tontolina
Forumer storico
Il Tesoro, anche per stabilizzare i flussi delle emissioni a tasso variabile, ha acceso dagli anni '90 derivati per circa 160 miliardi. Come controparti ha le maggiori banche "specialiste" in Btp: Banca Imi (Intesa Sanpaolo), Bnp Paribas, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Jp Morgan, Morgan Stanley, Nomura, Rbs, Ubs, Unicredit. Si tratta in gran parte di "swap": contratti in cui l'Italia scambia tassi fissi con variabili. Purtroppo la dinamica dei tassi, azzerati nella crisi finanziaria per far fluire il denaro, ha mandato in perdita molti di quei contratti.
Da elaborazioni di Repubblica e Financial Times sui soli dati ufficiali, una dozzina di derivati del valore di 31 miliardi, rinnovati nel 2012, generava in giugno 8,1 miliardi di minusvalenze di mercato. Quelle perdite si sarebbero concretizzate a scadenza, o in casi di risoluzione anticipata (come Morgan Stanley che a fine 2011 si fece consegnare 3 miliardi sull'unghia). La nuova legge, invece, crea le premesse per congelare quelle perdite "con cadenza di breve termine" su conti ad hoc, per "immunizzare dal rischio di controparte la transazione". In caso l'Italia andasse in default, poi, le banche titolari di quelle garanzie le incasserebbero, senza mettersi in coda con i detentori di Btp (in gran parte italiani, essendo in due anni sceso dal 50% al 30% il portafoglio straniero). La legge prevede identiche opposte misure: "Anche la controparte bancaria è tenuta ad aprire analogo deposito presso la Tesoreria", e versare i collaterali quando perde. Tuttavia i rating delle banche d'affari - ben superiori a quelli dell'Italia, ormai a due gradini dal junk - e la prevalenza di perdite per il Tesoro rende l'ipotesi scolastica. Malgrado le raccomandazioni del Fondo monetario a riguardo, finora nell'Eurozona solo Portogallo e Irlanda hanno accettato i versamenti bilaterali di garanzie sul debito: due anni fa, poco prima di essere colpiti da gravi crisi sovrane.
Banche d'affari, dal Tesoro garanzia in contanti per le maxiperdite sui derivati - Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it
Da elaborazioni di Repubblica e Financial Times sui soli dati ufficiali, una dozzina di derivati del valore di 31 miliardi, rinnovati nel 2012, generava in giugno 8,1 miliardi di minusvalenze di mercato. Quelle perdite si sarebbero concretizzate a scadenza, o in casi di risoluzione anticipata (come Morgan Stanley che a fine 2011 si fece consegnare 3 miliardi sull'unghia). La nuova legge, invece, crea le premesse per congelare quelle perdite "con cadenza di breve termine" su conti ad hoc, per "immunizzare dal rischio di controparte la transazione". In caso l'Italia andasse in default, poi, le banche titolari di quelle garanzie le incasserebbero, senza mettersi in coda con i detentori di Btp (in gran parte italiani, essendo in due anni sceso dal 50% al 30% il portafoglio straniero). La legge prevede identiche opposte misure: "Anche la controparte bancaria è tenuta ad aprire analogo deposito presso la Tesoreria", e versare i collaterali quando perde. Tuttavia i rating delle banche d'affari - ben superiori a quelli dell'Italia, ormai a due gradini dal junk - e la prevalenza di perdite per il Tesoro rende l'ipotesi scolastica. Malgrado le raccomandazioni del Fondo monetario a riguardo, finora nell'Eurozona solo Portogallo e Irlanda hanno accettato i versamenti bilaterali di garanzie sul debito: due anni fa, poco prima di essere colpiti da gravi crisi sovrane.
Banche d'affari, dal Tesoro garanzia in contanti per le maxiperdite sui derivati - Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it