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EQUITALIA E’ INCOSTITUZIONALE. VA CHIUSA:

di Gianni Lannes


Il 4 dicembre 2013, dopo solo 8 anni e la denuncia di 27 cittadini, finalmente la Corte costituzionale ha annunciato che la legge 270/2005 (definita altresì “porcellum” dal suo stesso ideatore, l'insigne giurista lombardo (sic!) della Lega Nord, di mestiere odontoiatra, al secolo Roberto Calderoli), entrata in vigore il 31 dicembre 2005, è incostituzionale. Sul piano giuridico, ossia in punta di diritto ne discende che tutti gli atti legislativi varati da ben cinque governi nel corso di tre legislature (XV, XVI, XVII) sono nulli, ossia non validi. Tradotto per i parassiti della casta: assolutamente illegali. Infatti, e non a caso, il presidente emerito della Consulta, Capotosti, in una recente dichiarazione pubblica ha confermato tale assunto, ossia la decadenza del governo in carica, del Parlamento ed infine del capo dello Stato, in sintonia, appunto, con il diritto costituzionale. Appena, la sentenza sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale (entro gennaio 2014) ci sarà un terremoto ai piani alti del potere per conto terzi. Inoltre, dettaglio non trascurabile, i titolari di ben cinque Governi se opportunamente denunciati dovranno risarcire in soldoni sonanti, i cittadini danneggiati illegalmente dal Fisco.




Per la cronaca giudiziaria: anche il diritto tributario è fonte normativa secondaria rispetto alla Costituzione cui deve assolutamente allinearsi, pena la nullità degli atti. Sorpresa effimera, se non fosse già abbastanza il cappio di chi lavora realmente: secondo la legge di stabilità appena varata dall'eterodiretto ed abusivo governo Letta, i contribuenti considerati da chi comanda meri italidioti dovranno pagare 1,1 miliardi di tasse in più nel 2014. Nel Belpaese si continuano ad esentare i patrimoni, mentre si massacrano di tasse fuorilegge chi suda dalla mattina alla sera per sopravvivere dignitosamente. Tanto per non dimenticare: perché lo Stato tricolore non esige il pagamento di ben 98 miliardi di tasse evase più gli interessi non pagati, dai concessionari del gioco d'azzardo? C'è per caso qualche indicibile affare in comune?
Equitalia è la società pubblica (51% Agenzia delle Entrate, 49% INPS) italiana incaricata della riscossione dei tributi su tutto il territorio, ad eccezione della Sicilia, che ha preso vita nel 2007.


Fino al 30 settembre 2006 la riscossione era affidata in concessione a privati prevalentemente banche, in numero di quasi 40. Con il Decreto Legge 4 luglio 2006, numero 223 il Governo Prodi II ha autorizzato Riscossione S.p.A. ad utilizzare i dati in possesso dell'Agenzia delle Entrate.


Il Gruppo Equitalia si compone delle società Equitalia S.p.A. (capogruppo), delle società da essa controllare e di altri tre agenti della riscossione presenti su tutto il territorio nazionale (Sicilia esclusa, la cui società si chiama Riscossioni Sicilia S.p.A.) (fino al 1º settembre 2012 denominata SERIT Sicilia S.p.A.).


Repetita iuvant: Dopo la pubblicazione della sentenza della Consulta relativa al predetto "porcellum" tutti gli atti di Equitalia devono essere considerati nulli, non validi, basati su gravi ed intollerabili abusi di potere, da un’agenzia statale priva di legittimità legale ad agire. Ergo: i numerosi tartassati sono legittimati a denunciare e a citare in giudizio chi li ha ingiustamente ridotti sul lastrico. Non dimentichiamo che numerose persone sono state indotte al suicidio dalle azioni di Equitalia, e tante altre sono finite in mezzo alla strada perdendo abitazioni, aziende e beni.


