baleng
Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Quand'ero bambinetto andavo spesso in Piazza San Marco a Venezia. Lì c'erano all'opera dei pittori che, usando in grasse pennellate gran quantità di pigmento, alternata a zone della tela lasciate nude e magari bianche, producevano quadri per me molto confusi, e non capivo perché dovessero modificare così arbitrariamente le forme di uomini e cose, riducendo il tutto ai capricci di un pennello assai volatile e pettegolo. Oggi potremmo dire che si trattava di imitatori di De Pisis, epigoni dell'iultimo post post impressionismo, ma potremmo anche correggere le pedanti osservazioni del bòcia, visto che dipingere più allegramente, liberamente e financo arbitrariamente già allora era pratica quasi centenaria.
Probabilmente il bòcia aveva però ragione sulla qualità: nella sua ignoranza (non ho capito niente di arte sino ai 14 anni, ammesso che poi abbia capito qualcosa) l'ingenuo percepiva l'artificiosità di quei pittori che pareva eseguissero un virtuoso balletto davanti alla tela magari soprattutto con lo scopo di farsi ammirare.
Già, ma come distinguere tutto ciò rispetto a chi invece si esprimeva in libertà, però con una certa qualità artistica, tipo De Pisis stesso, che allora, appunto, a Venezia imperversava - ma il bimbo non ne era al corrente.
Occorre osservare il senso di necessità dei segni. Capita spesso che il pittorucolo del quartiere esibisca la propria libertà, per esempio eseguendo un muro non diritto come Dio l'ha fatto (vabbè, i carpentieri), ma storcendolo con qualche pennellata curva che sporge, deforma, destruttura. Oh che bbbravo! Occorre cercar di capire se quelle pennellate "in libertà" non siano arbitrarie, ma portino in sé il crisma della necessità. Quest'ultima si riconosce confrontando il singolo tratto con l'intero quadro: si inserisce tale gesto nell'insieme arricchendolo, o rispondendo armoniosamente a tutti (tutti, sì) gli altri "gesti" presenti sulla superficie del quadro? Perché il muro è stortignacolo? Migliora ciò l'effetto d'insieme? O no? Ed appare in qualche modo "voluto", cioè espressione di un agire in armonia con il pensare, ovvero si tratta di una "libertà" non dissimile da quella del tizio che non sa nuotare e si agita nell'acqua per non affogare?
Capisco che traspare qui il pedante professore. Chiedo perdono. Però chiedo anche aiuto nel portare avanti un discorso che non sarà difficile se riuscirà ad essere terra terra.E' già pieno di critici che non si capisce nulla di quanto dicono, in quanto non dicono nulla.
Gradite proposte, confronti, domande, affermazioni impudiche
Probabilmente il bòcia aveva però ragione sulla qualità: nella sua ignoranza (non ho capito niente di arte sino ai 14 anni, ammesso che poi abbia capito qualcosa) l'ingenuo percepiva l'artificiosità di quei pittori che pareva eseguissero un virtuoso balletto davanti alla tela magari soprattutto con lo scopo di farsi ammirare.
Già, ma come distinguere tutto ciò rispetto a chi invece si esprimeva in libertà, però con una certa qualità artistica, tipo De Pisis stesso, che allora, appunto, a Venezia imperversava - ma il bimbo non ne era al corrente.
Occorre osservare il senso di necessità dei segni. Capita spesso che il pittorucolo del quartiere esibisca la propria libertà, per esempio eseguendo un muro non diritto come Dio l'ha fatto (vabbè, i carpentieri), ma storcendolo con qualche pennellata curva che sporge, deforma, destruttura. Oh che bbbravo! Occorre cercar di capire se quelle pennellate "in libertà" non siano arbitrarie, ma portino in sé il crisma della necessità. Quest'ultima si riconosce confrontando il singolo tratto con l'intero quadro: si inserisce tale gesto nell'insieme arricchendolo, o rispondendo armoniosamente a tutti (tutti, sì) gli altri "gesti" presenti sulla superficie del quadro? Perché il muro è stortignacolo? Migliora ciò l'effetto d'insieme? O no? Ed appare in qualche modo "voluto", cioè espressione di un agire in armonia con il pensare, ovvero si tratta di una "libertà" non dissimile da quella del tizio che non sa nuotare e si agita nell'acqua per non affogare?
Capisco che traspare qui il pedante professore. Chiedo perdono. Però chiedo anche aiuto nel portare avanti un discorso che non sarà difficile se riuscirà ad essere terra terra.E' già pieno di critici che non si capisce nulla di quanto dicono, in quanto non dicono nulla.
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