E' PIU' FACILE INSEGNARE CHE EDUCARE, PERCHE' PER iNSEGNARE BASTA SAPERE, MENTRE PER

Beh sapete chi usufruìsce di tale legge?
Tra i beneficiari della legge Mosca, molti bei nomi della politica e del sindacato, gran parte dei quali ancora in attività:
Armando Cossutta,
Achille Occhetto,
Giorgio Napolitano,
Sergio D’Antoni,
Pietro Larizza,
Franco Marini,
Ottaviano del Turco,
la scomparsa Nilde lotti.
..e sapete a quanto ammontava la loropensioncina?
70.000.000 di vecchie lire … AL MESE!!!!!!


 
e che dire della Legge Treu, Ministro del primo Governo Prodi, produsse la criminale Legge 564 del 1996 che sta facendo una vera rapina agli italiani:

con la Legge 564 del 1996, la base per il calcolo della pensione dei sindacalisti è costituita soltanto dall’ultimo mese di stipendio percepito.

In questo modo per un sindacalista è sufficiente lavorare pochi mesi, o anche uno soltanto, magari facendosi riconoscere uno stipendio alto, per poi avere accesso per il resto della vita ad una pensione calcolata come se quello stipendio fosse stato percepito per tutta la vita lavorativa.

Ma dal momento che in realtà così non è, l’intera pensione del sindacalista pesa sulle spalle dell’Inps, e quindi dei cittadini.

Bonanni, ex-segretario CISL percepisce 8.593 euro lordi al mese (5.391,50 euro netti.):
Fino al 2006 era segretario confederale e guadagnava 80 mila euro lordi all’anno. Diventando segretario generale, ha avuto diritto a un aumento del 30%. I salti sono piuttosto veloci, e nel 2009 Bonanni ha guadagnato 255.759 euro (+26% sull’anno precedente), nel 2010 267.436 (+4%), e nel 2011 c’è un aumento del 25%, a 336.260 euro: presentando la domanda prima della riforma Fornero, Bonanni si è potuto basare sulle ultime cinque retribuzioni per calcolare la pensione.

Che è più alta di altri ‘colleghi’, come ad esempio Guglielmo Epifani, che guadagna “solo” 3.400 euro netti al mese.
 
Nella realtà accade anche questo :

..........Sì, purtroppo è proprio così. Lo dimostra la gara di appalto aggiudicata alla ditta INNOVA che con le sue allettanti, ma allo stesso modo assurde proposte, è riuscita a indurre in errore i nostri alti dirigenti convincendoli che i nostri Carabinieri, avrebbero potuto usufruire di un pasto adeguato o perlomeno dignitoso nonostante un ulteriore risparmio del 25%; anche in questo caso il Co.Ce.R. aveva visto lungo, aggiunge il delegato LA FORTUNA, infatti dopo aver manifestato fermamente disapprovazione e sconcerto, l’organo centrale di rappresentanza si dimise dal tavolo tecnico; oggi, continua La FORTUNA, un pasto di un Carabiniere consiste in un primo piatto scadente senza possibilità di scelta e due secondi, uno caldo e l’altro freddo (quello freddo solitamente è composto da due fettine trasparenti di prosciutto e un po’di ricotta, mentre quello caldo prevede la carne 2/3 volte a settimana, e che carne!).



Per fare un esempio concreto, il 1° maggio a pranzo, in una mensa militare della Capitale, sono stati somministrati degli spaghetti ai gamberetti; in realtà di gamberetti in alcuni piatti ve ne era solo uno in altri neanche il profumo; di secondo caldo c’erano i würstel con le patate, per l’esattezza un würstel e mezzo perché, l’altra metà, serviva per comporre una nuova porzione e per concludere una sola fetta di pane e un solo tovagliolino di carta ruvido, forse idoneo solo per prendere appunti, questo contenuto nel kit delle posate di plastica scadente che spesso si spezzano lasciando frammenti nelle derrate alimentari rendendole immangiabili.



Lamentele che di certo non potevano essere rimostrate alla cuoca, visto che il nuovo contratto prevede una riduzione delle ore a tutto il personale dalla pulizia al confezionamento del vitto.
 