Equitalia è stata giustamente criticata per la sua lentezza amministrativa (che fa lievitare a dismisura, ossia a livello di strozzinaggio gli interessi), per gli aggi di riscossione e i tassi di interesse molto elevati che fanno lievitare i costi, e per la facilità con la quale ricorre al pignoramento di beni (inclusi immobili) a fronte di debiti relativamente modesti. Anche l'inefficienza amministrativa della società è stata spesso oggetto di critiche da parte dei mass media, poiché ciò rende effettivamente difficile, se non obiettivamente impossibile, il pagamento da parte di quei soggetti che si trovano in una situazione economica non agiata.


All'aumento della rapidità per la messa in pratica di azioni di forza per la riscossione dei pagamenti, si affiancano procedure costose e onerose in termini anche di tempo (il ricorso deve essere presentato con bollo e atti giudiziari) e spesso poco chiare per come sono descritte nella cartella esattoriale stessa.


A seguito di un elevato numero di cosiddette cartelle pazze (ovvero delle cartelle esattoriali emesse in realtà dagli enti impositori, contenenti errori palesi come errato intestatario, richiesta di pagamenti non dovuti o già effettuati) inviate da Equitalia, diverse manifestazioni si sono tenute specialmente in Sardegna. Equitalia ha dovuto presentare anche scuse ufficiali e in seguito sono state approvate procedure di autocertificazione (spesso non pubblicizzate a dovere) per poter presentare ricorso.


Il 3 aprile 2012 la Cassazione (Sezioni Unite Civili) con sentenza numero 5751/2012 - relativa alla impignorabilità di beni da parte di Equitalia per cifre irrisorie inferiori ad 8 mila euro - ha sancito inequivocabilmente:


«quello che conta ai fini dell’interpretazione di un atto normativo non è l’intenzione del legislatore o la lettura fattane da ministeri, governi, parlamentari ed altri enti, ma la volontà oggettiva della legge, quale risultante dal suo dato letterale».


In buona sostanza, la legge elettorale è la normativa fondamentale per la rappresentanza politica in uno Stato di diritto. Nel caso italiano, secondo la Consulta, sono stati vulnerati i diritti elettorali del popolo sovrano.


La Corte Costituzionale (il più elevato grado giudiziario in Italia) giudica da quel momento in avanti (ex nunc), e retroattivamente (ex tunc). Dunque, tutti i personaggi che dal primo gennaio 2006 siedono in Parlamento, nessuno escluso, e che ci siederanno fino a che la Gazzetta Ufficiale non pubblicherà le motivazioni della sentenza (entro gennaio 2014), pur moralmente usurpatori non potranno essere considerati tali. Un caso a parte sono i senatori a vita. Se ce ne fosse ancora qualcuno nominato da un presidente della Repubblica “ante porcellum” (dunque non certo Napolitano), questo potrebbe sedere a buon diritto in Parlamento. A quanto mi consta, però, di questi non ne resta nessuno. Anche lo stesso capo dello Stato è abusivo, essendo stato eletto per due volte da parlamentari senza titolo legale.


Adesso ci ritroviamo a scoprire che per tanti anni siamo stati “s-governati” da figuranti che di sedere dove bivaccano e ingrassano a spese dell’ignaro contribuente non hanno assolutamente titolo e diritto.


Non sono un giurista, ma so leggere, scrivere e fare di conto. Allora, come disse quel tale passato a miglior vita: “se sbaglio, mi corigerete”.


(1- continua)


Riferimenti:


^ Decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, in materia di "Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale."


^ Decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, in materia di "Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia"
^ Legge 12 luglio 2011, n. 106, in materia di "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia"




http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2006-07-04;223!vig=




DECRETO-LEGGE 4 luglio 2006, n. 223
Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonche' interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale. (GU n.153 del 4-7-2006 )
note: Entrata in vigore del decreto: 4-7-2006.
Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 4 agosto 2006, n. 248 (in SO n.183, relativo alla G.U. 11/08/2006, n.186).


http://www.gruppoequitalia.it/equitalia/export/.content/it.gov.equitalia.capogruppo/files/it_2013/Bilancio_consolidato_Risultati_ed_andamento_della_gestione_2012.pdf

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=corte+costituzionale
 
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Le catene si stringono. L`Italia nel vortice di un falso ”debito pubblico”



