Obbligazioni perpetue e subordinate Discussioni metaperpetuali

7 dicembre 1941 i giapponesi attaccano vigliaccamente gli Usa a Pearl Harbor.
8 dicembre 1941 gli Usa dichiarano guerra al Giappone.
a loro volta i giapponesi erano stati messi al muro dagli americani che - vietando l'esportazione di rottame di ferro - avevano di fatto bloccato l'industria siderurgica giapponese che utilizzava solo forni martin siemens e non aveva altoforni

nel giro di pochi mesi, tutto l'apparato bellico nipponico (già impegnato nella pazza avventura cinese) sarebbe crollato


un po' come se oggi gli americani trovassero il modo di impedire le esportazioni di rame in cina ....
 
catastrofisti e gli amanti del default si sono dati...

cari amici che avete sempre creduto in questo Paese e che non avete venduto i btp e portato i soldi in svizzera...

abbiamo vinto

per tutti gli altri... be' mi spiace ma a dare retta a certi uccellacci e a vendere sui minimi ci avete smenato di brutto

brindiamo a noi che abbiamo sempre creduto in questo paese
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vaiiiiiiiiiiiiiiiiii

Al TG LA7, nel servizio economico, hanno detto che la BCE non è intervenuta negli acquisti e che invece sembra si siano riaffacciati i fondi.

Ora il problema è nel far cessare i casini provocati dalle vergognose categorie che minacciano ritorsioni, non ultime quelle dei farmacisti e degli avvocati
 
