EQUITALIA; ma siamo sicuri che sia EQUA?

il governo Berlusconi l'ha proposta e lui....
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6 - BEFERA SCEGLIE DUBLINO...
M.D.B. - È tempo di assicurarsi per l'Agenzia delle Entrate. E così, l'ente pubblico diretto da Attilio Befera che governa le imposte in Italia ha affidato a una multinazionale inglese con domicilio nella città a tassazione agevolata di Dublino (un paradiso fiscale, lo definì l'ex ministro Tremonti) lo studio della copertura dei rischi d'impresa della struttura controllata dal ministero del Tesoro.
ATTILIO BEFERA

La società Willis, che a suo tempo fece il broker del Titanic e che già cura alcuni servizi assicurativi e legali di Equitalia, provvederà «alla revisione e all'aggiornamento della valutazione dei rischi dell'Agenzia delle entrate, al fine di redigere i capitolati tecnici di polizza che riguardano le coperture assicurative». E una volta completato questo compito gestirà la stipula delle polizze. Un lavoro delicato, considerato che negli ultimi tre anni il fisco ha pagato premi per 4,3 milioni di euro.


L'incarico a Willis costerà circa 400 mila euro, che saranno pagati dalle compagnie assicuratrici che stipuleranno le polizze con l'Agenzia delle Entrate. Prima di affidarsi a un consulente esterno, la discussione nell'organismo guidato da Befera, nel quale operano diversi dirigenti assunti anche per le competenze nel campo assicurativo, è stata molto accesa.
BAVAGLIO DELLA TARANTOLA PER IL CDA - LA CONSOB FINISCE IN TRIBUNALE - BEFERA
 
[FONT=&quot]Cartelle pazze annullate in automatico.
Via libera al provvedimento[/FONT]

[FONT=&quot]Approvato in Commissione finanze al Senato il Ddl sull'annullamento delle cartelle pazze dopo 220 giorni dall'indicazione da parte del contribuente all'agente della riscossione[/FONT]





[FONT=&quot]Cartelle pazze[/FONT][FONT=&quot] oggetto del ddl che ieri è stato approvato dalla Commissione finanze al Senato. Ricapitoliamo le novità previste in merito allo stop delle cartelle esattoriali pazze.[/FONT]
[FONT=&quot]Cartelle pazze: l’incubo dei contribuenti[/FONT]

[FONT=&quot]Quanti contribuenti hanno ricevuto una cartella esattoriale che chiedeva ad esempio il pagamento di una mula già pagata? Quanto tempo hanno perso a dialogare con gli uffici di Equitalia,a trovare la multa pagata ad esempio di qualche anno fa e persa nei cassetti di casa insieme alle altre scartoffie? Il tutto per eviatre di ricevere una doppia imposizione? Ebbene queste sono le famose cartelle pazze che intasano la vita dei contribuenti e che ora il ddl di delga fiscale cerca di arginare con un meccanismo che ne prevede la sospensione automatica.[/FONT]

[FONT=&quot]Ddl cartelle pazze: cosa prevede[/FONT]

[FONT=&quot]In particolare si prevede la sospensione automatica della riscossione coattiva, quindi degli effetti delle cartelle pazze quando sia il contribuente a presentare al soggetto che gestisce la riscossione, la cartella di pagamento viziata da illegittimità (perché scaduto, prescritto, sospeso, oggetto di sgravio o di sentenza pro contribuente, oppure già pagato). Una sospensione che prelude una serie di approfondimenti ma se trascorrono 220 giorni senza che sia stata fornita risposta, la cartella esattoriale viene annullata di diritto e la pretesa dell’ente creditore decade.[/FONT]

[FONT=&quot]Approvato il Ddl cartelle pazze[/FONT]

[FONT=&quot]Dopo un momento di arresto (si veda a tal proposito il nostro articolo Cartelle pazze: rallenta l’iter di approvazione del Ddl), lo stop delle cartelle pazze nel disegno di legge di iniziativa parlamentare è stato previsto a favore dei contribuenti che in migliaia si vedono recapitare le famose lettere dal Fisco e perdono molto tempo e risorse nel “giustificarsi” quando non c’è nulla da giustificarsi. Al contrario però, è questo è un aspetto messo in luce, l’annullamento automatico della cartella esattoriale pazza decorsi 220 giorni, potrebbe portare a rischi concreti i crediti di molti enti locali vista la difficoltà che talvolta incontrano i sistemi telematici delle diverse amministrazioni a dialogare fra di loro. Il testo è stato comunque varato e attende ora l’ok dalla presidenza del senato in sede deliberante, e il sottosegretario al dicastero dell’Economia, Vieri Ceriano commenta così sull’approvazione del Ddl sulle cartelle pazze: “È stato fatto un lavoro molto meritevole e molto buono”- ricordando tra l’altro che il Ddl cartelle pazze è “ partito dal senatore dell’Idv Elio Lannutti molti anni fa ed è stato poi ripreso e portato avanti anche grazie alla collaborazione con l’Agenzia delle entrate”. Boccata d’ossigeno non da poco per i contribuenti, tartassati da lettere e cartelle pazze del Fisco.[/FONT]