Chissà da che parte sta certa gente che esulta per l'ipotetico flop del movimento 9 dicembre in piazza a Roma. Fingono di contestare il potere esercitato dall'1% ma poi l'ira e l'astio si scatenano e si limitano alle diatribe fra destra/sinistra. Beati loro che non sanno cosa vuol dire perdere la casa ed il lavoro, con chi mai potrebbero stare se non "capiscono cosa vogliono i forconi"? Se arrivano perfino a negare l'evidenza della piazza del movimento 9 dicembre, pur di difendere chi ci ha portato alla miseria, tutti quanti, probabilmente loro esclusi. Naturalmente la sinistra, l'intellighenzia con questo sfacelo che ogni giorno costa suicidi e drammi familiari come gli sfratti, non ha niente a che fare. Come un Cremaschi la cui unica preoccupazione risulta come gestire il disagio, insieme ai sindacati che critica ma nei quali ha fatto carriera. Non è la miseria che dilaga il dramma, ma la tragedia per i lacché del regime è che la gente possa fidarsi di soggetti diversi da quelli che ci hanno condotto fin qui. Queste poche righe ben condensano la situazione in cui tutti i partiti ed i loro cortigiani, soprattutto i cosiddetti moralizzatori del politically correct che urlano vergogna per le docce anti scabbia nel CIE (gestione coop rossa) mentre non ritengono vergognosa la tragica ed infinita lista di chi si toglie la vita perché caduto nell'indigenza. In milioni hanno risposto ai blocchi, persone che sentono vicina l'impossibilità di sopravvivere, ma non conta per i moralizzatori al caviale. Conta sapere se sono di destra o di sinistra, ma soprattutto è importante essere sicuri che non mettano in pericolo I PRIVILEGI che consentono a tutta l'elite di vivere da nababbi proprio a spese dei milioni di cui sopra. A quanto pare, se la rivoluzione non si può fare per presunte infiltrazioni estremiste, secondo teoremi della sinistra, allora si deve presumere che il disagio stia molto bene alla parte moralmente superiore e che la disperazione debba essere per forza di destra?
Barbara


Le catene si stringono. L`Italia nel vortice di un falso ”debito pubblico”
20 dic 2013 - di Fabrizio Fiorini - L`Italia nel vortice di un falso ”debito pubblico” Come si chiama quel bicchiere che più lo si svuota e più si riempie? Nessuno alza la mano? Bene, ecco la risposta: è il “debito pubblico”. O almeno, così vorrebbero farci credere i governi della fame che si sono susseguiti, nel corso degli ultimi anni, all’amministrazione della colonia italica.

Quel debito pubblico sul cui altare, quotidianamente, sacrifichiamo pezzi di sovranità e in base al quale regoliamo l’agenda politica di una nazione costretta, peraltro, a dover passare sotto le forche caudine dei meccanismi di controllo (“stabilità”, la chiamano) dell’Ue. Quel debito pubblico che, a detta dei politicanti (e a rigor di logica) dovrebbe ridursi diminuendo la spesa pubblica o aumentando le entrate fiscali. I tagli alla spesa pubblica sono oramai all’ordine del giorno: la sanità pubblica è in ginocchio (è di oggi la notizia del taglio di 1500 posti letto ospedalieri nella sola regione Sicilia), nella scuola pubblica si fa fatica a garantire la mera retribuzione del personale docente e non docente. I consulenti del Fmi, cui il governo Letta ha spalancato le porte, stroncano sul nascere ogni entusiasmo di facciata del Ministero dell’economia: occorre tagliare, flessibilizzare, contenere la spesa. Se sul fronte delle dismissioni dello Stato sociale siamo oramai al bollettino di guerra, sul fronte delle imposizioni fiscali non va così meglio. Nel girone dantesco dell’arzigogolo burocratico e delle mille sigle (Tares, Tasi, Tari, Iuc), non si contano più le attività commerciali e artigianali costrette alla chiusura e i cittadini e le famiglie condannate alla disperazione o al suicidio per insolvenza. Meno spese, più entrate, vincoli di bilancio. E il debito pubblico, invece che diminuire, incrementa. In un solo mese, da settembre a ottobre, secondo i dati statistici comunicati dalla stessa Banca d’Italia, di ben 18 miliardi, toccando la irrazionale cifra di 2085 miliardi di euro. Ci sarà a Roma un maestro di algebra capace di spiegarci il perché. Ci sarà qualcuno che non penserà di risolvere il problema restituendo due milioni di euro di indennità parlamentari (lo 0,001% dell’incremento mensile della nostra situazione debitoria). Ci sarà qualcuno che ricordi che “pagare un debito di moneta con altra moneta emessa a debito è impossibile” . Occorre, sì, riprenderci il futuro, come in tanti hanno urlato in questi giorni nelle piazze: ma non sarà possibile senza riappropriarci innanzitutto della nostra moneta, spezzando definitivamente i tentacoli alla piovra bancaria. Era scritto su uno striscione oggi in piazza: “il Sole non sorge a Bruxelles”.

