuro dei Paesi dell’ex blocco sovietico stanno affondando le loro monete con svalutazioni di portata tale da mettere in pericolo la loro capacità di onorare e rimborsare i prestiti contratti in valute estere, ossia in franchi svizzeri, dollari americani, yen giapponesi, corone svedesi ed euro.

In mancanza di risparmi interni sufficienti per finanziare la loro crescita economica, questi Paesi si sono indebitati con l’estero.

A preoccupare non è tanto il debito dei governi, che non è di grande entità, ma il fatto che le famiglie hanno contratto mutui ipotecari in valute estere per poter usufruire di tassi più bassi (in Ungheria, Polonia e Romania spicca il franco svizzero).

Altrettanto hanno fatto numerose imprese.
Ora però la caduta delle valute locali (basti pensare che lo zloty polacco ha perso più del 23% nei confronti dell’euro negli ultimi tre mesi e il fiorino ungherese più del 13%) rende e soprattutto renderà più difficile onorare questi prestiti.
La discesa di queste valute è destinata ad accentuarsi, poiché gli istituti europei che dominano il mercato bancario dell’Europa dell’Est stanno restringendo l’erogazione del credito.

L’Institute for International Finance, un’associazione delle grandi banche, prevede che l’afflusso dei capitali stranieri nell’Europa dell’Est scenda dai 254 miliardi di dollari dell’anno scorso ad appena 30 miliardi quest’anno.

Alcuni ritengono queste cifre troppo ottimistiche e pensano che questi Paesi accuseranno addirittura un deflusso netto di capitali, poiché potrebbe prendere corpo anche una fuga di capitali interni.
Tutto ciò induce a ritenere che, come accade sempre in ogni crisi valutaria, il tasso di cambio sia destinato a cadere ancora e ad ampliare i problemi posti dal loro debito estero.

La crisi investe duramente le banche europee che si erano espanse nella regione diventando leader del mercato del credito di molti di questi Paesi.

L’esposizione è notevole. Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, solo le banche austriache hanno un’esposizione di 278 miliardi di euro.

Fortemente esposte sono anche altre grandi banche europee.

Per questi motivi, l’Unione Europea e la Banca centrale europea non potranno rimanere con le mani in mano.
L’Ungheria ha già beneficiato di un prestito del Fondo Monetario Internazionale di 10 miliardi di dollari oltre all’apertura di linee di credito da parte della Bce e della nostra Banca Nazionale.

Questi interventi di emergenza non cambieranno comunque la dinamica di una crisi, che sembra una fotocopia di quella asiatica del 1997, e aggraveranno la recessione, che già colpisce molte economie dell’Est, portando a fallimenti di banche locali e ad enormi perdite per alcune banche occidentali attive in questi Paesi.

Insomma, la crisi dei Paesi dell’Est rappresenta un nuovo incubo per l’Europa. La Svizzera invece non dovrebbe esserne toccata in modo pesante.

I prestiti ipotecari in franchi svizzeri concessi in questi Paesi sono stati erogati da banche austriache, italiane, tedesche e francesi che si sono finanziate emettendo obbligazioni nella nostra valuta. Il problema è dunque dei rispettivi Stati.
Vi sono state anche molte emissioni di questi Paesi in franchi svizzeri, ma in questo caso il problema riguarda unicamente gli acquirenti dei titoli.

Se non vi sono importanti linee di credito delle due grandi banche, la Svizzera non dovrebbe essere direttamente toccata. Vi sarà comunque una conseguenza indiretta: la chiusura di queste operazioni bancarie in franchi potrebbe spingere al rialzo la nostra valuta soprattutto nei confronti di un euro indebolito da questa nuova crisi.


La crisi dei paesi dell’Europa dell’Est coinvolge l’Ucraina, ormai sull’orlo del collasso, investe la Russia, che si appresta a reintrodurre il controllo dei movimenti dei capitali per frenare il calo del rublo, e si estende fino al Kazakhstan, un Paese asiatico ricco di materie prime, il cui governo è dovuto intervenire per fermare una corsa agli sportelli della principale banca.

