ENEL

Bellissima non è, ora vedremo come reagisce il mercato

Del dividendo si tratta di una conferma, era già previsto fosse 0,40
Ma c'è un'incognita... per la verità non l'ho ben capita
Enel tratta con le banche una linea credito da 16 miliardi per proteggersi dal rischio derivati

Enel sta trattando con un pool di banche una nuova linea di credito revolving fino a 16 miliardi di euro con garanzia Sace del 70% per coprire il rischio derivati legato all'aumento dei prezzi dell'energia, secondo alcune fonti vicine al dossier citate da Bloomberg e da Reuters. Uno strumento che nasce da un'idea dell'amministrazione uscente di Mario Draghi che ha ideato il piano per proteggere aziende come Enel, controllata dallo Stato, dall'impatto sui costi dell'energia dell'invasione russa dell'Ucraina.

In pratica, le linee di credito revolving servono le esigenze relative ai collaterali a garanzia per i contratti future sul gas. Tra le banche coinvolte ci sono Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper e anche la Cassa depositi e prestiti, hanno precisato le fonti. Più in dettaglio, Intesa Sanpaolo e Unicredit parteciperebbero con 5 miliardi di euro a testa, Banco Bpm, Bper e Cdp con 2 miliardi ciascuno. Nessun commento ufficiale da parte di Enel. Anche i portavoce di Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco Bpm non hanno voluto commentare l'indiscrezione.

Sul tavolo una linea di credito revolving della durata di 18 mesi
Ciò consentirà all'azienda di procedere con l'attuale programma di finanziamento senza dover accantonare liquidità per i margin calls se i prezzi del gas dovessero continuare a salire (-9,6% a 115,7 euro a MWh oggi, 18 ottobre).


ho fatto questa ricerca perchè il giornalista Bottarelli ha dato la notizia .... ed io mi chiedevo a cosa servissero 16 Miliardi dato che ENEl ha già 62Miliardi di debito e ha venduto le sue attività russe e una parte di quelle del Cile.... BOH
 
dunque dobbiamo controllare il TTF
quello che non capisco è se è un bene oppure no il fatto che le quotazioni siano scese dai massimi
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, il gas entrato in Italia è sempre stato comprato a meno di 90 euro per Kwh, ma come si sa alle imprese è stato fatto pagare anche 200 e persino 300 euro perché si usava il prezzo del mercato in Olanda, anche se il gas non veniva comprato a questo mercato del Ttf.
 
Ultima modifica:
Enel sta anche cercando di ridurre il debito che probabilmente diventerà più costoso da finanziare con l'aumento dei tassi di interesse.
Francesco Starace, amministratore delegato, ha affermato che la società cercherà di raccogliere 21 miliardi di euro attraverso le dismissioni di asset, riducendo l'indebitamento netto a 51-52 miliardi di euro



gibordi dice che si deve "ringraziare" FINK di Blackrock
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Non capisco.... dall'ultima trimestrale di Enel il debito era salito a 62 Miliardi di euro
ora se sottraiamo 21 miliardi FA come risultato 41 Miliardi e non 51.... ballano 10 miliardi! che fine hanno fatto? non è che anche Starace ha investito in bitcoin?
 
CORPORATEENERGYESG/SOSTENIBILITÀIN EVIDENZA
Enel: maxi dismissioni per tagliare il debito, ecco il piano al 2025

