CRISI UCRAINA-GUERRA.POLITICA ETICA MORALE CONSIDERAZIONI RANDOM

Ma la volete finire con questo baccano?

vi volete sfottere?
Benissimo ma lo fate in MP

ulteriori commenti OT e ci saranno i provvedimenti del caso
 
Si perche' tu sei un analista finanziario? Cosa fai nella vita oltre a prendere 2 rubli per bazzicare in questo forum?

bè ma che centra?
ho semplicemente risposto a un tuo inciso nel quale mettevi in luce il finanziamento del conflitto con (anche) l'attività del colosso energetico Gazprom (vero), facendoti notare l'azzardato giudizio seguente, rilevando altresì come pure il paladino della giustizia (il mondo occidentale) sia lo stesso alle prese con la necessità di sostenere un conflitto già perduto in partenza, che sta perdendo, e del quale non avrebbe dovuto intromettersi, non da oggi, ma da almeno una decina di anni.
Possiamo poi aggiungere che con le tasche dell'europa abbiamo evitato la recessione negli Stati Uniti dicendo un'ovvietà
Altra ovvietà che la miopia della classe politica occidentale e l'imbecillità del potere finanziario non coglie è che in ogni conflitto precedente l'uomo ha usato ogni arma a sua disposizione. Quindi i russi se messi alle strette, come sta avvenendo con gli afflussi dei fondi di magazzino militari (per il momento), ricorreranno ad ogni mezzo per difendere il loro paese.
Intanto che scherziamo il circolo dei segaioli si riunisce a Davos e, teniamo duro cari teledipendenti, fra manco un mese il comico ukraino si materializzerà in quel di Sanremo.
 


Ucraina: Iran non riconosce territori annessi parte della Russia
L'Iran non riconosce i territori conquistati da Mosca in Ucraina come parte della Russia. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Amir Abdollahian, riferendosi alle repubblice separatiste oerientali di Donetsk e Lugansk, a Zaporizhzhia e al Kherson.

Lo riferisce la Ria Novosti, che cita il canale Trt World. "Nonostante gli ottimi rapporti con Mosca, Teheran riconosce la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina", "il conflitto in Ucraina non è una soluzione", ha aggiunto il ministro.
 
Bloomberg: il petrolio russo viene miscelato con altri gradi a Singapore
Gli operatori del mercato energetico di Singapore stanno registrando un aumento della domanda per il noleggio di serbatoi di stoccaggio del petrolio, riferisce Bloomberg . Questa tendenza è dovuta al fatto che gli esportatori mescolano prodotti petroliferi a buon mercato dalla Russia con combustibili più costosi e non sanzionati negli impianti di stoccaggio di Singapore, grazie ai quali riescono ad aggirare le restrizioni e ad aumentare i profitti.
William Tan, vicepresidente senior della società di consulenza Miyabi Industries con sede a Singapore, ha affermato che commercianti e fornitori stanno affittando serbatoi a terra e strutture di stoccaggio offshore galleggianti nella città-stato. In essi, gli esportatori mescolano carburante russo economico con altri gradi, con l'aiuto del quale ottengono olio combustibile misto. La sua vendita, secondo i calcoli del signor Tan, porta i partecipanti al mercato fino al 20% di profitto (rispetto al 10-12% di profitto quando si vende carburante senza impurità).
Un rappresentante di Miyabi Industries è fiducioso che questa tendenza sia stata osservata dall'ottobre 2022. Secondo una fonte anonima di Bloomberg presso la società energetica Advario Asia Pacific Pte, il numero di richieste di stoccaggio di petrolio nei giacimenti di Singapore è cresciuto fino a dicembre dello scorso anno.
Le informazioni della compagnia di navigazione Vortexa Ltd indicano che nel dicembre 2022 i terminal di Singapore hanno accettato il doppio dei volumi di petrolio e olio combustibile russi rispetto all'anno precedente. Si prevede che i prodotti petroliferi "miscelati" saranno riesportati nei mercati del nord-est asiatico.
L'utilizzo di Singapore come hub per le risorse energetiche russe è diventato possibile grazie alle peculiarità della legislazione sanzionatoria locale. Sebbene le autorità di Singapore abbiano vietato alle istituzioni finanziarie dell'isola di condurre transazioni con persone giuridiche russe, il governo del paese non ha imposto un divieto all'importazione di risorse energetiche russe.
 


  • 14:24Studio svizzero, solo 8,5% aziende Ue e G7 ha lasciato la Russia
    Sono solo l’8,5% le aziende occidentali che hanno deciso di chiudere le loro attività in Russia nonostante la dura reazione dei loro Paesi alla cosiddetta operazione militare in Ucraina e le conseguenti sanzioni adottate contro Mosca. E’ quanto emerge da uno studio svizzero i cui risultati sono stati pubblicati oggi dal Moscow Times. Quanto emerge contrasta con la narrazione secondo la quale sarebbe in atto un vasto esodo di società occidentali dal mercato russo, sottolinea in un comunicato l’università di San Gallo, che ha curato la ricerca insieme con l’istituto Imd di Losanna.
Il Sole 24 ore
 

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