Fonte: Rinascita
 
Ci sarà qualcuno che ricordi che “pagare un debito di moneta con altra moneta emessa a debito è impossibile” . Occorre, sì, riprenderci il futuro, come in tanti hanno urlato in questi giorni nelle piazze: ma non sarà possibile senza riappropriarci innanzitutto della nostra moneta, spezzando definitivamente i tentacoli alla piovra bancaria. Era scritto su uno striscione oggi in piazza: “il Sole non sorge a Bruxelles”.

Fonte: Rinascita
 
STATO-MAFIA 1995: segretati gli atti sui papelli



Decreto del Ministero del Tesoro 13 ottobre 1995, n. 561
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1995/12/29/095G0598/sg;jsessionid=z3s1KDCGGkCB1FFz2XpiuQ__.ntc-as2-guri2a
Estratto:

Articolo 2 : Categorie di documenti attinenti alla sicurezza, alla difesa nazionale e alle relazioni internazionali

1. Ai sensi dell’art. 8, comma 5, lettera a), del decreto del Presidente della Repubblica 27 giugno 1992, n. 352, ed in relazione alla esigenza di salvaguardare la sicurezza, la difesa nazionale, nonchè l’esercizio della sovranità nazionale, la continuità e la correttezza delle relazioni internazionali, sono sottratte all’accesso le seguenti categorie di documenti:
a) atti relativi alle iniziative di finanziamento, previsione e controllo di bilancio e spesa, attinenti a programmi connessi alle esigenze di difesa e relativi all’attività di approvvigionamento, acquisizione, dislocazione di beni immobili e mobili, gestione tecnico-operativa e manutenzione di mezzi, armi, munizioni, esplosivi, materiali e procedure classificati, nonchè accordi intergovernativi di sicurezza e difesa comune;
b) atti, studi, relazioni e proposte relativi alle iniziative di finanziamento, previsione e controllo di bilancio, riguardanti situazioni di emergenza in materia di difesa e protezione civile;
c) atti, studi, analisi, proposte e relazioni che riguardano la posizione italiana nell’ambito di accordi internazionali sulla politica monetaria e sulla politica creditizia e finanziaria;
d) atti preparatori del Consiglio della Comunità europea;
e) atti preparatori dei negoziati della Comunità europea, nonchè degli accordi multilaterali di ristrutturazione del debito estero;
(...)

