Le bugie sull'IDROSSICLOROCHINA e L’Oms riprende i test sul farmaco

a fronte dello 0.5% [cioè 1 persona su 200] della popolazione indistinta
solo lo 0.08% dei cronici di artrite reumatoide si sono ammalati ci covid19 forse perchè usano l'idrossiclorochina come farmaco di elezione per la loro patologia
 
Sostituirà l'idrossiclochina?
La FDA concede la designazione di nuovo farmaco sperimentale (IND) all'utilizzo per inalazione di RLF-100 (aviptadil) nel trattamento dei pazienti con COVID-19 in condizioni moderate-gravi, per evitare la progressione...

  • aviptadil ha ora dimostrato di essere la prima terapia anti-COVID in grado di bloccare la replica del virus SARS-CoV-2 nelle cellule polmonari e nei monociti, prevenendo al contempo la sintesi delle citochine nei polmoni
  • RLF-100 è una formulazione brevettata di aviptadil, una forma sintetica del peptide intestinale vasoattivo (VIP, Vasoactive Intestinal Polypeptide), che ha ottenuto dalla FDA l'ammissione alla procedura di registrazione rapida (“Fast Track Designation”), l'autorizzazione all'uso di emergenza come nuovo farmaco sperimentale e un protocollo di accesso ampliato.

 
- La Società Europea di Cardiologia afferma: l'uso dell'idrossiclorochina non causa aritmie.
- Migliaia di vite avrebbero potuto essere salvate se l'HCQ non fosse stata politicizzata.

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Byoblu:
NUOVO STUDIO SULL'IDROSSICLOROCHINA: USATA ALL'INIZIO DELLA MALATTIA FUNZIONA

L’idrossiclorochina, se usata nella prima fase della malattia, funziona. È quanto emerge da un ultimo studio prodotto da un gruppo di scienziati internazionali, capitanati dal dottor Didier Raoult, che con evidenze cliniche, pubblicate su The International Medical Journal, smontano punto per punto i due assunti dell’OMS sulla base dei quali l’organizzazione aveva ritirato il farmaco definendolo pericoloso e inefficace. #Byoblu24

NUOVO STUDIO SULL'IDROSSICLOROCHINA: USATA ALL'INIZIO DELLA MALATTIA FUNZIONA
NUOVO STUDIO SULL'IDROSSICLOROCHINA: USATA ALL'INIZIO DELLA MALATTIA FUNZIONA
L’idrossiclorochina, se usata nella prima fase della malattia, funziona. È quanto emerge da un ultimo studio prodotto da un gruppo di scienziati internazionali
 
I medici: «Useremo la clorochina». Parte la raccolta firme per l'Aifa
Elisabetta Burba

Panorama.it lancia una petizione per chiedere all'Agenzia del farmaco di ripristinare l'uso dell'idrossiclorochina, l'unico farmaco anti-Covid disponibile sul territorio. Altrimenti, con un atto di disobbedienza civile, un gruppo di medici la prescriverà comunque. Per non abbandonare i pazienti e tener fede al giuramento di Ippocrate.

 
COVID – Mistero tedesco, presto svelato.
Maurizio Blondet 17 Ottobre 2020
Un lettore del settore mi scrive:
La Germania, in barba al resto dei popoli dei Paesi occidentali continua a usare l’idrossiclorochina “nascosta” all’interno di un farmaco : Decamoquin, di cui non trovi notizia nemmeno in internet perche’ hanno oscurato i siti (siamo un Movimento internazionale e abbiamo informazione dirette dai nostri medici nei vari Paesi del mondo).
> Tale farmaco viene fabbricato e venduto nella sola Germania per i tedeschi, aggirando l’imposizione OMS ed EPA. E contiene idrossiclorochina.



Ha fatto un certo scalpore, e suscitato ironie, la mappa dove si vede che la Germania ha molti meno “contagiati da Covid” di tutti gli altri paesi europei. Una prevenzione incomparabilmente migliore dei lockdown? Un trucco? Una finzione? Una fake news?



Il mistero è rapidamente svelato dall’ospedaliero francese Léopold Durocher: dipende, sostiene, dai cicli di amplificazione del test PCR adottato nei vari paesi.
Con 40 cicli di amplificazione si trovano 20 mila positivi. Con 45 cicli di amplificazione, i positivi diventano 30 mila. La Germania usa 25 cicli di amplificazione, e i suoi positivi sono 7 mila.

Il trucco sporco non lo fanno le autorità tedesche, ma quei paesi che adottano 40-45 cicli di amplificazione: a quel livello il test PCR “vede” residui di virus morti, ed anche di più, microbi nei dintorni.

Qui sotto (secondo video) l’inventore stesso del PCR, per il quale ha preso il Nobel, dottor Kary Mullis, mentre dice: “Chiunque può essere testato positivo a praticamente tutto, col test PCR, se lo fate abbastanza a lungo (ossia moltiplicando i cicli di amplificazione)”. E’ per questo, metteva in guardia il Nobel, che non si deve usare il suo test come mezzo diagnostico.


Qualcuno ha fatto l’analogia con l’ottica: con un binocolo a 5 ingrandimenti di vedi già un buon numero di stelle; ma col telescopio a 500 ingrandimenti vedi le galassie, gli anelli di Saturno e la macchia di Giove. Se amplifichi il segnale PCR, poniamo, 60 volte, rilevi residui di DNA di qualunque virus che hai avuto negli anni scorsi, l’influenza di anni fa, e anche i virus del tuo vicino. “Praticamente qualunque cosa”, come diceva Mullis.

Viene segnalato un effetto esponenziale: a 45 cicli, il DNA del campione è amplificato 35 miliardi di volte (con 12 zeri), 32 mila volte in più che con PCR a 30 cicli, che pare sia la norma. 2 alla 30 esima potenza contro 2 alla 45esima.

Il dottor Mullis è morto nell’agosto 2019. Giusto in tempo, diremmo.

Certo, si scopre anche “ che i medici di base tedeschi a febbraio e marzo hanno prescritto 1.710.000 dosi giornalieri di idrossiclorochina… e hanno una mortalità che è 1/4 della nostra”. Da noi l’AIFA ha vietato il vecchio antimalarico, il che dovrebbe suscitare qualche sospetto; anche in relazione alle affermazioni false sulla pericolosità del farmaco – usato da 70 anni come antimalarico – divulgate da OMS e Lancet, a scopo evidentemente doloso.

Ora un gruppo di medici italiani fa appello all’AIFA perché consenta l’uso dell’hidrossiclorochina. Panorama ha fatto propria l’inizativa.

I medici che hanno già risposto all'appello
 

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