Val
Torniamo alla LIRA
Per “deviare” l’indignazione popolare dalle inefficienze e dagli errori omicidi compiuti dal governo Conte,
una parte dei media si è inventata un “falso bersaglio”...
«Basta con le polemiche!».
Ormai ogni giorno il ministro Francesco Boccia chiede a tutti di abbassare i toni per poter lavorare tutti insieme a superare questa emergenza.
Il governo ha ora deciso di avviare una cabina di regia per la fase 2, coinvolgendo tre presidenti di Regioni:
il lombardo Fontana, l’emiliano Bonaccini e un terzo che potrebbe essere il siciliano Musumeci.
Non rispettano certo le invocazioni di Boccia i media che hanno scatenato un violento e preordinato attacco nei confronti della Regione Lombardia
(chiaramente per distrarre l’attenzione dalle colpe del governo).
Dal canto loro Fontana e l’assessore Gallera non possono fare altro che difendersi
(con dichiarazioni spesso ignorate) per chiarire il loro operato facendo spesso emergere le vere responsabilità, che sono del governo.
Se sulla questione coronavirus si decidesse di istituire una cattedra di Tecniche della disinformazione,
sicuramente andrebbe assegnata a Marco Travaglio, degno in questo di ricevere il Premio Pulitzer
per le inesattezze che riporta nei suoi editoriali, in cui da settimane attacca a testa bassa la Regione Lombardia,
il governatore Fontana e in particolare l’assessore Gallera (“reo” di poter scalzare Sala dalla poltrona di sindaco).
Perché questa campagna è stata lanciata per “motivi elettorali” come ha confessato lo stesso Travaglio
in uno dei suoi editoriali contro l’Ospedale della Fiera di Milano del 2 aprile.
Già il Nuovo Ospedale, sul quale non perde occasione di ironizzare, ma forse Travaglio è l’unico italiano
a dispiacersi che non sia pieno di malati bisognosi della terapia intensiva.
Tutto il resto d’Italia è contento perché vuol dire che la fase dell’emergenza sta passando, ma Travaglio no.
Evidentemente non ha idee dei drammi vissuti dagli Ospedali e dai medici in queste settimane,
quando affrontare l’emergenza significa decidere in tempi brevi chi salvare e chi no per mancanza di letti attrezzati.
Nessuno si è sognato di fare ironia sulle strutture preparate in altre regioni spendendo soldi pubblici
(mentre per l’Ospedale della Fiera sono stati spesi solo soldi di donazioni private).
Finché non si riuscirà a trovare un vaccino esiste anche il rischio di una ricaduta.
O Travaglio può garantire che non è così e che quindi il Nuovo Ospedale è inutile?
La cosa più paradossale è che, spesso, la smentita alle inesattezze del suo direttore viene da altri articoli pubblicati su “Il Fatto Quotidiano”.
Per esempio, l’altro giorno, in prima pagina, Travaglio, nel suo editoriale, rilanciava le accuse
mosse dai vertici dell’Ordine dei medici lombardi, elencandole una ad una pensando di scaricare la colpa sulla Regione
(operazione subito ripresa anche dal TG3 regionale).
Peccato che, invece, le accuse fossero rivolte soprattutto al governo.
A dirlo è Marco Lillo in un articolo che parte dalla prima pagina dello stesso giornale…
Certo che il direttore Travaglio poteva almeno leggerselo o leggere lo strillo interno che dice:
«Il governo proibisce i tamponi a chi non ha almeno 38 e una polmonite incipiente e vieta persino i test sierologici come quello fatto da me».
Un altro dei punti sollevato dai medici lombardi è relativo alla mancanza dei dispositivi di protezione.
Anche su questo tema “Il Fatto Quotidiano” ha pubblicato vari articoli che accusano il governo e la Protezione civile nazionale.
Per esempio il 25 marzo (mentre Travaglio, nel suo editoriale, ironizzava pesantemente su Bertolaso),
sempre in prima pagina veniva pubblicato: “Ritardo di 1 mese per i respiratori”, un dettagliato articolo di Alessandro Mantovani
che riportava le dichiarazioni del professor Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, sul fatto che, già ai primi di febbraio,
si era parlato di acquisti di ventilatori e mascherine mai acquistati.
Perché? «Dovranno spiegarlo il governo, i suoi consulenti e i dirigenti del ministero della Salute», conclude Mantovani.
Per oggi concludiamo con altre due perle “sfuggite” a Travaglio il 27 marzo (mentre lui sempre si scaglia contro Bertolaso).
Entrambe hanno un richiamo in prima pagina: “Il ministero era allertato già dal 5 gennaio. E nulla si mosse” di Davide Milosa
e “La video-rissa fra tre Regioni e Arcuri sui respiratori: Ce li compriamo noi” di Ilaria Proietti.
Il pezzo di Milosa cita vari documenti e inizia con queste parole:
«Due mesi e 21 giorni fa, il governo già sapeva, ma nulla è stato fatto.
Ai primi di febbraio addirittura si ha la certezza che SarsCov2 manderà al collasso le terapie intensive.
Mancano tre settimane al caos, ma la macchina istituzionale non parte».
Naturalmente l’operazione Salva-governo non finisce con gli attacchi di Travaglio
perché ci sono ancora altre tecniche di disinformazione relative, per esempio,
al protocollo utilizzato nell’ospedale di Alzano, all’ordinanza sulle case di riposo
e alla mancata attivazione della zona rossa nel bergamasco.
una parte dei media si è inventata un “falso bersaglio”...