GERMANIA: LE BUGIE DI


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In questi mesi e settimane ci siamo divertiti a smascherare il presunto virtuosismo di una Germania che nella sua elite politica da il peggio di se, un Paese dove ho molti amici, un Paese che stimo per l’attenzione all’ Ambiente e alla Famiglia, spesso assente in Italia, capace di una disciplina che talvolta servirebbe anche nel nostro Paese-
Marco un caro amico di Icebergfinanza, che ci ha ospitati a Taranto venerdi per un bella serata di Consapevolezza, mi ha fatto notare che il dato recentemente pubblicato sull’occupazione tedesca è un dato pieno di ombre.
Si tratta di ombre e bugie spesso ricorrenti nelle statistiche che riguardano il mercato del lavoro come noi di Icebergfinanza ben sappiamo avendo esplorato per anni la dinamica americana, ombre che TAZ autorevole quotidiano tedesco indipendente di orientamento politico di sinistra fondato da una cooperativa di lavoratori oltre 30 anni fa, sempre molto attento alle questioni sociali e ambientali mette in rislato in un suo recente articolo.
Su ALTRAMENTE Paola Giaculli da Berlino scrive…
L’anno comincia, in teoria, bene per il paese che vuole dettare al resto dell’Europa la disciplina della stabilità: i dati ufficiali sull’occupazione in Germania sembrano a prima vista incoraggianti, con 41,7 milioni di persone con un lavoro, mai un numero così alto, e “neanche” tre milioni di disoccupate/i (circa 2,9).
Ma il dato è ingannevole, perché nel conteggio della disoccupazione non compaiono svariate “categorie” di persone come i disoccupati di età maggiore a 58 anni (ca. 360.000), quanti e quante lavorano meno di 15 ore a settimana, i lavoratori sociali saltuari, chi frequenta corsi di formazione (in attesa di rioccupazione), chi si avvale di agenzie del lavoro private (ca. 143.000) e non viene riportato nella statistica dell’agenzia del lavoro pubblica (Bundesagentur für Arbeit) e altri e altre, il che porterebbe il totale dei disoccupati a 3,8 milioni di unità, come si evince dal resoconto di dicembre 2011 dell’agenzia del lavoro.
Anche a esaminare la cifra degli occupati si scopre che l’aumento è dovuto all’incremento senza precedenti del lavoro a tempo parziale e in affitto: come rivela un interessante articolo della Taz, quotidiano autorevole di Berlino (Le bugie dei tedeschi, 3 gennaio), in realtà a lavorare sono sì più persone, ma in media per meno ore (57,7 miliardi nel 2000 contro i 57,43 del 2010). Si scopre così secondo l’Ufficio statistico (Statistische Bundesamt) che 8,4 milioni di persone sono “sottooccupate”, cioè vorrebbero lavorare di più (probabilmente per guadagnare di più), una tendenza che si registra in modo preoccupante anche tra quanti lavorano a tempo pieno (2,1 milioni). Circa 1,2 milioni di persone è la cifra stimata della cosiddetta “riserva silenziosa”, cioè di disoccupati non registrati presso l’agenzia del lavoro.
A inficiare l’ottimismo della situazione del mercato del lavoro contribuiscono i circa 1,7 milioni di lavoratori che devono farsi integrare la misera busta paga con un sussidio statale. Secondo la Taz, non è vero che è stata creata nuova occupazione: “è stata una decisione ingannevole pensare di poterlo fare con la riforma del mercato del lavoro” introdotta dal governo di Spd e verdi guidato dal socialdemocratico Schröder. Quella riforma “ha espropriato i lavoratori e ridotto il loro potere di contrattazione”, aggiunge la Taz. In effetti, la famigerata riforma che porta il nome del suo creatore Hartz, Spd, già membro del consiglio di amministrazione di Volkswagen e coinvolto nello scandalo della corruzione del consiglio d’azienda, e appositamente convocato da Schröder a rivoluzionare il lavoro in Germania all’inizio degli anni 2000, ha introdotto, di fatto, la flessibilità.
Per esempio con la liberalizzazione del lavoro in affitto, con i cosiddetti mini-jobs, minilavori per un massimo di 400 euro al mese e di 15 ore a settimana, a costo contributivo e fiscale zero per imprese e lavoratori, promossi ufficialmente dall’agenzia pubblica per il lavoro, che ne loda i vantaggi sul suo sito. La riforma introdusse inoltre nel 2005 anche l’obbligo per i disoccupati a espletare lavori a un euro l’ora pena la decurtazione del sussidio. L’agenzia del lavoro si rese così intermediaria per lo sfruttamento di manodopera da parte di imprese private o enti locali. Questi sono solo alcuni esempi del processo di riduzione del lavoro a merce a infimi costi, di cui il governo Schröder si è reso responsabile. E non è certo un caso se il valore reale delle retribuzioni tra il 2000 e il 2010 è aumentato solo del 4,4 percento mentre l’economia è cresciuta negli stessi anni del 9,7 percento, come ricorda ancora la Taz, “cosicché il grosso dei profitti è andato a chi possiede capitali, imprenditori e azionisti”.
La Germania è il paese, secondo il recente studio dell’OCSE, in cui, tra quelli più industrializzati, è cresciuta di più la forbice tra ricchi e poveri. E di tutto questo si vantano Merkel con il suo governo, ma anche Spd e Verdi che vedono nei recenti sviluppi il “successo” delle riforme introdotte dai loro governi negli anni 1998-2005. A proposito di riforme, pare che l’innalzamento dell’età pensionabile (a 67 anni a partire gradualmente dall’1 gennaio), così caldeggiata da Merkel e non in ultimo da BCE e dall’amabile commissario Ue Rehn, nel paese-scuola non funzioni eccessivamente bene. Già, perché quasi la metà dei lavoratori vanno in pensione prima dei 65 anni, età obbligatoria per il ritiro dal lavoro fino all’anno scorso (47,5 %), mentre nel 2005 erano pari al 41,2 e nel 2000 soltanto il 14,5. Questo comporta una decurtazione della pensione mediamente di 113 euro rispetto a chi è andato in pensione a 65 anni. Per fare un esempio, una persona in pensione a partire da quell’età, con 45 anni di contributi, a salario medio tra tutti gli assicurati, percepisce 1.236 Euro. L’innalzamento a 67 anni, non ha come esito che un’ulteriore decurtazione della pensione, dato che, si prevede, saranno ancora più persone ad anticipare il ritiro dal lavoro o a esserne espulse.
Tanto più che anche in Germania i lavoratori più anziani che rimangono senza lavoro hanno difficoltà di reinserimento. Le più penalizzate, tanto per cambiare, sono le donne: solo il 3,7 percento di chi ha 64 anni, per esempio, lavora a tempo pieno. Sarà utile ricordare che l’età pensionabile è stata innalzata ad opera della große Koalition 2005-2009, per l’esattezza su proposta della Spd nella fattispecie del suo ministro del lavoro Müntefering. Pareva che la Spd avesse in proposito nutrito di recente dei ripensamenti, ma in sede congressuale, la proposta di modifica è stata bocciata. È invece il presidente Csu, Seehofer, l’alleato baverese ultraconservatore di Merkel a inaugurare l’anno nuovo mettendo in discussione la pensione a 67 anni, preoccupato del difficile reinserimento degli “anziani” rimasti senza lavoro. Seehofer ha minacciato anche le imprese di introdurre misure correttive, qualora facessero abuso indiscriminato del lavoro a tempo determinato, “ormai diventato la regola”.
Anche sulla “regola d’oro”, il pareggio del bilancio, qui definita “frena-debiti”, si nutrono pesanti dubbi per l’ipoteca sul futuro che la regola comporta. A detta di alcuni economisti come Gustav Horn e Peter Bofinger “il pareggio di bilancio mette a rischio la stabilità economica del paese e il futuro dei nostri figli, le future generazioni avranno un’istruzione insufficiente, infrastrutture scadenti e un ambiente malsano”. Critico anche il segretario dell’associazione dei comuni Stephan Articus, vittime dei tagli di stato e Länder, per cui i comuni saranno anche in futuro costretti a tagliare i servizi per la popolazione.
Cosi tanto per smentire una piccola parte del presunto virtuosismo tedesco, quello che vuole insegnare all’Europa che la storia si è sbagliata quando ha scritto che una delle cause principali della ricaduta nella Grande Depressione del ’29 dopo la pausa del New Deal era imputabile alla disciplina di bilancio, al suo pareggio alle paranoie di coloro che non conoscono la storia e la dimenticano spesso e volentieri.
Icebergfinanza partecipa al ” ENEL BLOGGER AWARD 2012 ” Se qualcuno di Voi trova un attimo di tempo ed è disponibile a sostenerci , questo è l’indirizzo per votare Semplicemente grazie!
 