Articolo 3 : Categorie di documenti attinenti alla determinazione ed attuazione della politica monetaria valutaria
1. Ai sensi dell’art. 8, comma 5, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica 27 giugno 1992, n. 352, ed in relazione alla esigenza di salvaguardare la riservatezza dei processi di formazione, di determinazione e di attuazione della politica monetaria e valutaria, sono sottratte all’accesso le seguenti categorie di documenti, quando dalla loro divulgazione o conoscenza possa derivare effettivo e concreto pregiudizio alla tutela dei processi stessi:
a) atti relativi a studi, indagini, analisi, relazioni, proposte, programmi, elaborazioni e comunicazioni sui flussi finanziari di entrata e di spesa, sulle previsioni del fabbisogno dello Stato, sulla evoluzione, la consistenza, la gestione, il risanamento del debito pubblico e provvedimenti per il contenimento ed il risanamento della spesa e del deficit pubblico, sulla struttura e sull’andamento dei mercati finanziari e valutari nonchè sulla politica fiscale e di spesa pubblica;
b) elaborazioni, simulazioni e previsioni concernenti misure di contenimento della spesa per interessi e, in generale, del fabbisogno del settore statale e di quello pubblico allargato;
c) atti, anche preparatori, relativi alla emissione o ad altre determinazioni in materia di titoli di Stato e di autorizzazione all’emissione di prestiti in eurolire;
d) atti relativi agli interventi dell’Amministrazione in campo monetario e valutario, se connessi ai procedimenti di cui alla successiva lettera e);
e) atti di programmazione e di iniziativa dell’attività di vigilanza e di ispezione, nonchè verbali, atti e relazioni dei servizi ispettivi ed atti sanzionatori, quando possa derivarne pregiudizio ai processi di formazione, di determinazione e di attuazione della politica monetaria e valutaria.

Note all’art. 3
(...)



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EURO in metallo: Pochi spiccioli all’Italia



Pochi spiccioli all’Italia


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23 ottobre 2012 |
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Autore Nicoletta Forcheri

http://www.stampalibera.com/?p=54641
E’ fatto indiscusso che il reddito monetario derivante dal conio delle monetine nel sistema dell’euro spetta ai singoli Stati – è stato anche oggetto di interrogazioni parlamentari (cfr.Signoraggio colpisce ancora?) – e che esso equivale al valore nominale totale delle monetine prodotte decurtato delle spese di conio. Tale valore entra quindi nelle casse dello Stato.
Ricordo a tal proposito la definizione di reddito monetario delle monetine metalliche e delle banconote in una nota della Commissione europea all’Alto rappresentante del Consiglio dell’unione europea Javier Solana, il 3 gennaio 2007 (cfr. Signoragio: definizioni ufficiali ):




La decisione di cui sotto della BCE di fine 2011 si commenta da sé: vi impone, come ogni anno, i quantitativi massimi in milioni di euro che ogni Stato dell’eurozona è autorizzato a coniare per l’anno 2012 (http://www.ecb.int/ecb/legal/pdf/l_32420111207it00370037.pdf).




Bene, o piuttosto male, la Francia (4,7 euro a persona) ne può produrre più del DOPPIO dell’Italia, che con soli 128 milioni di monetine coniate ha però quasi la stessa popolazione della Francia e arriva a 1,9 euro a persona. In confronto l’Austria, con una partecipazione irrisoria al capitale della BCE, meno del 2%, se la passa come una regina, 264 milioni di monetine per 8 milioni 419 mila persone, ossia 31,35 euro a persona, per non parlare dellaGermania che con appena un terzo di popolazione in più dell’Italia (81 milioni) sembrerebbe essere il vero re indiscusso dell’eurosistema con un tetto di 668 M, ma rispetto all’Austria arriva a soli 8 euro a persona; anche il Belgio se la passa molto bene, anzi un microbo di paese come quello supera l’Italia in conio di contanti, con ben 196 milioni sebbene abbia una quota di partecipazione al capitale inferiore a quella italiana di ben cinque volte (2,4%) e una popolazione di 6 volte inferiore a quella italiana (11 milioni di abitanti): la quota a persona delle monetine a disposizione è di quasi dieci volte di più, 17,80 euro a persona.
Quote di partecipazione al capitale della BCE
Si noti ancora che Cipro, con 1 milione 116 564 di abitanti e una partecipazione al capitale dello 0,1369%, ha la possibilità di coniare 13,1 milioni di monetine (11,73 euro a persona) mentre la Grecia con una popolazione di 10 volte superiore, la stessa popolazione del Belgio, ha un conio di unicamente di poco più del doppio, 44 centesimi a persona. Belgio e Grecia hanno la stessa popolazione: al Belgio 17,80 euro a persona, alla Grecia 44 centesimi, una differenza da 100 a 40!!! Malta poi con 400 000 abitanti e una partecipazione alla BCE di solo lo 0,0632% ha un conio di 10 milioni di euro in monetine, ossia 25 euro a persona, rispetto a 1,9 euro a persona per l’Italia..
Anche la Spagna - favorita tra i PIIGS ? – beneficia con soli 46 milioni 235 000abitanti, di un tetto massimale di 250 milioni di valore in conio monetine, ossia 5,4 euro a persona, quasi tre volte tanto la razione pro capite italiana.

