E' UNO STRANO DOLORE... MORIRE Di NOSTALGIA PER QUALCOSA CHE NON VIVRAI MAI...

Dany, mi hai fatto venire voglia di roba dolce.
Adesso vado ad intaccare un po' di uovo di pasqua dei miei scarrafoni! :-o
 
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Il caso Cipro ha lasciato sulla pelle dei risparmiatori una ferita che difficilmente si potrà rimarginare in tempi brevi.
E' stato infatti rotto il patto di fiducia tra correntisti e istituzioni.
E anche se l'accordo tra Cipro e le autorità internazionali ha salvato i depositi al di sotto dei 100.000 euro, il tarlo di un prelievo forzoso sui conti correnti si è ormai insinuato nelle menti dei risparmiatori.
Che ricadute potrà avere? Il modello Cipro potrà essere applicato anche in futuro? Quale potrebbe essere il prossimo Paese a rischio? E se fosse l'Italia?
Tutte domande lecite, che aprono ulteriori interrogativi su come gestire le proprie finanze nella maniera migliore, e alle quali abbiamo cercato di dare risposta partendo dalle constatazioni di economisti e analisti.

Partiamo dai fatti: cos'è successo a Cipro? Lo spiega in sintesi l'economista ed analista finanziario Mario Seminerio: "La cipriota Laiki Bank verrà divisa in una good bank e in una bad bank (due banche distinte, nella prima ci saranno le attività della banca e nella seconda gli asset tossici, ndr). Nella prima confluiranno tutti i depositi assicurati (cioè inferiori a 100.000 euro), e successivamente si avrà il conferimento di tale good bank a Bank of Cyprus.
I depositanti non assicurati di Laiki (quelli con saldo superiore a 100.000 euro) perderanno tutto, mentre quelli di Bank of Cyprus perderanno l'eccedenza rispetto alla soglia assicurata, ed avranno in cambio azioni della banca.
La ricapitalizzazione di Bank of Cyprus avverrà a spese di tutte le categorie di investitori (azionisti, obbligazionisti senior e subordinati, depositanti non assicurati), mentre saranno protetti solo i depositanti assicurati".
 
Chi potrebbe essere il prossimo malato d'Europa?

Qui la lista potrebbe essere lunga e se non aiutati da esperti si potrebbe rischiare di tirare freccette su un bersaglio, visto che ad essere in difficoltà è tutta l'Europa mediterranea, ma non solo, perché si affacciano nuove, in qualche caso insospettabili, pretendenti al ruolo di prossimo malato d'Europa.
In Slovenia la Banca Centrale ha invitato il primo ministro a fare subito il possibile per evitare che il Paese sia il prossimo a chiedere un aiuto internazionale.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale la Slovenia necessiterebbe di circa 3 miliardi di euro per far fronte alle necessità di finanziamento e di 1 miliardo per ricapitalizzare il sistema bancario.

Poi c'è il caso Francia, che per il presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick, può diventare il nuovo malato del Continente "non solo per le sue difficoltà finanziarie, ma perché il Paese potrebbe presto non essere più competitivo".
"La Francia - sottolinea Pierre Olivier Beffy. capo economista di Exane BNP Paribas - rappresenta sempre più una fonte di timori per gli investitori.
Dopo un calo relativamente debole del Pil al quarto trimestre del 2012, l'economia francese dovrebbe registrare segni di stagnazione quest'anno.
La Francia é l'unico Paese della zona Euro con un elevato deficit corrente che mostra ulteriori segni di peggioramento (se si vuole considerare l'Europa nel suo insieme, il Regno Unito é l'altro paese che si trova in tale situazione).
Ciò indica che l'economia francese continua a perdere terreno sulla guerra commerciale in una fase in cui la domanda domestica si sta indebolendo" e "il governo non sta promuovendo una politica tale da invertire un trend che non lascia presagire nulla di buono nei prossimi anni".

Infine ci sono i Paesi minori. A questo proposito JW Partners, società indipendente specializzata in currency advisory ad investitori istituzionali, mette in luce due casi che, per quanto riguarda i depositi, sotto alcuni aspetti, si avvicinano a quello cipriota:
Lussemburgo e Malta.
"Tuttavia - spiegano dalla società - continuiamo a sostenere che per quanto riguarda i depositi Cipro sia un caso pressoché unico sia per le dimensioni delle giacenze di conto corrente rispetto alle dimensioni della sua economia sia, soprattutto, rispetto alla loro vulnerabilità causata dall'avere molti depositi di non-residenti.
Chi ha affrontato in maniera ancora più analitica il cosidetto "Cyprus-affaire" è stata però J.P.Morgan, che in uno studio ha analizzato quanto possano essere vulnerabili a una corsa agli sportelli i depositi nei vari stati dell'Eurozona, partendo dall'assunto che i depositi di residenti esteri e di aziende (specie se multinazionali) siano più 'reattivi' agli stimoli negativi e pronti alla 'fuga'.
 

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