Rodolfo De Benedetti e le cinque idee della nuova Cir: dall'editoria alla sanità, con apertura agli spagnoli di Acciona e nessuno spezzatino. Niente vendita dell'Espresso, ma ristrutturazione a breve; tagli anche in Sogefi; rafforzamento in Sorgenia; sviluppo della sanità; marcia indietro sulla finanza a rischio.
Carlo De Benedetti ha lasciato le presidenze di Cir, Cofide e l'Espresso, ma del gruppo che ha fondato resta il padrone: è l'azionista di gran lunga principale. a lui fa capo infatti per circa il 70% (attraverso la Bim fiduciaria) la Carlo De Benedetti e figli Sapa, holding di famiglia che controlla Cofide, che a sua volta controlla Cir. La quota dei tre figli Rodolfo, Marco ed Edoardo nell'accomandita è paritaria, intorno al 7% ciascuno.
Quanto alle cariche, soltanto Rodolfo ha posizioni di vertice: amministarore delegato di Cir e Cofide, presidente di Sorgenia e Sogefi, consigliere del gruppo Espresso e Finegil. Marco (chr guida il fondo carlyle in Italia) è ne consiglio d'amministrazione di Cofide, mentre Edoardo non ricopre alcuna carica: è cardiologo a Ginevra.
La capogruppo Carlo De Benedetti e figli Sapa (che nel bilancio 2007 mostra debiti per 161,7 milioni) controlla Cofide con il 45,43%; soltanto 0,2% è in capo alla Romed, la vecchia holding dei De Benedetti. Segue(dopo il mercato: il flottante è del 30,5%)come secondo azionista il fondo Bestinver della spagnola Acciona. Ha un poderoso 13,8%, quota cresciuta nell'ultimo mese (era già salita dal 7,588 al 12,055% in dicembre). Ma è nella Cir, dove sempre Acciona ha comunicato alla Consob il 19 dicembre scorso di avere rilevato il 2,078% che si notano i maggiori movimenti nell'ultimo anno.Confrontando l'azionariato dichiarato alla Consob il 13 gennaio 2009 con quello del 22 gennaio 2008, si nota innanzitutto l'uscita di Banca d'Italia (inattesa) che aveva il 2,4%, una partecipazione storica, quindi quella di Schroder (2,1%) e Franklin Mutual (2%).
Al loro posto oltre ai citati spagnoli sono entrati Columbia Wanger (2%) e MacKenzie Cundill (2,2%).