Laura Bonadies 22 Novembre 2022

Dismissioni che taglieranno il debito di 21 miliardi di euro che raggiungerà un livello massimo nel 2023, quando si prevede che supererà i 12 miliardi di euro; un impatto sull’Ebitda ordinario di Gruppo a regime di circa 2,8 miliardi di euro e sull’utile netto ordinario di Gruppo di circa 900 milioni di euro nel 2024. L’uscita dai Paesi considerati ormai meno strategici; confermata la policy dei dividendi con una cedola di 0,43 euro nel prossimo triennio; elettrificazione sostenibile, con il 90% dell’offerta carbon-free già dal 2025 e una generazione da fonti rinnovabili a circa il 75% del totale. Sono questi alcuni target del piano industriale 2023-2025 di Enel che verrà presentato oggi in occasione del Capital Markets Day.
“Nei prossimi tre anni ci concentreremo su modelli di business integrati, know-how digitale nonché business e aree geografiche che possano aggiungere valore nonostante le complessità dell’attuale scenario, attraverso una struttura più snella e indicatori finanziari più solidi. Ciò aumenterà la nostra resilienza di fronte a potenziali future persistenti turbolenze, oltre a posizionare la nostra creazione di valore in un percorso di ulteriore crescita, a vantaggio di tutti gli stakeholder e accelerando l’indipendenza energetica nei Paesi core. La sostenibilità, pienamente integrata nelle nostre decisioni, continua a collocarsi alla base della nostra strategia, facendo anche leva sull’accelerazione dell’elettrificazione in tutte le economie. Questi risultati potranno essere raggiunti grazie alla grande competenza e motivazione dei colleghi del Gruppo Enel e all’assetto organizzativo basato sulle piattaforme digitali che abbiamo adottato”, ha detto l’ad e dg Francesco Starace (nella foto).
Gestione finanziaria
Il management prevede che le azioni delineate dal Piano Strategico abbiano un impatto positivo immediatamente visibile sull’indebitamento netto di Gruppo, di cui si stima una significativa riduzione in un range di 51-52 miliardi di euro entro la fine del 2023, da 58-62 miliardi di euro stimati nel 2022. Di conseguenza, è previsto che il rapporto indebitamento netto/Ebitda diminuisca dal valore di 3-3,3 volte stimato nel 2022 a 2,4-2,5 volte nel 2023, per poi rimanere stabile nel restante periodo di Piano.
Inoltre è previsto che il rapporto Ffo/Net Debt aumenti di 11 punti percentuali, dal 17% stimato nel 2022 al 28% previsto nel 2023, per poi rimanere stabile nel restante periodo di Piano. Per effetto di questa strategia finanziaria, si prevede che il costo del debito rimanga sostanzialmente stabile nonostante il recente incremento dei tassi di interesse, restando pressoché invariato a circa 3,4- 3,5%. La finanza sostenibile resterà al centro della strategia finanziaria del Gruppo. Si prevede che la quota delle fonti di finanziamento sostenibile rispetto all’indebitamento lordo totale aumenti al 70% circa nel 2025 rispetto al 60% circa stimato nel 2022.
Obiettivi finanziari di Enel
Nel piano è previsto che l’Ebitda ordinario di gruppo cresca sino ad un valore compreso tra 22,2 miliardi
di euro e 22,8 miliardi di euro nel 2025 dai 19-19,6 miliardi di euro stimati nel 2022, con un Cagr del 4-6%. L’utile netto ordinario è atteso in aumento a 7-7,2 miliardi di euro nel 2025, dai 5-5,3 miliardi di euro stimati nel 2022, con un Cagr del 10-13%.
Il Gruppo conferma una politica dei dividendi semplice e prevedibile, con una cedola per azione pari a 0,43 euro nel periodo 2023-2025, in aumento rispetto a 0,40 euro nel 2022; il dividendo nel 2024 e 2025 è da considerarsi come un minimo sostenibile.
Le dismissioni record e la nuova configurazione geografica
Dismissioni per un controvalore complessivo di 21 miliardi di euro finalizzate alla riduzione dell’indebitamento netto, il piano di Enel è andato oltre le stime degli analisti che stimavano un range compreso tra i 10 e i 15 miliardi.
“Dei 21 miliardi di cessioni, 11 miliardi andranno al consolidamento del debito e il resto sul lato patrimoniale. L’unico cambiamento rispetto al piano precedente riguarda le cessioni”, ha detto il direttore finanziario di Enel, Alberto De Paoli, parlando con gli analisti nel corso della presentazione del nuovo Piano strategico.