Se una cartella di pagamento è pagata con un ritardo superiore a 60 giorni, oltre all’innalzamento dell’aggio di riscossione dal 4,65% all’8%, Equitalia applica gli interessi di mora, che, ai sensi dell’art. 30 del D.P.R. 29.9.1973, n. 602, sono conteggiati sulle somme che sono iscritte a ruolo, con esclusione delle sanzioni pecuniarie e degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo.
Va ricordata la particolarità del computo: gli interessi di mora decorrono non dal 61° giorno successivo alla data di notifica della cartella di pagamento ma decorrono dalla data in cui è avvenuta la notifica della cartella di pagamento a quella in cui viene eseguito il pagamento delle somme pretese, applicando il tasso di interesse che è determinato con cadenza annuale, cioè nella misura del 5,14% fino al 14.5.2015 e del 4,88% dal giorno successivo. In pratica, il conteggio è eseguito applicando la formula:
imposta iscritta a ruolo x giorni (dalla data di notifica alla data di pagamento) x tasso di interesse /36500
Ad esempio, se la cartella di pagamento è notificata il 16.5.2015, le imposte pretese ammontano a euro 10.000, il pagamento avviene dopo 100 giorni dalla notifica, gli interessi di mora ammontano a euro 133,70 (cioè 10.000 x 4,88 x 100 /36500).
Il provvedimento 30.4.2015 non modifica il tasso di interesse per ritardata iscrizione a ruolo, fissato nella misura del 4% (che va computato a decorrere dal giorno successivo a quello di scadenza del pagamento e fino alla data di consegna all’agente della riscossione dei ruoli in cui le imposte sono iscritte) e dell’interesse per dilazione di pagamento che vengono applicati nella misura del 4.5% se il debitore chiede a Equitalia di frazionare il pagamento delle somme iscritte a ruolo ai sensi dell’art. 19 del D.P.R. 29.9.1973, n. 602, fino ad un massimo di 72 rate mensili, elevabili a 120 rate mensili nei casi indicati nel D.M. 6.11.2013.
La riduzione degli interessi di mora si applica anche agli avvisi di accertamento esecutivi emessi ai sensi dell’art. 29 del D.L. 31.5.2010, n. 78, che vengono conteggiati a decorrere dal giorno successivo a quello della notifica dell’atto, se il contribuente non esegue il pagamento entro il termine di proposizione del ricorso.
Va ricordato che se il valore della controversia (limitato alle sole imposte ovvero alle sanzioni se queste sono l’oggetto della pretesa) non è superiore a euro 20.000, si applica la procedura di reclamo-mediazione di cui all’art. 17-bis del D.Lgs. 31.12.1992, n. 546, il contribuente beneficia della sospensione del pagamento fino alla scadenza dei 90 giorni fissato per la definizione della procedura.
LA VARIAZIONE TEMPORALE DEL TASSO DEGLI INTERESSI DI MORA
dal 15.5.2015 4,88%
dal 1.5.2014 5,14%
dal 1.5.2013 5,2233%
dal 1.10.2012 4,5504%
dal 1.10.2011 5,0243%
dal 1.10.2010 5,7567%
dal 1.10.2009 6,8358%
dal 1.1.1999 8,4%
 
Ci sarebbe da ridere, forse meglio "da piangere ".
L'Agenzia delle Entrate si sostituisce allo Stato .....

Regolarmente, in Italia torna il dibattito sulla legalizzazione della prostituzione, sulla riapertura delle case chiuse, in merito alla revisione della legge Merlin.
Uno degli argomenti preferiti dai sostenitori dell’autorizzazione alla vendita del proprio corpo consentita per legge è certamente quello del recupero del gettito fiscale che potrebbe avvenire con la regolarizzazione della tantissime “lucciole” attive sul territorio, oltre, ovviamente, al colpo che si potrebbe assestare al racket e allo sfruttamento di donne spesso obbligate per sopravvivenza.
Se sul fronte della legalizzazione ancora non sono stati fatti passi in avanti – diverse proposte di legge sono ancora ferme in Parlamento e il loro esame non è in programma nei prossimi tempi – su quello fiscale invece qualcosa sembra muoversi.
Non si tratta di un nuovo testo approvato dal Parlamento, ma della decisione assunta direttamente dall’Erario di obbligare all’apertura di una partita Iva alcune prostitute del riminese.
E’ stata la sede locale dell’Agenzia delle Entrate a chiedere in quattro casi l’apertura di una posizione fiscale legittima alle lucciole scoperte a seguito di controlli fiscali.
Evidentemente, i risparmi delle escort in questione erano talmente elevati da convincere l’Agenzia delle Entrate a rivolgersi alle stesse “passeggiatrici” obbligandole a mettersi in regola con i pagamenti fiscali, così da poter recuperare la parte dei guadagni spettante allo Stato.
L’invito delle Entrate si rifa a una sentenza datata 2010 della corte di Cassazione, secondo cui “il meretricio è soggetto a tassazione perché attività lecita”, naturalmente purché non in presenza di sfruttamento della prostituzione.Così, le “accompagnatrici” hanno dovuto regolarizzare il proprio status, tramite l’avvio di un’attività legalmente e fiscalmente riconosciuta.
Nella dicitura della partita Iva, il loro settore di occupazione viene iscritto alla categoria degli “altri servizi alla persona”. Ora, stando alle ricostruzioni, le interessate potrebbero fare ricorso, con la possibilità che la giurisprudenza si arricchisca di un’ulteriore pronuncia sul riconoscimento del “mestiere più antico del mondo”, quantomeno, come sta avvenendo, sul fronte tributario-fiscale.
 