Al TG LA7, nel servizio economico, hanno detto che la BCE non è intervenuta negli acquisti e che invece sembra si siano riaffacciati i fondi.

Ora il problema è nel far cessare i casini provocati dalle vergognose categorie che minacciano ritorsioni, non ultime quelle dei farmacisti e degli avvocati
Ciao Ott(lo spermatozoo impazzito)
buona giornata tt/e

ROMA – Una bella botta, una vera riforma, un taglio concreto alle spese della politica? C’è, ci sono. Anche se la pubblica opinione fatica a vederli, comprensibilmente ipnotizzata dai vitalizi dei parlamentari e dei loro rimborsi spese. Altro che dimezzamento dei parlamentari e riduzione dei lori stipendi, altro che viaggi pagati e pranzi sotto costo nei ristoranti e bar delle Camere. Anche se tutto questo arrivasse, sarebbero bruscolini: decine, centinaia di milioni sottratti, defalcati dal costo della politica. Invece c’è fresca di conio una norma che toglie dalle mani della politica miliardi. Una norma che i partiti politici e i governi locali, i Comuni in prima fila, proveranno a disfare di notte, quando nessuno guarda, come faceva Penelope.
La norma è quella all’articolo 26 del decreto appena approvato dal governo. Dice che i Comuni dovranno mettere a gara tutti gli appalti superiori a 200mila euro. A gara, che vuol dire a gara? Vuol dire che i sindaci non potranno più affidare appalti e lavori superiori a 200mila euro a trattativa privata, cioè in house, cioè “fatti in casa”. E che vuol dire fatti in casa? Significa niente controllo sui costi, niente trasparenza e consigli di amministrazione delle aziende che prendono gli appalti e gli incarichi di servizio sicuramente pieni di ex politici locali. Centinai, migliaia di aziende lottizzate dalla politica e dalla politica sostenute con denaro pubblico, il più gran costo della politica. Aziende di trasporti, rifiuti, gestione dell’acqua. Aziende gestite “in casa”. Una bella botta, una vera riforma, un taglio concreto al costo della politica. Ma il Parlamento vigila, Pdl e Pd, Idv e Lega, Anci, sindaci e Governatori sono pronti ad attutire, rinviare, limare, eludere, eccedere, emendare, magari cancellare.


