Evviva il crack Parmalat! (1 Viewer)

Paperino

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E non riusciranno a scoperchiare il pentolone delle banche, state tranquilli! Altrimenti immaginate che "patatrack", visto quello che avranno combinato...... :evil:

In Italia le multe ed i conti le pagano solo i fessi e gli sprovveduti, ovvero le persone oneste.
 

fo64

Forumer storico
Paperino ha scritto:
E non riusciranno a scoperchiare il pentolone delle banche, state tranquilli! Altrimenti immaginate che "patatrack", visto quello che avranno combinato...... :evil:

Forse stavolta non la passano liscia, copio dal sito di Repubblica:

Indagini sul passaggio della società Cirio alla Parmalat.
Presto sarà sentito anche Geronzi (Capitalia).
Indagini sull'affare Eurolat: Tonna inguaia i banchieri "I vertici della banca romana tenevano molto che noi comprassimo quell'azienda, noi l'abbiamo fatto"
di MARCO MENSURATI

MILANO - Due giorni di interrogatorio non sono bastati a Fausto Tonna per esaurire la galleria degli orrori della Parmalat. Sono stati sufficienti però agli inquirenti per far entrare nel vivo l'ormai famosa "fase due" dell'inchiesta, quella che riguarda gli istituti di credito, i loro silenzi, le loro complicità, i loro errori.

È dunque arrivato il momento dei fatti e dei nomi. I fatti sono molti: emissioni di bond sospette, acquisizioni di asset sovrapprezzo, movimenti infragruppo, accordi sottobanco. I nomi fatti da Tonna, praticamente, tutti: Intesa, Capitalia, Unicredit, Mps, SanPaolo, Santander, Jp Morgan, Citigroup, Bank of America e altre, Bnl, Bipielle e Abn Amro. Adesso agli inquirenti - che comunque hanno deciso di ascoltare ancora oggi Tonna, l'"architetto" dell'associazione a delinquere di Collecchio - non resta che mettere insieme le cose, ricostruire tutte le operazioni raccontate e poi abbinarle ai presunti responsabili.

Non sarà facile, né veloce, come lavoro. Ma a Parma hanno già deciso come farlo: si muoveranno sul piano internazionale per mezzo delle rogatorie già predisposte nei giorni scorsi. Mentre in Italia procederanno con i metodi tradizionali: suddividendo il lavoro in vari capitoli e operando di volta in volta con interrogatori e acquisizioni di atti.

Ed è proprio per la prima di queste indagini che potrebbe essere ascoltato, già nelle prossime settimane (al termine di questo giro di interrogatori), Cesare Geronzi, il numero uno di Capitalia, una delle banche maggiormente esposte con il gruppo di Calisto Tanzi. Il top manager dovrà dare spiegazioni circa un affare di cui si parla da tempo: il passaggio di Eurolat, avvenuto nel 1999, da Cirio (azienda nei confronti della quale Capitalia vantava un credito enorme) a Parmalat. Un passaggio che sarebbe avvenuto a un prezzo (circa 350 milioni di euro) giudicato di troppo al di sopra del reale valore di mercato. "Geronzi - ha raccontato ieri Tonna ai magistrati - ci teneva molto che comprassimo quella società, e Tanzi decise di farlo".

Non è questo l'unico aspetto, relativo all'affaire Eurolat, che incuriosisce in queste ore gli inquirenti. Quella società appare oggi come il punto di incontro di due tra i più grandi crac della storia italiana, quello della Cirio e quello della Parmalat. Storie di bond e truffe che si erano già incrociate alcuni mesi prima della cessione di Eurolat, quando entrambe le multinazionali parteciparono alla gara d'appalto per la Centrale del latte di Roma. Vinse Cirio, con uno scarto talmente minimo rispetto ai concorrenti da risultare sospetto. Tanto più se si considera che pochi mesi dopo quella gara, Eurolat (con il marchio della Centrale di Roma) passò proprio nelle mani di Tanzi.

I magistrati e i finanzieri del nucleo regionale di Bologna si sono soffermati lungamente sulla questione, con Tonna. E, alla luce delle risposte ricevute, sembrano ora intenzionati a convocare in procura anche Sergio Cragnotti che, alla fine dei conti, si aggiudicò l'appalto per la Centrale romana a un prezzo di molto inferiore a quello cui poi la rivendette.

C'è poi il capitolo del tesoro di Parmalat. Questa volta gli inquirenti sono sicuri di aver imboccato la strada giusta. Tonna ieri ha spiegato che c'erano direttive precise per far uscire i soldi da tutte le società del gruppo in un'unica direzione: le società della famiglia Tanzi. "Non passavano necessariamente per i paradisi fiscali, questi soldi - ha detto Tonna - Ma spesso facevano percorsi più ordinari". Un flusso continuo che attraversava l'Europa, in particolare l'Olanda e l'Italia, per finire su conti non ancora individuati. "Stavolta, però - spiegava un inquirente ieri sera - Tonna ci ha dato tutti gli elementi per arrivare a mettere le mani su quei soldi".
Da Milano si scopre che nei prossimi giorni i pm che indagano per aggiotaggio potrebbero convocare i manager della Bank of America e della Citigroup.

(7 gennaio 2004)
 

effezeta

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Parmalat: pm Francesco Greco incontra legale di Citigroup
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Il pm Francesco Greco ha incontrato oggi nel suo ufficio in procura il legale di Citigroup Nerio Diodà e Angelo Giarda, che rappresenta la societa' di revisione Grant Thornton. Gli incontri odierni sarebbero legati ad una richiesta di informazioni, da parte dei legali, in seguito ai nomi di alcuni istituti di credito fatti da Fausto Tonna negli interrogatori di Parma e riportati dagli organi di stampa.
 

effezeta

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Parmalat: BaFin avvia indagine su Deutsche Bank
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L'autorita' tedesca di sorveglianza dei servizi finanziari (BaFin) ha avviato un'indagine su Deutsche Bank in relazione al crack della Parmalat. L'autorita' di sorveglianza intende appurare presso chi e' stato piazzato il bond da 350 milioni di euro emesso a settembre da Deutsche Bank per conto della Parmalat e se analisti dell'istituto di credito tedesco abbiano consigliato l'acquisto dei titoli del gruppo italiano.
 

effezeta

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Parmalat cede a Capitalia partecipazione in MCC per 22 milioni di euro
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Comunicato stampa

La Parmalat Finanziaria S.p.A. in amministrazione straordinaria comunica che in
data odierna la controllata Parmalat S.p.A. in amministrazione straordinaria -
appositamente autorizzata dal Ministro delle Attività Produttive d'intesa con il
Ministro delle Politiche Agricole e Forestali - ha ceduto a Capitalia l'intera
partecipazione pari all'1,5% del capitale di MCC S.p.A. detenuta dalla stessa
Parmalat S.p.A., per un corrispettivo di Euro 22 milioni.
 

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