Pensioni e spending review, torna uno spettro mai scomparso del tutto: l’aumento dell’aliquota Iva. Già, perché, da una parte l’Italia sembra non aver svolto “i compiti” a dovere e, dall’altra, c’è la grande incognita sul bilancio a seguito della sentenza della Corte costituzionale.
La pronuncia della Consulta dei giorni scorsi, al di là delle dichiarazioni di facciata, ha davvero generato il panico nel governo, che ora si trova costretto a reperire nuove e non calcolate risorse per adempiere alle richieste della Corte.
L’impegno a cui l’esecutivo non può sottrarsi è semplice: assicurare a tutti i pensionati coinvolti nello stop all’indicizzazione deciso con la riforma Fornero di fine 2011, di poter contare sul rimborso dei mancati adeguamenti sulle mensilità riconosciute dall’Inps.
Secondo le prime stime, il costo del’intera operazione dovrebbe ammontare sui 5 miliardi – un costo di per sé, per le limitate possibilità finanziarie delle casse italiane, già gravoso – ma, ora, a sentire i conti degli analisti, la somma dovrebbe quantomeno raddoppiare.
Una bella grana, insomma, per Renzi e Padoan, che avrà il peso sui conti pubblici come una manovra economica in piena regola. Evenienza, questa, che il ministro dell’Economia si è affrettato a smentire, assicurando che sarebbe allo studio la soluzione più indolore possibile per assicurare il dovuto ai pensionati. Al momento, si starebbe cercando di percorrere la strada del pagamento a rate, che potrebbe essere compatibile con il Documento di Economia e Finanza diramato nelle scorse settimane, in cui nessun intervento shock sulle finanze dello Stato viene stato messo in programma.
Dall’altro canto, però, tornano a suonare minacciose le sirene di Bruxelles. Giusto ieri, il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ha firmato il bollettino economico della zona euro, dando per assicurato il prossimo incremento delle aliquote Iva in Italia.
 
Prepariamoci all'aumento dell'Iva :ciao:

Questo, per effetto della famigerata clausola di salvaguardia, che appare destinata a scattare poiché l’Italia assai difficilmente riuscirà a rispettare le promesse di tagli alla spesa, con un conseguente incremento dell’inflazione.
La previsione , anche in questo caso, cozza con le rassicurazioni fornite dal presidente del Consiglio in sede di presentazione del Def, dove si era affrettato a smentire qualsiasi ipotesi di aumento Iva e, oltretutto, a promettere un non mai troppo chiarito “tesoretto”.
In realtà, le certezze di Bruxelles poggiano su quanto definito fin dalla legge di stabilità 2014 – cioè quella approvata dal governo Letta – secondo cui, se il governo non avesse raggiunto in tempo gli obiettivi di risparmio, sarebbe scattata inesorabile la molla dell’aliquota Iva, con approdo finale al picco del 25,5%, cioè con un aumento di oltre 3 punti percentuali rispetto a oggi.
Se, fino a pochi giorni fa, trovare dieci miliardi per scongiurare questo esito non sembrava fantascienza, ora la sentenza della Corte costituzionale ha reso il quadro davvero disperato. I fondi necessari per evitare il nuovo cataclisma fiscale, infatti, saranno almeno il doppio e, se non salteranno fuori in fretta, non resterà che rassegnarsi all’aumento secco dell’Iva: in un modo o nell’altro, insomma, a farne le spese saranno ancora una volta consumatori e contribuenti.
 
Pensioni e spending review, torna uno spettro mai scomparso del tutto: l’aumento dell’aliquota Iva. Già, perché, da una parte l’Italia sembra non aver svolto “i compiti” a dovere e, dall’altra, c’è la grande incognita sul bilancio a seguito della sentenza della Corte costituzionale.
La pronuncia della Consulta dei giorni scorsi, al di là delle dichiarazioni di facciata, ha davvero generato il panico nel governo, che ora si trova costretto a reperire nuove e non calcolate risorse per adempiere alle richieste della Corte.
L’impegno a cui l’esecutivo non può sottrarsi è semplice: assicurare a tutti i pensionati coinvolti nello stop all’indicizzazione deciso con la riforma Fornero di fine 2011, di poter contare sul rimborso dei mancati adeguamenti sulle mensilità riconosciute dall’Inps.
Secondo le prime stime, il costo del’intera operazione dovrebbe ammontare sui 5 miliardi – un costo di per sé, per le limitate possibilità finanziarie delle casse italiane, già gravoso – ma, ora, a sentire i conti degli analisti, la somma dovrebbe quantomeno raddoppiare.
Una bella grana, insomma, per Renzi e Padoan, che avrà il peso sui conti pubblici come una manovra economica in piena regola. Evenienza, questa, che il ministro dell’Economia si è affrettato a smentire, assicurando che sarebbe allo studio la soluzione più indolore possibile per assicurare il dovuto ai pensionati. Al momento, si starebbe cercando di percorrere la strada del pagamento a rate, che potrebbe essere compatibile con il Documento di Economia e Finanza diramato nelle scorse settimane, in cui nessun intervento shock sulle finanze dello Stato viene stato messo in programma.
Dall’altro canto, però, tornano a suonare minacciose le sirene di Bruxelles. Giusto ieri, il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ha firmato il bollettino economico della zona euro, dando per assicurato il prossimo incremento delle aliquote Iva in Italia.

Infatti, secondo me, la storia che ci vogliono 13 miliardi per integrare le pensioni è una scusa per scaricare sui pensionati "la colpa" dell'aumento dell'IVA :rolleyes:

Buongiorno a tutti :)

:-o:-o
 

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