Nel 2022, l’attuazione della strategia di semplificazione del Gruppo ha registrato una netta accelerazione. Le cessioni di Enel Russia e dell’impianto Cccgt di Fortaleza in Brasile sono state perfezionate e per fine anno il Gruppo prevede di completare la cessione degli asset di trasmissione in Cile, delle reti di distribuzione di Goiás e l’operazione relativa a Gridspertise. Inoltre, entro la fine dell’anno il Gruppo prevede di cristallizzare il valore del suo portafoglio gas in Cile.
A seguito di questa accelerazione, nel periodo 2023-2025 il Gruppo prevede un’ulteriore
razionalizzazione della propria struttura, uscendo da alcuni business e aree geografiche non più allineate
alla propria strategia. Il Gruppo punta inoltre di continuare a implementare il proprio modello di
Stewardship nei Paesi “non-core”. Al contempo, in linea con l’obiettivo di uscire dalle attività carbonintensive, il Gruppo prevede di fare leva sull’attuale contesto di mercato per avviare l’uscita dalle attività nel settore del gas. Questo programma complessivo di dismissioni è parte integrante del piano per ridefinire la struttura del Gruppo, massimizzando il valore per gli azionisti.
Si prevede che il 2023 sarà l’anno chiave per la strategia di razionalizzazione a lungo termine del
Gruppo. Nello specifico è previsto che le attività in Europa si concentrino in Italia e Spagna con la cessione degli asset in Romania; in America Latina, il Gruppo prevede di uscire da Perù e Argentina; si prevede che alcune aree geografiche, come Australia e Grecia, siano inserite nel perimetro del modello di Stewardship; è prevista la cristallizzazione del valore del portafoglio gas in Spagna; si prevede che gli asset in Ceará siano ceduti al fine di focalizzarsi maggiormente sulle reti di distribuzione nei grandi agglomerati urbani (Rio e San Paolo); sarà inoltre cristallizzato il valore di altri asset minori nelle rinnovabili non legati a consistenti basi clienti a valle. Nel 2024, il Gruppo inoltre prevede di cristallizzare il valore dei suoi asset negli Stati Uniti e di Enel X Way.
Per quanto riguarda la Romania, mercato in cui Enel è presente da oltre 10 anni, Starace ha spiegato che “nel Paese abbiamo raggiunto un punto in cui non è possibile crescere ulteriormente. Abbiamo saturato lo spazio di investimento sulle reti e abbiamo raggiunto una certa posizione per quanto riguarda i clienti che non lasciano margini di crescita. Non lasciato questo Paese perché non ci piace il quadro normativo del governo che non è né peggiore né migliore rispetto ad altri Paesi. Abbiamo fatto un buon lavoro e ora possiamo monetizzarlo”.
Per quanto riguarda poi gli asset del Nord America, la società non esclude una possibile quotazione. Enel, ha detto Starace, prevede di cristallizzare il valore dei suoi asset negli Stati Uniti e di Enel X Way “anche valutando una Ipo. Pensiamo che l’Inflation Reduction Act sopravviverà a prescindere dall’amministrazione repubblicana o democratica che sarà all’orizzonte perchè è bipartisan. Enel North America è una strana grande bestia; noi siamo l’animale innovativo sul mercato, non è un asset regolamentato ma una combinazione di standard e tecnologie. È una bestia nuova e non è facile per il mercato capirlo. Pensiamo che si possa arrivare ad una Ipo se il clima sarà favorevole nei prossimi 12 mesi. Stiamo valutando”.
Gli investimenti
Tra il 2023 e il 2025 Enel prevede di investire complessivamente circa 37 miliardi di euro, di cui il 60% a sostegno della strategia commerciale integrata del Gruppo (generazione 50%, clienti e servizi 10%), e il 40% a favore delle reti, considerate i veri abilitatori della transizione energetica.
Il piano si focalizzerà su 4 azioni strategiche: bilanciamento della domanda dei clienti e dell’offerta per ottimizzare il profilo di rischio/rendimento; decarbonizzazione per assicurare competitività, sostenibilità e sicurezza; rafforzamento, sviluppo e digitalizzazione delle reti per abilitare la transizione; razionalizzazione del portafoglio di business e delle aree geografiche. Gli investimenti per cliente nel settore delle reti dovrebbe aumentare di circa il 30% in media nel periodo 2023-2025 rispetto alla stima per il periodo 2020-2022.
