Secondo il mio punto di vista, oltre alla ristrutturazione, bisogna tornare all'accentramento dei compiti ai Centri per L'impiego - i vecchi uffici di collocamento - dove l'incontro fra la domanda di lavoro e l'offerta era immediata. Il primo della lista era il destinatario della domanda di lavoro. Periodo di prova di 15 gg. e via al successivo.
Oggi le agenzie private di collocamento sono tutto meno che "trasparenza".
Allora quali sono le misure più urgenti da attuare?
Anzitutto la riforma dei centri per l’impiego, perché garantiscano percorsi di formazione e ricollocamento lavorativo, e poi un sostegno al reddito adeguato. Che non significa un reddito minimo incondizionato, ma un sostegno al reddito unito a politiche di ricollocamento, meno lunghe e meno passive. È una cosa che ci chiede l’Europa.
Perché i centri per l’impiego oggi non funzionano?
Serve un impegno verso un percorso che aiuti il lavoratore a formarsi. Ma spesso gli stessi addetti di questi centri non hanno la formazione giusta per dare un aiuto effettivo. Non si possono fare solo e sempre i famosi corsi di informatica generale. In Italia i centri per l’impiego sono come le sale d’attesa delle stazioni ferroviarie: se perdi il treno, aspetti in sala d’attesa, leggi il giornale e poi sali sul treno successivo. I centri per l’impiego invece dovrebbero essere come i pit stop della Formula 1: ti fermi per cambiare le gomme, per fare benzina, e quando entri in circuito sei più forte di prima. Il momento di fermo in questo modo serve a potenziare il lavoratore.
Nello stesso tempo, bisogna pensare anche ai lavoratori anziani. L’aspettativa di vita cresce e anche l’età pensionabile.
Servono politiche per l’invecchiamento attivo. La questione non è tanto spostare l’età del pensionamento, ma come migliorare il tasso di attività in età matura. La sfida all’invecchiamento si vince costruendo un sistema sociale e produttivo nel quale sia conveniente rimanere attivi più a lungo. Bisogna ridurre il rischio di obsolescenza attraverso l’aggiornamento continuo, ricalibrare le mansioni e i tempi di lavoro. Non si possono obbligare i 60enni a lavorare come quando avevano 40 anni. Si deve favorire la possibilità di creare attività proprie anche a 60 anni, cambiare attività di lavoro, dare l’opportunità di diventare imprenditori anche da giovani anziani.
NdR : anziano a 60 anni sarà lui