Questa poi è davvero grossa - ma a che serve l'OMS solo fare confusione
CORONAVIRUS: NUOVO STUDIO, il VIRUS c'era Già da ANNI e NON si trasmette per VIA RESPIRATORIA! Ecco le CONSEGUENZE
Articolo del 9/07/2020
ore 6:38
di
Team iLMeteo.it Meteorologi e Tecnici
CORONAVIRUS: c'era Già e forse NON si trasmette per VIA RESPIRATORIA
Sono a dir poco impressionanti e clamorose le dichiarazioni, di
Tom Jefferson, medico al
Center for Evidence-Based Medicine (Cebm) presso l'
Università di Oxford e pubblicate dal quotidiano inglese "
The Telegraph": il medico sostiene che
ci siano prove sempre più consistenti che il virus fosse già presente altrove, ben
prima che emergesse a
Wuhan. Quindi, altro che
Cina, altro che mercato del pesce o errore di laboratorio.
Come riportato dal quotidiano
"Il Sole 24 ore" nella sua versione online (qui l'articolo), tale teoria farebbe saltare tutto ciò che sappiamo fino a oggi su questa
pandemia che continua a terrorizzare il mondo. E proprio queste tesi potrebbero avere delle
conseguenze stravolgenti.
Abbiamo già affrontato il capitolo che afferma come il
CORONAVIRUS fosse presente già dallo scorso autunno anche in Italia come confermato dalle ricerche effettuate alla rete idrica e non solo. Ora degli studi confermano che
Sars-Cov-2 ha più facilità di diffusione in particolari condizioni meteoclimatico/ambientali.
Le prime, fanno riferimento, appunto a particolari
condizioni atmosferiche meteorologiche (pioggia, neve, vento), quelle
climatiche sono indirizzate invece alla
stagionalità. Ovvero, sembra sempre più probabile che il
coronavirus si diffonda a temperature più basse, con alti tassi di umidità e con poco soleggiamento (autunno e primavera per intenderci).
Ultimo, ma non meno importante,
il fattore ambientale: l'inquinamento. La correlazione tra virus e pessima qualità dell'aria è emerso, in particolare, da uno
studio curato da ricercatori italiani e da medici della Società italiana di Medicina Ambientale (Sima): le polveri sottili avrebbero esercitato un cosiddetto 'boost', ovvero un
accelerazione nel contagio dell'infezione.
A tal proposito,
Leonardo Setti,
ricercatore dell'Università di Bologna, ha così commentato:
"Le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in Pianura Padana hanno prodotto un'accelerazione alla diffusione del Covid19. L'effetto è più evidente in quelle province dove ci sono stati i primi focolai".
E dunque, dopo aver analizzato, con supporto scientifico, come e quando il
COVID-19 possa essersi "impossessato" velocemente del nostro Mondo,
viene logico affermare che svariati altri virus rimangono silenti per molto tempo e possono "scoppiare" da un momento all'altro.
Ma non solo: se legato alle condizioni meteo climatico/ambientali, come abbiamo visto precedentemente, a questo punto
il coronavirus potrebbe non essere direttamente collegato alla respirazione o quanto meno
non diffondersi per mezzo di quest'ultima, ma tramite altri fattori, che ad oggi potrebbe essere tanti, troppi da identificare senza un'accurata e lunga ricerca.
In conclusione, tutto ciò
può avere gravi conseguenze.
La prima, è
negativa: se tutto fosse confermato, le varie
misure di restrizione e di protezione che stiamo ancora adottando (
lockdown,
mascherine,
distanziamento sociale, guanti,
sanificazioni)
potrebbero risultare inutili.
La seconda è invece
positiva: sempre col beneficio del dubbio, se tutto ciò fosse confermato, il virus potrebbe andarsene via da solo, così come è arrivato.