Dài, chiudiamo anche noi lo Stato?

Dobbiamo trovare una maniera diversa per "aggredire" una spesa pubblicachehaunproblemadiqualità prima ancora che di quantità. La parola d’ordine "tagliare la spesa", una parola d’ordine che cala dall’alto e viene affissa come una coccardasulbaverodell’eroedi turno, non basta. Bisogna partire dal basso. Nella fattispecie, caro Cottarelli, la proposta è questa:
- lasci al Mef, alla Ragioneria, ai ministeri, alGovernoealParlamentoil compitodiagiresuigrandimeccanismi di spesa o di spostare soldi dall’Interno alla Giustizia o dagli Esteri allo Sviluppo. L’approccio "topdown" nonconvieneaunguerriero solitario;
- Lei deve fare la guerriglia, non la guerra. L’approccio "bottom up" deve partire dai problemi reali dei cittadini e delle imprese. Prenda un casoconcreto, qualche disperatalamentela di chi lotta con la burocrazia, e poi si adoperi, con la pazienza di un orologiaio, a smontare il reticolo di norme assurde e adempimentivessatori; presentandoe rendendo pubbliche proposte cifrate e concrete atte a risolvere il problema. Così si risparmia anche sulla spesa: meno complicazioni vuol dire meno faldoni, meno scartoffie e menooredilavoroinutile. Solocosì le innovazioni e le semplificazioni possono fare macchia d’olio e diffondersi, e la revisione della spesa puòdiventare amica - enonnemica - della crescita;
- basta tutto questo? No, non basta. Per rimettere a posto i conti bisogna agire sugli stock e non solo sui flussi. Bisogna privatizzare tutto il possibile per abbattere il debito, dalla vendita delle quote dello Stato nelle grandi aziende pubbliche al disboscamento del "socialismo municipale".
 
cominciate a privatizzare le aziende che creano solo debito e spesa come la RAI

ma tanto e' come parlare al vento quando si hanno anti italiani al governo: mafiosi, massoni, servi banche e finanza, missionari umanitari ma non verso gli italiani

vah tempo perso
 
cominciate a privatizzare le aziende che creano solo debito e spesa come la RAI

ma tanto e' come parlare al vento quando si hanno anti italiani al governo: mafiosi, massoni, servi banche e finanza, missionari umanitari ma non verso gli italiani

vah tempo perso


mafiosi, massoni, servi banche e finanza, missionari umanitari ma non verso gli italiani
ho già letto questo schema ... :mumble:
mancano gli ebrei e poi l'elenco è completo ??
 
beh se confondi la logica e la morale,
il tuo problema non sono io ma è il dizionario :D :D

e già che siamo in tema, tu di che categoria saresti ?

cazzeggio

oggi ero al golf club a guardare i ricchi (non poveracci come me) quelli veri

ovviamente non ero li per ammirare loro ma per portare a nuoto mio figlio, c'e' la piscina sulla terrazza del golf club
 
Ultima modifica:
Come stanno le cose? Il Grafico 1 descrive la spesa pubblica corrente, primaria, pro-capite dell'Italia (spesa totale, senza sepsa in conto capitale e senza spesa per interessi sul debito): è tra le più basse dell'Unione europea (dati deflazionati al Pil, anno base 2005: 9.624 euro a residente vs 12.062 della Germania, 13.840 euro della Francia, 10.928 del Regno Unito), con minore tasso di crescita rispetto agli altri, anzi da tre anni in riduzione in termini reali e nominali (si veda G. Pisauro, Rapporto di Finanza Pubblica, Il Mulino 2013).
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Il Grafico 2 riporta la spesa pubblica sanitaria pro-capite, altro bersaglio quotidiano di quelli che invocano lo shock per la crescita: non soltanto tra le più basse dell'Unione europea (1729 euro vs 2.111 della Germania, 2.292 della Francia e 1.940 del Regno Unito), ma stabilizzata e in riduzione, nonostante l'impennata di ultra-sessantacinquenni, quando per gli altri partner europei gli aumenti sono cospicui.
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Infine, il Grafico 3 mostra la spesa pubblica pro-capite nella scuola: qui siamo ultimi (996 euro vs 1.276 per la Germania, 1.679 per la Francia, 1.576 per il Regno Unito), lungo un trend di chiara contrazione.