Qual è il criterio? Chi lo decide?
Per il criterio, abbiamo visto che il tetto massimale di conio monetine non dipende né dalla popolazione, né dalla partecipazione al capitale sociale della BCE… E allora? Nessuno ha mai chiesto in Europa come mai all’Italia così pochi SPICCIOLI rispetto ad altri paesi?
In quanto a deciderlo, è normalmente il consiglio direttivo della BCE che è composto dai 17 governatori delle BCN di cui quello della nostra Banca d’Italia che è tutto tranne nostra (cfr.Partecipanti al capitale della Banca d’Italia ), essendo costituita da tutte banche private tranne l’INPS, tra cui persino soci semi sovrani di altri paesi come BNP Paribas (Fortis), tramite la BNL, appartenente per il 17% alla Francia e per l’11% al Belgio. BNP Paribas concentra nel suo cda gli interessi di Renault, Axa (futuro padrone di MPS e di Siena), Clifford Chance, Veolia Environnement (padrona prevista della nostra acqua assiema a Suez/Gaz de France), Accor (monopolista di alberghi di lusso), e poi quelli della galassia Frère/Suez (altra padrona prevista della nostra acqua): Lafarge, TotalFinaElfErg, Pargesa, e poi ancora EADS e Saint Gobain (monopolista di vetro e plastica).. Ciliegina sulla torta anche il MEDEF o Confindutria francese, siede indirettamente alla Banca d’Italia attraverso i voti di BNP Paribas.
Sul criterio di assegnazione del reddito monetario da monetine agli Stati avrei la mia ipotesi: che esso dipenda dal debito pubblico di un paese. Quanto più alto il debito pubblico, quanto minore sarà il tetto di tale reddito allo Stato. Un serpente che si mangia la coda, perché chi è che ci ha chiamati PIIGS? Non sono gli stessi ambienti finanziari che hanno deciso di ‘sacrificare’ la periferia dell’UE?
Per quanto ciò possa sembrare al profano del tutto illogico, è invece perfettamente in linea con la “prudenzialità” bancaria, sancita dai trattati (cfr. Trattati UE: il diavolo è nei dettaglil ). La prudenzialità è un concetto diametralmente opposto a quello di equità o di redistribuzione sociale. Ma se gli Stati sono indebitati allo stesso sistema bancario che produce moneta indebitandoli, è logico che qualsiasi politica diventi ‘prudenziale’, il contrario di ‘sociale’ e persino di ‘liberale’. La prudenzialità del banchiere che ci comanda è quella cosa che vorrebbe sottometterci tutti allo sterco del diavolo, poiché la sua logica è unicamente il profitto dal nulla e il profitto dalla moneta. Punto.
Inoltre il dogma dell’indipendenza - a tutti i costi, costi quel che costi, è il caso di dirlo– del sistema bancario da qualsiasi governo, dogma sancito dai trattati e dagli atti che istituiscono la BCE e il sistema dell’euro, non solo è del tutto ipocrita perché alcuni paesi contano di più per il semplice fatto che hanno delle banche pubbliche o semi pubbliche tra le banche dealer cioé quelle che fanno parte dell’oligopolio in acquisto dei titoli di stato alle aste pubbliche (Olanda, Germania, Francia, Belgio), ma è anche di per sé completamente autolesionista per i popoli d’Europa.
Chi ha voluto tali dogmi e perché?
Forse non sarà un complotto, ma un ricatto continuo da parte di un oligopolio privato, sì, e uno strozzinaggio programmato, si può dire?
Nicoletta Forcheri 23 ottobre 2012



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