FATEMI SANTA SENZA INDAGARE TROPPO (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Purtroppo devo rilevare, sempre più spesso, che molti studiano e pochi capiscono.
L'analfabetismo funzionale sta dilagando a macchia d'olio.
Qualsiasi deficiente sa, o dovrebbe sapere, che il costo del lavoro/produttività, è dato, oltre che dai parametri canonici:
costo orario, previdenze, imposte, ecc. anche dal valore aggiunto sul prodotto finito,
prezzo cui il prodotto può essere collocato sul mercato e dalla, conseguente, remunerazione del prodotto stesso.
Essendo accomunati dall’€, nel costo della produttività e nell'inflazione, totalmente avulsi dal nostro modello economico, ci siamo trovati sempre di più, nella seguente situazione:
1) L’impossibilità d’arginare, in termini di costo, prodotti provenienti da paesi con regole e legislazioni diverse,
dove il lavoro e i diritti dei lavoratori sono praticamente inesistenti. Questo grazie a un mondialismo stupido quanto nefasto.
2) L’impossibilità di adeguare il valore della “nostra moneta” alla nostra economia. Impedendoci di adeguarne il valore al reale valore della produzione.
3) Il dover comprimere, fino all’inverosimile, i salari, o il dover chiudere certe attività, per poter compensare queste storture.
4) Quanto sopra, aggiunto a l’unica reale colpa che abbiamo, quella di aver compresso all’1,29% l’investimenti i R&S,
facendo si che le nostre produzioni avessero sempre meno valore aggiunto. Del resto se non hai i soldi per pagare adeguatamente i tuoi lavoratori, sarà improbabile che tu possa investirli i R&S.
5) In sintesi un meccanismo, una trappola, nella quale ci siamo fatti mettere, facendo si che la nostra economia, blindata da certi parametri, andasse sempre peggio.
 

Val

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L’intervento dell’avvocato Giuseppe Palma del 6 dicembre 2019, presso la sala stampa (Gonfalone) di Regione Lombardia,
in merito all’attuale funzionamento del Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) e alla bozza di riforma
sulla quale il Presidente del Consiglio Conte – contro la risoluzione parlamentare del 19 giugno – dava ugualmente il via libera per conto dell’Italia.

Giuseppe Palma
 

Val

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Le fallacie sono argomenti apparentemente persuasivi, ma in realtà erronei.

Aristotele
ne propose una classificazione e il loro studio divenne un classico delle scuole di retorica.

Oggi se ne occupano, in particolare, tutte le discipline connesse allo studio pragmatico della lingua.

La comprensione delle fallacie – utile per riconoscerne l’impiego e disinnescarne i cascami manipolatori
costituisce parte integrante di alcuni corsi universitari di Scienze della formazione;
ma dovrebbe essere prescritta come contenuto d’esame alla facoltà di Giurisprudenza
e inserita nei programmi delle scuole superiori.

Il che non è; e infatti ne paghiamo lo scotto.

Blog | Fondo salva-Stati, già nel nome c'è un errore logico - Il Fatto Quotidiano
 

Val

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https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/european-commission-hr-key-figures_2017_en.pdf

E questa è solo la Commissione Europea, quella che veramente comanda nella UE!!

RIBADISCO IL NUMERO DEI DIPENDENTI DELLA SOLA COMMISSIONE EUROPEA CHE ASSISTE I 22 COMMISSARI EUROPEI:

AL 1.1.2017 ERANO 32.546!!

Consiglio vivamente di andarsi a vedere questo articolo sulla vita da nababbi che fanno le élites europee della ue!

Europarlamentari e commissari: quanto portano a casa a fine mandato? | Milena Gabanelli

Impressionante la massa di uffici presente in Lussemburgo, che già è nei primi in classifica per reddito medio pro capite al mondo
e “casualmente” gli mettono un’altra sede UE con migliaia di dipendenti in una struttura da oltre mezzo miliardo di euro di appaltone.

Personale FARAONICO!!

Amministrazione dell'UE: personale, lingue e sedi | Unione Europea

“Personale

La Commissione europea è suddivisa in servizi chiamati “direzioni generali” (DG), che corrispondono a grandi linee ai ministeri nazionali.
Ciascuna di esse si occupa di una politica o di un settore specifico, come il commercio o l’ambiente,
ed è diretta da un direttore generale, sotto la responsabilità di un commissario. Circa 32 000 persone lavorano per la Commissione europea.