«Basta con le polemiche!».
Ormai ogni giorno il ministro Francesco Boccia chiede a tutti di abbassare i toni per poter lavorare tutti insieme a superare questa emergenza.
Il governo ha ora deciso di avviare una cabina di regia per la fase 2, coinvolgendo tre presidenti di Regioni:
il lombardo Fontana, l’emiliano Bonaccini e un terzo che potrebbe essere il siciliano Musumeci.
Non rispettano certo le invocazioni di Boccia i media che hanno scatenato un violento e preordinato attacco nei confronti della Regione Lombardia
(chiaramente per distrarre l’attenzione dalle colpe del governo).
Dal canto loro Fontana e l’assessore Gallera non possono fare altro che difendersi
(con dichiarazioni spesso ignorate) per chiarire il loro operato facendo spesso emergere le vere responsabilità, che sono del governo.
Se sulla questione coronavirus si decidesse di istituire una cattedra di Tecniche della disinformazione,
sicuramente andrebbe assegnata a Marco Travaglio, degno in questo di ricevere il Premio Pulitzer
per le inesattezze che riporta nei suoi editoriali, in cui da settimane attacca a testa bassa la Regione Lombardia,
il governatore Fontana e in particolare l’assessore Gallera (“reo” di poter scalzare Sala dalla poltrona di sindaco).
Perché questa campagna è stata lanciata per “motivi elettorali” come ha confessato lo stesso Travaglio
in uno dei suoi editoriali contro l’Ospedale della Fiera di Milano del 2 aprile.
Già il Nuovo Ospedale, sul quale non perde occasione di ironizzare, ma forse Travaglio è l’unico italiano
a dispiacersi che non sia pieno di malati bisognosi della terapia intensiva.
Tutto il resto d’Italia è contento perché vuol dire che la fase dell’emergenza sta passando, ma Travaglio no.
Evidentemente non ha idee dei drammi vissuti dagli Ospedali e dai medici in queste settimane,
quando affrontare l’emergenza significa decidere in tempi brevi chi salvare e chi no per mancanza di letti attrezzati.
Nessuno si è sognato di fare ironia sulle strutture preparate in altre regioni spendendo soldi pubblici
(mentre per l’Ospedale della Fiera sono stati spesi solo soldi di donazioni private).
Finché non si riuscirà a trovare un vaccino esiste anche il rischio di una ricaduta.
O Travaglio può garantire che non è così e che quindi il Nuovo Ospedale è inutile?
La cosa più paradossale è che, spesso, la smentita alle inesattezze del suo direttore viene da altri articoli pubblicati su “Il Fatto Quotidiano”.
Per esempio, l’altro giorno, in prima pagina, Travaglio, nel suo editoriale, rilanciava le accuse
mosse dai vertici dell’Ordine dei medici lombardi, elencandole una ad una pensando di scaricare la colpa sulla Regione
(operazione subito ripresa anche dal TG3 regionale).
Peccato che, invece, le accuse fossero rivolte soprattutto al governo.
A dirlo è Marco Lillo in un articolo che parte dalla prima pagina dello stesso giornale…
Certo che il direttore Travaglio poteva almeno leggerselo o leggere lo strillo interno che dice:
«Il governo proibisce i tamponi a chi non ha almeno 38 e una polmonite incipiente e vieta persino i test sierologici come quello fatto da me».
Un altro dei punti sollevato dai medici lombardi è relativo alla mancanza dei dispositivi di protezione.
Anche su questo tema “Il Fatto Quotidiano” ha pubblicato vari articoli che accusano il governo e la Protezione civile nazionale.
Per esempio il 25 marzo (mentre Travaglio, nel suo editoriale, ironizzava pesantemente su Bertolaso),
sempre in prima pagina veniva pubblicato: “Ritardo di 1 mese per i respiratori”, un dettagliato articolo di Alessandro Mantovani
che riportava le dichiarazioni del professor Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, sul fatto che, già ai primi di febbraio,
si era parlato di acquisti di ventilatori e mascherine mai acquistati.
Perché? «Dovranno spiegarlo il governo, i suoi consulenti e i dirigenti del ministero della Salute», conclude Mantovani.
Per oggi concludiamo con altre due perle “sfuggite” a Travaglio il 27 marzo (mentre lui sempre si scaglia contro Bertolaso).
Entrambe hanno un richiamo in prima pagina: “Il ministero era allertato già dal 5 gennaio. E nulla si mosse” di Davide Milosa
e “La video-rissa fra tre Regioni e Arcuri sui respiratori: Ce li compriamo noi” di Ilaria Proietti.
Il pezzo di Milosa cita vari documenti e inizia con queste parole:
«Due mesi e 21 giorni fa, il governo già sapeva, ma nulla è stato fatto.
Ai primi di febbraio addirittura si ha la certezza che SarsCov2 manderà al collasso le terapie intensive.
Mancano tre settimane al caos, ma la macchina istituzionale non parte».
Naturalmente l’operazione Salva-governo non finisce con gli attacchi di Travaglio
perché ci sono ancora altre tecniche di disinformazione relative, per esempio,
al protocollo utilizzato nell’ospedale di Alzano, all’ordinanza sulle case di riposo
e alla mancata attivazione della zona rossa nel bergamasco.