siamo a 402,913
:ciao::ciao::ciao:
belli&brutti
 
Ciao Ott(lo spermatozoo impazzito)
buona giornata tt/e

ROMA – Una bella botta, una vera riforma, un taglio concreto alle spese della politica? C’è, ci sono. Anche se la pubblica opinione fatica a vederli, comprensibilmente ipnotizzata dai vitalizi dei parlamentari e dei loro rimborsi spese. Altro che dimezzamento dei parlamentari e riduzione dei lori stipendi, altro che viaggi pagati e pranzi sotto costo nei ristoranti e bar delle Camere. Anche se tutto questo arrivasse, sarebbero bruscolini: decine, centinaia di milioni sottratti, defalcati dal costo della politica. Invece c’è fresca di conio una norma che toglie dalle mani della politica miliardi. Una norma che i partiti politici e i governi locali, i Comuni in prima fila, proveranno a disfare di notte, quando nessuno guarda, come faceva Penelope.
La norma è quella all’articolo 26 del decreto appena approvato dal governo. Dice che i Comuni dovranno mettere a gara tutti gli appalti superiori a 200mila euro. A gara, che vuol dire a gara? Vuol dire che i sindaci non potranno più affidare appalti e lavori superiori a 200mila euro a trattativa privata, cioè in house, cioè “fatti in casa”. E che vuol dire fatti in casa? Significa niente controllo sui costi, niente trasparenza e consigli di amministrazione delle aziende che prendono gli appalti e gli incarichi di servizio sicuramente pieni di ex politici locali. Centinai, migliaia di aziende lottizzate dalla politica e dalla politica sostenute con denaro pubblico, il più gran costo della politica. Aziende di trasporti, rifiuti, gestione dell’acqua. Aziende gestite “in casa”. Una bella botta, una vera riforma, un taglio concreto al costo della politica. Ma il Parlamento vigila, Pdl e Pd, Idv e Lega, Anci, sindaci e Governatori sono pronti ad attutire, rinviare, limare, eludere, eccedere, emendare, magari cancellare.


siamo a 402,913
:ciao::ciao::ciao:
belli&brutti

luzzogno grande amicone come stai , tu amico stai sicuramente bene con la gnocca a portata di mano il pene e' sempre sano . complimenti per quello che hai scritto ciao a presto:up:
 
guardiamo i grafici dello spread 10 anni:

si vede chiaramente una enorme volatilità,
con oscillazioni pazzesche dei valori in tempi molto brevi

se a novembre era a 570 punti,
al 5 dicembre era a 375 punti,
per poi risalire nuovemente

le oscillazioni sono continuate fortissime
e permangono ancora oggi

è indubbio che rispetto a nov.dic 2011,
ora non c'è + inversione della curva rendimenti nel breve,
quindi la situazione pare certo meno catastrofica
visto che ora i mercati hanno fiducia almeno in una tenuta a breve dell'italia

tuttavia,
sarebbe preferibile un abbassamento GRADUALE,
con una trendline al ribasso regolare, lunga e ben definita
piuttosto che questi sbalzi, che indicano speculazioni colossali in atto,
e questo non permette di capire nel medio termine dove andiamo a finire

IMO, l'abbassamento attuale è dovuto anche ai rumors delle liberalizzazioni italiane
che giungono agli investitori esteri

giocano appunto a nostro favore le voci di liberalizzazioni,
che per gli investitori significa tentativo di promuovere la crescita

giocano a nostro sfavore il parziale default greco (dato ormai per nevitabile)
e la previsione di recessione del -2% per l'italia nel 2012

se farmacisti, sindacati, etc si mettono a scioperare
e la manovra verrà annacquata,
temo che in pochissimo tempo torneremo di nuovo sulle montagne russe


che ne pensate. ciao
 
mussari dice che banche possono utilizzare fondi bce per comprare btp senza sottrarre liquidita' a imprese


