In dicembre la Bce potrebbe iniettare ulteriori stimoli monetari. Lo ha detto Mario Draghi al termine della riunione del Consiglio dei governatori: il livello di allentamento monetario della Bce «dovrà essere riesaminato a dicembre», ha infatti affermato. Questo a causa dei rischi al ribasso per crescita e inflazione e dei problemi in alcuni Paesi emergenti. Immediata la reazione del cambio, con l’euro in caduta a 1,12 sul dollaro.
La Banca centrale europea, che oggi si è riunita «in trasferta» a Malta, ha lasciato il tasso principale di rifinanziamento al minimo storico dello 0,05%. Il tasso sui prestiti marginali e quello sui depositi bancari restano rispettivamente allo 0,30% e -0,20 per cento.
Molti sono inclini a ritenere che alla fine il consiglio opterà inoltre per prolungare il programma oltre il settembre 2016, cosa peraltro già prevista in caso di mancata normalizzazione dell’inflazione, e non di aumentare il tetto mensile di 60 miliardi di euro di acquisti di titoli, anche per non accelerare i problemi, che prima o poi si presenteranno, di scarsità di obbligazioni da comprare. Semmai, il mix potrebbe essere alterato. È possibile invece che l’arma di abbassare ulteriormente il tasso sui depositi delle banche presso la Bce (che amplierebbe la platea dei titoli da acquistare e viene ritenuta sui mercati l’arma più efficace per far scendere l’euro) venga lasciata a un momento successivo all’ampliamento del Qe.
VIVA LA DROQA