Questa nuova emergenza non ha solo gravi conseguenze finanziarie, ma rappresenta la chiusura di fatto di importanti mercati dell’industria di esportazione europea.
Essa è quindi destinata anche ad aggravare la crisi economica del Vecchio Continente e a peggiorare la crisi finanziaria internazionale.
19.02.09 07:37:04
 
18.02.09 17:00 - Enti locali: C.Conti, :eek:oltre meta' debito e' in derivati
ROMA (MF-DJ)--Il 57,5% del debito di Province e Comuni e' :eek:in strumenti di finanza derivata.

E' quanto emerge dai dati parziali relativi al 2007 diffusi dalla Corte dei Conti nel corso di un'audizione in commissione Finanze del Senato.

Il debito di Province e Comuni (al netto degli enti di Piemonte, Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta) in prodotti finanziari derivati ammonta a quasi :rolleyes:31,86 miliardi di euro, su un debito complessivo di 55,39 miliardi.

In particolare, spiega la Corte dei Conti, il debito complessivo dei Comuni e' pari a 46,561 miliardi, di cui 27,262 miliardi in derivati,
mentre il debito complessivo delle Province e' pari a 8,829 miliardi, dei quali 4,6 in prodotti derivati.

Le Regioni maggiormente interessate dal fenomeno dei derivati sono la Lombardia (93 enti) e la Campania (66), mentre quella meno coinvolta e' il Molise (5).

Al che mi sovviene una domanda: ma che razza di deficienti abbiamo come addetti alle finanze comunali/provinciali?

Neanche uno studentello del 3° anno di economia si farebbe inchiappetare in quel modo dalle banche.
 
ho appena finito la litania di insulti ad alanuccio greenspan ...

c'è un blogger che ha sfrugugliato Draghi :D ... gli ha chiesto cosa vuol dire titoli tossici :D:D ... ecco la risposta ...


dalla signora P.A. (Capo della Divisione Stampa e relazioni esterne Servizio Segreteria particolare):


"Con il termine di “titoli tossici” vengono identificati quei bond dalla struttura così complessa da renderne la valutazione difficile e incerta. Per la maggior parte, ma non esclusivamente, si tratta di titoli rappresentativi di operazioni di cartolarizzazione (i primi titoli tossici avevano a che fare all'epoca con le cartolarizzazioni dei mutui americani subprime). La “tossicità” di questi bond sta nella loro capacità di “avvelenare” i bilanci delle banche che li hanno in portafoglio in quanto difficilmente rivendibili senza incorrere in rilevanti minusvalenze o perchè oggetto di svalutazioni in quanto gli emittenti sono ormai divenuti insolventi.
Un saluto."

un pensierino ai bilanci delle banche potrebbe sorgere ...
chissà quali altri termini si conieranno in questa crisi
 
ho appena finito la litania di insulti ad alanuccio greenspan ...

c'è un blogger che ha sfrugugliato Draghi :D ... gli ha chiesto cosa vuol dire titoli tossici :D:D ... ecco la risposta ...


dalla signora P.A. (Capo della Divisione Stampa e relazioni esterne Servizio Segreteria particolare):


"Con il termine di “titoli tossici” vengono identificati quei bond dalla struttura così complessa da renderne la valutazione difficile e incerta. Per la maggior parte, ma non esclusivamente, si tratta di titoli rappresentativi di operazioni di cartolarizzazione (i primi titoli tossici avevano a che fare all'epoca con le cartolarizzazioni dei mutui americani subprime). La “tossicità” di questi bond sta nella loro capacità di “avvelenare” i bilanci delle banche che li hanno in portafoglio in quanto difficilmente rivendibili senza incorrere in rilevanti minusvalenze o perchè oggetto di svalutazioni in quanto gli emittenti sono ormai divenuti insolventi.
Un saluto."

un pensierino ai bilanci delle banche potrebbe sorgere ...
chissà quali altri termini si conieranno in questa crisi


Ad una domanda su un blog,scusa,ma non si puo`,io credo,rispondere in modo meno vago.
Ha dato una definizione tecnica ineccepibile,nella sua telegraficità.
La situazione apparentemente è cosi`.
La mia osservazione è,semmai,per mia ignoranza:

sicuramente ci sono titoli in perdita totale e potenzialmente molto elevata,di cui pero`alcuni a somma "zero"
mano a mano che emergono vengono evidenziati e contabilizzati o vien tutto rimandato a babbo morto??

quali sono le prevedibili scadenze mediamente di questi titoli???
che scadenze avevano quelle tipologie di operazione?
quando sapremo la vera entità del puffo??

:-?:-?
 

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