Al Parlamento europeo circa 7 500 persone lavorano nel segretariato generale e nei gruppi politici.
A questi si aggiungono i parlamentari e i loro collaboratori.
Il Consiglio dell’Unione europea conta circa 3 500 dipendenti, che lavorano al Segretariato generale.

Lingue

L’UE conta 24 lingue ufficiali.

Le istituzioni dell’UE dispongono di circa 4300 traduttori e 800 interpreti fra il loro personale permanente.
Il costo stimato di tutti i servizi linguistici (traduzione e interpretazione) in tutte le istituzioni dell’UE ammonta a meno dell’1% del bilancio generale annuale dell’UE.
Diviso per la popolazione dell’UE, questo costo equivale a circa 2 euro per persona all’anno.

Sedi

Le sedi principali della Commissione europea sono a Bruxelles e in Lussemburgo.
Essa dispone anche di uffici nei vari paesi dell’UE, e di “delegazioni” al di fuori dell’UE.
In numerosi paesi dell’UE sono state istituite delle agenzie con mansioni specifiche di carattere tecnico, scientifico o amministrativo.
Ad esempio, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, con sede in Italia, fornisce pareri scientifici indipendenti su tutte le questioni relative alla sicurezza alimentare.

Le riunioni delle commissioni del Parlamento europeo si tengono a Bruxelles, le sessioni plenarie a Bruxelles e Strasburgo.
L’amministrazione ha sede in Lussemburgo. Delegazioni parlamentari si recano regolarmente in visita al di fuori dell’UE.

Gli edifici del Consiglio si trovano a Bruxelles, dove si tengono anche la maggior parte delle riunioni.
Occasionalmente le riunioni del Consiglio si svolgono in Lussemburgo.
Le riunioni a livello di capi di Stato e di governo (il Consiglio europeo) si tengono a Bruxelles.”

Un altro articolo da leggere con attenzione è

Unione europea, a commissari e funzionari retribuzioni da favola | Momento Italia

Una vera Versailles moderna con privilegi intollerabili per l’enorme massa di poveri (e semi-poveri) che ormai popolano la UE.

Persino sulla “beneficienza” si riesce a “puppare” alla grande!!

Succhi di frutta a peso d’oro.

http://www.agrifoodtoday.it/attualita/succhi-pesca-gratuiti-Ue.html#_ga=2.118162570.2025573160.1575566523-ae25ff2e-89af-4baa-9750-bda69d60903b

RICAPITOLIAMO: 32.500 COMMISSIONE + 7500 AL PARLAMENTO EUROPEO + 3500 AL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA
= QUASI 45.000 DIPENDENTI PAGATI PROFUMATAMENTE E UN MEGA INDOTTO DI HOTEL, LOBBISTI, RISTORANTI,
ASILI E SCUOLE D’ELITES RISERVATI, DITTE DI MANUTENZIONE, SICUREZZA, ECC. FORNITURE DI SVARIATI TIPI, ECC., ECC.
SAREBBE INTERESSANTE QUANTIFICARE QUALE PERCENTUALE DEL PIL DEL BELGIO E DEL LUSSEMBURGO RUOTA INTORNO AGLI UFFICI E INDOTTO UE, che ne dite?

Per il Lussemburgo:

Lussemburgo | Unione Europea

Si parla di quasi il 5% del suo P.I.L. dovuto ai dipendenti e indotto UE a fronte di un contributo alle spese UE del Lussemburgo di 0,84% del suo P.I.L.!!
Un saldo netto di 1.520.000.000 in un “GRANDUCATO” DI 600.000 ABITANTI raddoppiati dal 1960
(solo dal Portogallo sono emigrati in Lussemburgo 100.000 portoghesi dalla “vista lunga”), come mai?

Il declino del settore siderurgico è STATO COMPENSATO AMPIAMENTE dal forte sviluppo del Lussemburgo
come piazza finanziaria dagli anni 90 in poi……(mentre “casualmente” noi entravamo in questa crisi e impoverimento pluridecennale che dura ancora oggi….)

Il settore bancario è il più grande settore dell’economia lussemburghese.
In particolare, il Paese si è specializzato nei fondi di investimento transfrontalieri.

Nel 2018 erano presenti 139 banche internazionali di 28 diversi Paesi (solo quelle cinesi erano otto),
affiancate da società si assicurazione e da servizi complementari di consulenza, revisione contabile, assistenza giuridica, ecc..