Il gruppo prevede di accelerare nei prossimi tre anni la diffusione di servizi a valore aggiunto e di un’infrastruttura di ultima generazione, nello specifico: punti ricarica per veicoli elettrici (da circa 0,5 milioni stimati nel 2022 a 1,4 milioni circa nel 2025); sistemi di accumulo behind-the-meter (da circa 99 MW stimati nel 2022 a 352 MW circa nel 2025); demand response (da circa 8,4 GW stimati nel 2022 a 12,4 GW circa nel 2025).
Decarbonizzazione per dare competività
Entro il 2025, il Gruppo prevede di aggiungere circa 21 GW di capacità rinnovabile installata (di cui
circa 19 GW nei Paesi “core”), ben posizionandosi verso il raggiungimento dei propri obiettivi di
decarbonizzazione, in linea con l’Accordo di Parigi. Il Gruppo prevede di sviluppare questa capacità rinnovabile grazie a una market-leading pipeline, pari a circa 425 GW.
Inoltre prosegue l’implementazione da parte del Gruppo del proprio modello di business di “Stewardship”, con l’obiettivo di cogliere ulteriori potenziali opportunità in Paesi “non-core” per massimizzare la creazione di valore a livello globale. La strategia di decarbonizzazione consente al Gruppo di confermare ancora una volta il suo impegno verso il raggiungimento di zero emissioni al 2040, con obiettivi fissati per tutti gli Scope in linea con lo scenario di 1,5 gradi centigradi e in corso di validazione da parte della Science Based Targets initiative.
Redditività sostenibile
Circa il 94% degli investimenti totali del Gruppo nel 2023-2025 è in linea con gli obiettivi di
sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Inoltre, si prevede che oltre l’80% degli investimenti del Gruppo sia in linea con i criteri della tassonomia dell’Ue, in virtù del loro sostanziale contributo alla mitigazione del cambiamento climatico. Si prevede che la strategia commerciale del Gruppo consenta ai clienti di beneficiare di una riduzione di circa il 20% della spesa energetica residenziale complessiva, insieme a un miglioramento della qualità del servizio. Inoltre gli investimenti del Gruppo contribuiranno ad un incremento cumulato del Pil nei Paesi in cui opera per circa 70 miliardi di euro.
Le rinnovabili
Nel corso della conferenza stampa che ha concluso il Capital Markets Day, il numero uno di Enel ha sottolineato come “questo piano industriale non rallenta la nostra crescita sulle rinnovabili nel mondo. Anzi lo mette maggiormente a fuoco perché c’è una attenzione a quei Paesi dove le rinnovabili sono molto sviluppate e hanno una grande potenzialità di crescita”.
“Come Enel”, ha proseguito, “abbiamo 30 mila Megawatt di investimenti potenziali. Se verranno messe in campo le giuste misure che il governo ha annunciato i 4 mila megawatt che abbiamo inserito nel piano industriale potranno raddoppiare se non di più. Non abbiamo un limite dal punto di vista dell’appetito di investimento in Italia. Gli impianti a carbone oggi stanno vivendo un’età d’oro perché c’è il problema del prezzo del gas ma già nel 2020 avevano subito dei cali. Noi riteniamo che il carbone non è strategico, non ha futuro. Dobbiamo prepararci a fare questo cambiamento”.
Sul fronte dell’idrogeno, l’ad ha confermato che l’azienda “sta lavorando ad alcuni impianti dove l’idrogeno potrà essere competitivo. Stiamo investendo in centri di innovazione che saranno un’area di esplorazione per testare questa tecnologia ma nei tre anni del piano non ci saranno cambiamenti sostanziali per quanto riguarda l’idrogeno anche perché dovremo aspettare un anno o due prima di vedere degli investimenti considerevoli tali perché l’idrogeno possa dare un contributo concreto”. contributo concreto.
Infine un passaggio sul nucleare. “Continuiamo a studiare ma anche a fare”, ha detto Starace, visto che gestiamo 7 centrali nucleari all’estero. Stiamo studiando il nucleare di quarta generazione. Ci sono delle tecnologie promettenti su cui siamo impegnati ma sono tecnologie che potranno essere inserite all’interno di un mix a partire dal 2040″.
Scadenza di mandato
Quella di Starace è una delle tante poltrone tra le aziende partecipate dallo Stato che scadranno la prossima primavera. Il numero uno di Enel spera di poter continuare a guidare la multinazionale italiana anche se l’ultima decisione spetta agli azionisti.
“Non è un mistero che questo lavoro mi piace, mi piace moltissimo ma ovviamente non sta a me la scelta ma agli azionisti. Il piano è impegnativo; ci sarà il management team che potrà portarlo avanti indipendentemente da me”, ha detto.
 
