Ecco perchè Trump non vuole dare più risorse all’OMS

Covid-19 sta mettendo Cina e OMS nell’angolo
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La Cina, ed il Partito Comunista Cinese stanno perdendo il loro potere sui paesi in via di sfiluppo e soprattutto sull’Africa. Gli eventi del COVID-19 ed il comportamento del WHO, pesantemente supportato da Pechino e con farmaci e test cinesi, spesso fallaci, ha fatto il miracolo di far compattare molti paesi in via di sviluppo sulle posizioni di Washington. Oggi, alla riunione del OMS, si è formata un’inedita coalizione di ben 110 paesi che sono favorevoli ad un’inchiesta ufficiale sull’origine del COVID-19 e sulla valutazione dei ritardi nella sua terapia, cosa che chiaramente andrà a ficcare in naso nei laboratori cinesi.

Nonostante la promessa di un “Vaccino gratis per tutti” che ancora non esiste, e due milairdi in più destinati agli aiuti all’estero, Pechino non è riuscita a convincere i 54 paesi dell’Unione Africana a prendere posizione contro questa iniziativa, e quindi la risoluzione presentata da USA, Australia ed altri paesi occidentali ha ricevuto l’appoggio dei paesi africani, ma anche di Russia, Indonesia , India, Nuova Zelanda, Messico. Una bella maggioranza che Trump non ha mancato di celebrare:


We are with them! SBS News on Twitter

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) May 18, 2020

La risoluzione approvata a larga maggioranza prevede che le ricerche siano svolte da una commissione imparziale, indipendente e multilaterale che sia in grado di rispondere alla pandemia, ripudiando così che questa commissione potesse essere un “Sabotaggio politico”. Gli australiani sono stati particolarmente decisi e duri sulla questione, affermando che bisogna andare a fondo sulla comprensione di quanto è successo, questo per bocca del loro viceminsitro alla sanità Paul Kelly. Questo mette anche in difficoltà la OMS e la posizione apertamente filocinese della sua dirigenza. questo voto, con il taglio dei finanziamenti da parte di Regno Unito ed USA, viene ad essere una lettera di sfratto verso la sua dirigenza.
 
Questa poi è davvero grossa - ma a che serve l'OMS solo fare confusione


CORONAVIRUS: NUOVO STUDIO, il VIRUS c'era Già da ANNI e NON si trasmette per VIA RESPIRATORIA! Ecco le CONSEGUENZE
Articolo del 9/07/2020

ore 6:38
di Team iLMeteo.it Meteorologi e Tecnici

CORONAVIRUS: c'era Già e forse NON si trasmette per VIA RESPIRATORIA

Sono a dir poco impressionanti e clamorose le dichiarazioni, di Tom Jefferson, medico al Center for Evidence-Based Medicine (Cebm) presso l'Università di Oxford e pubblicate dal quotidiano inglese "The Telegraph": il medico sostiene che ci siano prove sempre più consistenti che il virus fosse già presente altrove, ben prima che emergesse a Wuhan. Quindi, altro che Cina, altro che mercato del pesce o errore di laboratorio.
Come riportato dal quotidiano "Il Sole 24 ore" nella sua versione online (qui l'articolo), tale teoria farebbe saltare tutto ciò che sappiamo fino a oggi su questa pandemia che continua a terrorizzare il mondo. E proprio queste tesi potrebbero avere delle conseguenze stravolgenti.

Abbiamo già affrontato il capitolo che afferma come il CORONAVIRUS fosse presente già dallo scorso autunno anche in Italia come confermato dalle ricerche effettuate alla rete idrica e non solo. Ora degli studi confermano che Sars-Cov-2 ha più facilità di diffusione in particolari condizioni meteoclimatico/ambientali.
Le prime, fanno riferimento, appunto a particolari condizioni atmosferiche meteorologiche (pioggia, neve, vento), quelle climatiche sono indirizzate invece alla stagionalità. Ovvero, sembra sempre più probabile che il coronavirus si diffonda a temperature più basse, con alti tassi di umidità e con poco soleggiamento (autunno e primavera per intenderci).

Ultimo, ma non meno importante, il fattore ambientale: l'inquinamento. La correlazione tra virus e pessima qualità dell'aria è emerso, in particolare, da uno studio curato da ricercatori italiani e da medici della Società italiana di Medicina Ambientale (Sima): le polveri sottili avrebbero esercitato un cosiddetto 'boost', ovvero un accelerazione nel contagio dell'infezione.
A tal proposito, Leonardo Setti, ricercatore dell'Università di Bologna, ha così commentato: "Le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in Pianura Padana hanno prodotto un'accelerazione alla diffusione del Covid19. L'effetto è più evidente in quelle province dove ci sono stati i primi focolai".

E dunque, dopo aver analizzato, con supporto scientifico, come e quando il COVID-19 possa essersi "impossessato" velocemente del nostro Mondo, viene logico affermare che svariati altri virus rimangono silenti per molto tempo e possono "scoppiare" da un momento all'altro.
Ma non solo: se legato alle condizioni meteo climatico/ambientali, come abbiamo visto precedentemente, a questo punto il coronavirus potrebbe non essere direttamente collegato alla respirazione o quanto meno non diffondersi per mezzo di quest'ultima, ma tramite altri fattori, che ad oggi potrebbe essere tanti, troppi da identificare senza un'accurata e lunga ricerca.
In conclusione, tutto ciò può avere gravi conseguenze.
La prima, è negativa: se tutto fosse confermato, le varie misure di restrizione e di protezione che stiamo ancora adottando (lockdown, mascherine, distanziamento sociale, guanti, sanificazioni) potrebbero risultare inutili.
La seconda è invece positiva: sempre col beneficio del dubbio, se tutto ciò fosse confermato, il virus potrebbe andarsene via da solo, così come è arrivato.
 

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