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Link: [/FONT]
[FONT=&quot]http://www.investireoggi.it/fisco/cartelle-pazze-annullate-in-automatico-via-libera-al-provvedimento/#ixzz2CxVvg5wL[/FONT]




così equitaGlia fa meno schifo di come l'ha voluta Berlusconi
 
certo che Equitalia ne ha fatte di ogni
ogni tipo di abuso l'ha messo in atto
e ci sono davvero tante... troppe sentenze che ne denunciano il totale arbitrio nell'indifferenza dei nostri politici
ricordo che è stato il gov.Berlusconi che l'ha voluta così assassina e persecutoria avverso il cittadino normale

[FONT=&quot]Cartella esattoriale nulla se non viene precisato il calcolo degli interessi[/FONT]
[FONT=&quot]Cartella esattoriale nulla se non viene indicato il calcolo degli interessi. A stabilirlo la Commissione tributaria regionale del Piemonte seguendo un indirizzo consolidato della cassazione[/FONT]




[FONT=&quot]Lascia un commento [/FONT]
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[FONT=&quot]Cartella esattoriale nulla se non è precisato il calcolo degli interessi legali[/FONT]
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[FONT=&quot]Notifica cartella esattoriale al soggetto irreperibile. Le ultime novità dalla Consulta [/FONT]
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[FONT=&quot][FONT=&quot][FONT=&quot][/FONT][/FONT]Avviso bonario impugnabile da solo secondo la Cassazione [/FONT]
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Tutto Su Cartella esattoriale[/FONT]

[FONT=&quot]Cartella esattoriale[/FONT][FONT=&quot] nulla se non è dettagliata anche nel calcolo degli interessi. A stabilirlo la Commissione tributaria regionale del Piemonte con la sentenza n. 92/36/12, depositata lo scorso 1 ottobre.[/FONT]
[FONT=&quot]Cartella esattoriale nulla senza calcolo interessi[/FONT]
[FONT=&quot]Continua la segnalazione delle più importanti sentenze emesse da Cassazione e commissioni tributarie in riferimento alle cartelle esattoriali. Ora è la volta della cartella esattoriale indicata come nulla, non dalla Cassazione però, è bene sottolinearlo, ma da un giudice tributario, perché non indicante con esattezza gli interessi e soprattutto come vengono calcolati gli stessi dalla società incaricata della riscossione.[/FONT]
[FONT=&quot]La sentenza della CTR Piemonte[/FONT]
[FONT=&quot]In linea con quanto affermato dalla giurisprudenza tributaria di merito e dalla Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 92/36/12 depositata lo scorso 1° ottobre, la Commissione tributaria regionale di Piemonte ha chiarito che la trasparenza della cartella esattoriale costituisce un elemento essenziale per la legittimità dell’atto di riscossione, poiché il contribuente deve essere messo in condizione di verificare la correttezza dei calcoli effettuati dall’Agente della Riscossione. Se dall’esame della cartella di pagamento “ non si riesce a comprendere quale sia il tasso degli interessi applicato, né il metodo di calcolo, vale a dire se si applica la capitalizzazione semplice degli stessi o quella composta” – così si legge nella sentenza – “e, qualora si applichi quest’ultima, qual è il periodo di riferimento”, la stessa cartella esattoriale è nulla. Riportare solo la cifra globale degli interessi dovuti senza l’indicazione delle specifiche modalità di calcolo degli stessi, non è sufficiente per scongiurare pratiche non in linea con la legislazione vigente.[/FONT]
[FONT=&quot]Cartella esattoriale nulla: l’orientamento della Cassazione[/FONT]
[FONT=&quot]La Commissione piemontese ha in tal modo confermato l’orientamento ormai consolidato della Corte di Cassazione che con la sentenza n. 4516/2012 ha affermato che tutte le cartelle di pagamento notificate dopo giugno 2008 prive dell’indicazione della base di calcolo degli interessi, dovranno considerarsi illegittime, sia a prescindere dalla circostanza che l’accertamento si sia concluso e che il cittadino ne sia già stato messo a conoscenza.[/FONT]
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Una delle porcate più orribili di Equitalia

Una delle porcate più orribili di Equitalia - Giornalettismo

30/11/2012 - Fermo amministrativo per un'autoobile a causa di una multa pagata in ritardo. Ma...

