33. Rendimento effettivo di una obbligazione
Il problema della determinazione del rendimento effettivo a scadenza di una obbligazione a tasso fisso (bond TF) è sempre stato una questione spinosa da affrontare sul piano concettuale.
Problema certamente non semplice da spiegare: ma ora ci proveremo, utilizzando quanto abbiamo preventivamente esposto sul Valore Attuale nella Capitalizzazione Composta.
Infatti si parla di "rendimento effettivo a scadenza" proprio perché si suppone che il proprietario del bond TF:
1) lo tenga in portafoglio fino alla sua scadenza naturale;
2) reinvesta ciascuna Cedola, non appena la incassa, sempre nello stesso titolo e al medesimo prezzo di acquisto iniziale di quel bond (reinvestimento delle Cedole "a condizioni invariate").
Situazione puramente teorica, questa, poiché - per ovvie ragioni - è praticamente impossibile che ciò si possa verificare, specialmente se il bond ha una vita residua ancora di molti anni, per cui le condizioni di mercato saranno certamente mutevoli nel tempo.
Ma, supponendo comunque che ciò avvenga, gli interessi cedolari reinvestiti ad ogni stacco, a condizioni invariate, contribuiscono a fruttare nuovi interessi secondo la tipica modalità della Capitalizzazione Composta.
Un investitore cassettista che acquista, oggi, un bond TF, giudica equo pagare subito un capitale in contanti costituito da due parti (trascurando, al momento, per semplicità di esposizione, le commissioni e spese bancarie di negoziazione) costituite da:
ValNominale x P.Secco
Rateo Cedolare Netto
per avere in cambio il diritto (derivante da un contratto con l'emittente, che si spera sia da costui onorato) di percepire il flusso di cassa futuro derivante da:
Cedole Future (ciascuna alla rispettiva data.Stacco)
Valore Rimborso (alla data.Scad)