Finanza nella sede dell'agenzia.
La procura di Trani ha aperto
un terzo filone d'indagine dopo
Moody's e Standard & Poor's


GUIDO RUOTOLO

milano
Indagati due dipendenti di Fitch. Si tratta di David Riley, responsabile dell’agenzia di rating e Alessandro Settepani, director senior. Riley e Settepani nelle rispettive qualità di analisti economico finanziari dei debiti sovrani e dipendenti con funzioni apicali di Fitch, rilasciavano indebiti annunci preventivi inerenti l'imminente declassamento della repubblica italiana, così abusando di informazioni privilegiate che, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari, venivano divulgate a mercati aperti.

Da stamane sono in corso perquisizioni della Guardia di finanza alla sede milanese dell' agenzia di rating Fitch. La procura di Trani ha infatti aperto un terzo filone d'indagine dopo Moody's e Standard & Poor's. Gli uomini della Finanza sono tornati anche nella sede milanese di Standard&Poor 's, dove erano stati appena giovedì scorso. Ultimati i sequestri di materiali informatici, di files, posta elettronica messaggi sms nella sede dell'agenzia di rating Fitch, il pm di Trani Ruggiero e gli uomini della Finanza hanno avviato un supplemento di acquisizione dati alla S&P.

Fino ad oggi erano due i procedimenti paralleli condotti da parte del sostituto procuratore di Trani Michele Ruggiero sull’attività di agenzie internazionali di rating: il pm ha ipotizzato i reati di aggiotaggio, manipolazione del mercato e abuso di informazioni privilegiate. Il primo procedimento, aperto nel giugno 2010 su denuncia di Adusbef e Federconsumatori, riguarda l’agenzia Moody’s e si riferisce al report diffuso il 6 maggio del 2010 a mercati aperti in cui si affermava che il sistema bancario italiano, in seguito al tracollo già allora in atto della Grecia, era tra quelli a rischio. La diffusione del report, che la Procura riteneva basato su «giudizi infondati e imprudenti», provocò il crollo del mercato dei titoli italiani.

Il secondo procedimento è stato avviato nella primavera 2011 sempre sulla base di denunce delle due associazioni per la tutela dei consumatori, e riguarda i giudizi espressi sul sistema italiano in tre differenti circostanze dall’agenzia Standard&Poor’s. In uno di questi report, emesso il primo luglio 2011, l’agenzia di rating espresse giudizi negativi sulla manovra finanziaria aggiuntiva che il governo Berlusconi stava preparando e li espresse quando i mercati erano aperti, prima ancora che esistesse un testo definitivo della manovra e prima ancora che questo venisse presentato al Consiglio dei ministri. Gli altri due report messi sotto la lente di ingrandimento della Procura di Trani sono quelli espressi dalla stessa agenzia il 20 e il 23 maggio 2011 con giudizi negativi sul debito pubblico italiano. Le valutazioni di Standard&Poor’s in quelle circostanze determinarono, secondo la Procura, «la svendita dei titoli del mercato bancario e di quelli pubblici».

Nell’ambito di queste indagini la Procura di Trani ha sentito vari esponenti delle istituzioni italiane, tra cui l’ex premier Romano Prodi, Mario Draghi quando era governatore di Bankitalia, e Giulio Tremonti, quando era ministro. Sempre nel luglio 2011, il pm Ruggiero, accompagnato da alcuni ufficiali della Guardia di Finanza, si recò a Roma nella sede della Consob, per raccogliere dati e informazioni sul confronto che la stessa Autorità di Borsa aveva avviato con le agenzie di rating dopo la diffusione dei report. Dopo le valutaziioni negative di Sandard’s&Poor dellla primavera estate 2011, infatti, la Consob aveva chiamato i vertici italiani delle agenzie di rating per chiedere chiarimenti e valutazioni.



M5S ci saremo anche NOI
:ciao::ciao::ciao:
belli&brutti
 

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