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di Redazione


Per un debito di 80 euro per interessi di mora, Equitalia ha iscritto al Pra, il Pubblico registro amministrativo, il fermo amministrativo di un’auto del valore di 20 mila euro. Il proprietario, all’oscuro di tutto e convinto di essere in regola con i pagamenti, circola per sei mesi con la vettura, fino a quando scopre di essere ‘debitore’ dell’agenzia di riscossione e alla guida di un’auto che in teoria non avrebbe dovuto uscire dal garage. E’ successo a Giacomo C., 52 anni, rappresentante di una casa di moda. L’uomo, che risiede a San Severino Marche, ha fatto ricorso al Giudice di pace, attraverso l’avv. Giampaolo Cicconi, e il giudice gli ha dato ragione.
QUATTRO CARTELLE ESATTORIALI – Nel 2009 il rappresentante riceve quattro cartelle esattoriali per sanzioni amministrative per violazioni al codice della strada. Paga le prime tre nei termini, e l’ultima 60 giorni dopo la notifica. Equitalia, spiega l’avv. Cicconi, pur avendo incassato i soldi delle quattro multe non avverte l’automobilista del debito residuo di 80 euro, e dopo aver notificato il preavviso, iscrive al Pra il fermo amministrativo sul veicolo del rappresentante. A quel punto Giacomo C., pur contestando il debito residuo, salda ugualmente l’importo ma ricorre al Giudice di pace che a due anni dal fatto condanna Equitalia al risarcimento dei danni in favore dell’automobilista, perche’ il concessionario non ha rispettato le norme sulla riscossione coattiva non informando il contribuente prima del fermo amministrativo. Giacomo C. chiedera’ a Equitalia 1.500 euro di danni non patrimoniali, e 2.700 euro per le spese legali sostenute. (ANSA)
 
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Ferrara, dichiara il reddito con il marito. Equitalia le pignora casa

Protagonista una casalinga la cui unica colpa è stata quella di presentare, nel 1996, una dichiarazione dei redditi congiunta assieme al marito, imprenditore che all’epoca gestiva una fiorente attività economica e che poi ha subito un tracollo finanziario


di Marco Zavagli | Ferrara | 4 febbraio 2013Commenti (295)
Ferrara, dichiara il reddito con il marito. Equitalia le pignora casa - Il Fatto Quotidiano


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Più informazioni su: Agenzia delle Entrate, Bollette, Equitalia, Irpef, Pignoramenti.


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Per una cartella esattoriale relativa la pagamento Irpef di anni prima, e per un importo di 14mila lire, si è vista ipotecare la casa. È la stravagante vicenda che ha visto involontaria protagonista una casalinga la cui unica colpa era stata quella di presentare, anni prima, una dichiarazione dei redditi congiunta assieme al marito, imprenditore che all’epoca gestiva una fiorente attività economica.
Se il marito poteva vantare un Irpef da circa cento milioni (si parla sempre di lire), la donna invece si doveva ‘accontentare’ di un debito tributario risibile. Appena 14mila lire. Siamo nel 1996 e i due coniugi presentano questa dichiarazione congiunta. Una circostanza che, anche se la casalinga non ne era al corrente, la impegnava al pagamento non solo delle proprie esigue imposte, ma anche di quelle ben più ragguardevoli del marito.
Passano gli anni e nel 2003 la moglie conferisce l’immobile di cui era proprietaria in un fondo patrimoniale per i bisogni della propria famiglia. Nello stesso anno, alla donna viene notificata una cartella esattoriale in qualità di obbligata in solido al debito Irpef del marito. Marito che subisce un tracollo finanziario. E a repentaglio finisce proprio quell’immobile.
In sede di esecuzione dei crediti Equitalia iscrive ipoteca su quella casa e a quell’atto di pignoramento si oppongono gli avvocati della donna, Michele Minestrini del foro di Ravenna e Sergio Pellizzola del foro di Ferrara. “Quanto successo è surreale – spiega oggi l’avvocato Minestrini -: partendo da un debito di 7 euro, la mia cliente si è vista ipotecare la propria abitazione da parte di Equitalia”. La vicenda ha avuto un lieto fine, dal momento che “il fondo patrimoniale – argomenta il legale – è una specie di vincolo che i coniugi possono creare sui propri beni (es.: immobili, titoli di credito, beni mobili registrati) per destinarli ai bisogni della famiglia; ed i beni ricompresi nel fondo patrimoniale non possono essere intaccati per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia”.
Si tratta di un punto di diritto ancora controverso in giurisprudenza. Fatto sta che davanti al tribunale di Ferrara gli avvocati si sono opposti a quell’atto esecutivo richiamando principi recentemente espressi dalla Cassazione (sentenza n. 15862 del 2009), in base ai quali il fondo patrimoniale non è aggredibile anche per i debiti già preesistenti. In questo caso debiti da Irpef del ‘96. Di conseguenza l’ipoteca di Equitalia sul bene conferito nel fondo è “illegittimo – prosegue Minestrini -, proprio perché nel concetto di bisogni della famiglia non possono rientrare i debiti fiscali, specie se derivano dalla modalità di presentazione della denuncia dei redditi”.
 
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La rabbia dei lavoratori di Equitalia: basta attacchi da chi ha fatto le leggi

La polemica e' antica, risale ai primi incidenti che hanno visto coinvolti i rappresentanti di Equitalia da quando la crisi economica ha iniziato a 'mordere' piu' forte. Ma oggi c'e' una novita': le 7 sigle sindacali che rappresentano i lavoratori rompono gli indugi e mettono nero su bianco la loro amarezza. La campagna elettorale sembra infatti aver notevolmente peggiorato quel clima 'pesante' che i lavoratori della riscossione hanno dovuto subire negli ultimi anni

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=175104
 
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