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Va sottolineato inoltre, che le previsioni a legislazione vigente contenute nell'ultima Nota di aggiornamento al DEF (settembre 2013) indicano nel 2013 una spesa in continua contrazione: circa 3 punti percentuali di Pil dal 2013 al 2017. I dati di realtà richiamati sono coerenti con un ulteriore taglio di 50 miliardi all'anno della spesa pubblica italiana da più parti richiesto per finanziare il taglio del cuneo fiscale? In 3 anni, è tecnicamente impossibile. In un arco temporale più lungo (almeno un decennio)? Certo che è possibile, ma bisognerebbe avere il coraggio intellettuale e politico di smetterla con la retorica degli "sprechi" e dire la verità: tagliare 50 miliardi all'anno vuol dire intervenire brutalmente sulle condizioni di vita delle persone con minori opportunità e, soprattutto, le classi medie. Vuol dire: eliminare il servizio sanitario pubblico universale; ridurre di almeno un milione di unità i dipendenti pubblici (dopo una contrazione di oltre 300.000 unità nel decennio alle nostre spalle); svuotare di ogni capacità formativa e di minimale promozione sociale la scuola pubblica.
Al di la degli effetti sociali devastanti, minore spesa pubblica, data la situazione dell'Italia, vuol dire minor potere d'acquisto delle famiglie e minori fatturati delle imprese. Quindi, minori consumi e minori investimenti. Quanti continuano a insistere sugli effetti espansivi dello scambio minori spese-minori tasse dovrebbero sapere che il moltiplicatore della spesa è molto superiore al moltiplicatore delle imposte, soprattutto in una fase recessiva, segnata dalle difficoltà di accesso al credito: secondo una recente ricerca dell'IMF sui G7 (Baum, A. Poplawski-Ribeiro, M. e Weber, A. "Fiscal multipli ars and the state of the economy", n. 12/286) un taglio di spesa di 1 euro ha un impatto recessivo di 1,34 euro, mentre una riduzione di imposte di un euro implica un effetto espansivo di 0,35 euro. In sintesi, un taglio di spesa accompagnato da una corrispondente riduzione di tasse determina un effetto recessivo di pari importo. In altri termini, continuare a affrontare i problemi secondo il paradigma neo-liberista significa aggravarli. Dopo anni di austerità distruttiva dovrebbe essere chiaro. Invece, l'ideologia e la miopia degli interessi più forti va avanti senza se e senza ma.
Allora, non si può fare nulla sulla spesa? Si può e si deve fare di più. Ma a partire dai dati di realtà. Non si deve tagliare. Si deve riqualificare e riallocare la spesa attraverso piani di riorganizzazione industriale a ogni livello di amministrazione, preceduti o accompagnati da una revisione del Titolo V della Costituzione. Obiettivi ambiziosi da perseguire nella consapevolezza che alcuni programmi di spesa dovrebbero trovare sinergie nell'Unione europea (a es. difesa e sicurezza, ricerca e innovazione, cooperazione internazionale), mentre altri devono riceve maggiori risorse, come la scuola pubblica, oramai allo stremo, e le politiche sociali, dal sostegno all'inclusione attiva agli interventi per la non autosufficienza, esangui.
Come arrivare alla necessaria riduzione delle tasse? La via strutturale per l'Italia passa per una "Maastricht dell'evasione fiscale". La nostra evasione fiscale è la vera anomalia rispetto all'Unione europea: siamo al doppio della media degli altri. L'allineamento alla media europea, ossia una riduzione dal 17-18% al 8-9% del Pil, vale 50 md. È un operazione difficilissima, da fare non soltanto attraverso la promozione dell'adempimento spontaneo e i controlli, ma con le politiche adeguate per contrastare le cause profonde dell'"evasione di sopravvivenza".
 
c'e' differenza fra scegliere di perdere tempo e fare il perditempo

non hai capito perche' ti ho detto che ero a guardare i giocatori di golf? :lol:



ti può sfiorare il dubbio che non mi interessi per nulla ?



se vuoi, puoi leggere l'articolo postato sopra
o guardare altri che pigliano a mazzate delle palline
 

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