Enel sta anche cercando di ridurre il debito che probabilmente diventerà più costoso da finanziare con l'aumento dei tassi di interesse.
Francesco Starace, amministratore delegato, ha affermato che la società cercherà di raccogliere 21 miliardi di euro attraverso le dismissioni di asset, riducendo l'indebitamento netto a 51-52 miliardi di euro


gibordi dice che si deve "ringraziare" FINK di Blackrock
S&P taglia outlook Enel, vede rischi per piano di vendita asset
8 dic 202218:13

ENEL−0.27%
L'agenzia di rating S&P ha tagliato l'outlook di Enel ENEL a negativo, citando i rischi di esecuzione del piano di cessione di asset per 21 miliardi di euro, annunciato il mese scorso.
Allo stesso tempo, l'agenzia ha confermato i propri rating di emittente a lungo e breve termine "BBB+/A-2" per il gruppo italiano, in aggiunta ai rating sul debito della società.
A novembre la seconda utility europea si è impegnata a concentrarsi su sei Paesi strategicamente fondamentali e a vendere attività sia in Europa che in America Latina, per ridurre il proprio debito netto a 51-52 miliardi di euro entro la fine del prossimo anno, rispetto ai 69 miliardi di euro comunicati a fine settembre
"L'outlook negativo riflette il fatto che il vasto piano di rotazione degli asset della società è soggetto a rischi di esecuzione, mentre l'elevata spesa in conto capitale e l'ingente remunerazione degli azionisti pesano sul profilo di rischio finanziario del gruppo", ha notato S&P.
In base ai calcoli dell'agenzia di rating, che tengono conto anche dei requisiti di margin call di Enel sui contratti derivati dell'energia, il debito netto rettificato del gruppo potrebbe raggiungere il proprio picco nel 2022, a circa 82 miliardi di euro.
Le azioni governative in Italia e Spagna per proteggere le famiglie e le imprese dall'impennata delle bollette energetiche hanno creato tensioni per il cash flow di Enel, che a fine settembre ha registrato un capitale circolante negativo di 5 miliardi di euro.
"Prevediamo che Enel continuerà a generare un significativo flusso di cassa discrezionale negativo di circa 4 miliardi di euro nel 2023, dopo 12,5 miliardi di euro di investimenti e dividendi per circa 5,5 miliardi di euro sulla base dell'impegno di Enel di aumentare i dividendi a 0,43 euro (per azione)", ha aggiunto S&P.
L'agenzia di rating ha affermato che il 2023 sarà un anno cruciale per l'utility controllata dallo Stato.
"Le performance finanziarie e operative nel 2023, insieme a un adeguato buffer di liquidità, saranno fondamentali per il mantenimento del rating", ha detto S&P.
 
S&P taglia outlook Enel, vede rischi per piano di vendita asset
8 dic 202218:13

ENEL−0.27%
L'agenzia di rating S&P ha tagliato l'outlook di Enel ENEL a negativo, citando i rischi di esecuzione del piano di cessione di asset per 21 miliardi di euro, annunciato il mese scorso.
Allo stesso tempo, l'agenzia ha confermato i propri rating di emittente a lungo e breve termine "BBB+/A-2" per il gruppo italiano, in aggiunta ai rating sul debito della società.
A novembre la seconda utility europea si è impegnata a concentrarsi su sei Paesi strategicamente fondamentali e a vendere attività sia in Europa che in America Latina, per ridurre il proprio debito netto a 51-52 miliardi di euro entro la fine del prossimo anno, rispetto ai 69 miliardi di euro comunicati a fine settembre
"L'outlook negativo riflette il fatto che il vasto piano di rotazione degli asset della società è soggetto a rischi di esecuzione, mentre l'elevata spesa in conto capitale e l'ingente remunerazione degli azionisti pesano sul profilo di rischio finanziario del gruppo", ha notato S&P.
In base ai calcoli dell'agenzia di rating, che tengono conto anche dei requisiti di margin call di Enel sui contratti derivati dell'energia, il debito netto rettificato del gruppo potrebbe raggiungere il proprio picco nel 2022, a circa 82 miliardi di euro.
Le azioni governative in Italia e Spagna per proteggere le famiglie e le imprese dall'impennata delle bollette energetiche hanno creato tensioni per il cash flow di Enel, che a fine settembre ha registrato un capitale circolante negativo di 5 miliardi di euro.
"Prevediamo che Enel continuerà a generare un significativo flusso di cassa discrezionale negativo di circa 4 miliardi di euro nel 2023, dopo 12,5 miliardi di euro di investimenti e dividendi per circa 5,5 miliardi di euro sulla base dell'impegno di Enel di aumentare i dividendi a 0,43 euro (per azione)", ha aggiunto S&P.
L'agenzia di rating ha affermato che il 2023 sarà un anno cruciale per l'utility controllata dallo Stato.
"Le performance finanziarie e operative nel 2023, insieme a un adeguato buffer di liquidità, saranno fondamentali per il mantenimento del rating", ha detto S&P.

Era una notizia già vecchia quando è uscita
S&P infatti esprimeva dubbi circa la fattibilità delle dismissioni

Appena il giorno dopo sapevamo che la dismissione della rete in Cile sta già per concludersi
Cioè Enel parlava di dismissioni mentre erano già in stato avanzato

Avesse aspettato un giorno, S&P forse sarebbe stata meno pessimista
 
Era una notizia già vecchia quando è uscita
S&P infatti esprimeva dubbi circa la fattibilità delle dismissioni

Appena il giorno dopo sapevamo che la dismissione della rete in Cile sta già per concludersi
Cioè Enel parlava di dismissioni mentre erano già in stato avanzato

Avesse aspettato un giorno, S&P forse sarebbe stata meno pessimista
infatti.... uno si alza la mattina anche se si chiama Starace, e decide di dismettere 20 miliardi di assets e non mi pare che ci sia la fila per accaparrarseli....
Cmque stiamo a vedere....
 

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