Gli impiegati nel settore finanziario sono 52 mila (su 600.000 abitanti…..!!)
e per capire l’importanza della finanza basti aggiungere un ultimo termine di paragone: in Lussemburgo c’è uno sportello bancario ogni quattro abitanti.

Difficile far credere che si creino code alla cassa e che lavorino per le esigenze dei cittadini Lussemburghesi.

Per non parlare della mitica tassazione al 6% che ha attratto centinaia di multinazionali e mega aziende grazie al liberismo finanziario UE!!

Il Lussemburgo è sempre più la piazza di riferimento per il settore della gestione dei fondi di investimento
oltre a rappresentare la principale piattaforma per gli investitori extra Ue, soprattutto statunitensi, che investono in vari paesi europei UE.

Oggi è tra le principali piazze finanziarie mondiali per quanto attiene alla istituzione e gestione dei fondi di investimento, seconda solo agli Stati Uniti.

Offre infrastrutture di livello internazionale unite a un ambiente fiscale, legale e regolamentare chiaro,
trasparente e incredibilmente vantaggioso (una volta era reato, ma ora grazie ai politici europei è tutto legale.
Questo è il neoliberismo baby. Questa è l’Unione Europea baby!!).

Chi sceglie il Lussemburgo ci si deve stabilire concretamente, affrontando consistenti investimenti
anche in termini di risorse umane e organizzativi per “rispettare” i sempre più rigidi standard internazionali in materia regolamentare e fiscale.

Nel mercato “competitivo” globale il Lussemburgo è diventata una “calamita irresistibile” insieme alla Svizzera con cui fa SISTEMA.

Quindi gigantesche ricadute anche immobiliari, con giganteschi investimenti esteri nel settore e intere amministrazioni di multinazionali insediate nell’ultimo Granducato del Mondo.

CHE BELLA LA UE…….. PER IL LUSSEMBURGO!!!

E ora la ciliegina finale:

indovinate dove ha sede il “mitico” MES (in diritto Lussemburghese ovviamente!!) dai poteri e immunità che neanche i faraoni…….?

https://it.wikipedia.org/wiki/Meccanismo_europeo_di_stabilit%C3%A0

Indovinate dove ha sede la Holding Ronaldo (si il calciatore) e altre migliaia di similari, ecc., ecc.

grazie neoliberismo e libera circolazione dei capitali! TUTTO LEGALE BABY!

CHE BELLA LA UE…….. PER IL LUSSEMBURGO CHE CRESCE DEL 4% E OLTRE L’ANNO COME P.I.L.!!!

Un'ultima riflessione per chiudere il ragionamento:

Quanti assistenti, parenti, amici o partner di parlamentari europei si sono “accasati”
e diventati fedeli servi di questo apparato Monster UE?


Se qualcuno vuol fare qualche verifica sulle assunzioni degli ultimi 5 anni…….
 

Val

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Hanno ripetuto che il testo sulla riforma del Mes diffuso nelle ultime ore è soltanto una bozza, e che come tale non è ancora definitivo.

Le stesse fonti di governo hanno poi sottolineato l’importante “risultato” ottenuto a Bruxelles da Roberto Gualtieri.

Il ministro dell’Economia, dal canto suo, non solo continua a ripetere che il Meccanismo europeo di stabilità
“ci serve e ci protegge”, ma rimarca con forza quanto incassato all’Eurogruppo.
Gualtieri ha parlato di tre obiettivi raggiunti:
“Le ipotesi di condizionalità sul backstop,
l’eliminazione della roadmap a riferimenti al trattamento prudenziale dei titoli sovrani
e la possibilità di una subaggregazione dei titoli”.

È proprio su quest’ultimo punto che vale la pena soffermarsi.
Al di là del burocratese utilizzato dal ministro – forse per confondere ancora di più le idee – il giro di parole adottato si riferisce alle Cac,
cioè quelle clausole di azione collettiva che di fatto hanno il compito di agevolare l’iter di ristrutturazione del debito.

Cac e ristrutturazione del debito

Senza troppo girarci intorno, la riforma del Fondo salva-Stati è stata pensata per facilitare la ristrutturazione del debito pubblico
di quei Paesi dell’Eurozona che, in difficoltà economica, decidono di chiedere aiuto proprio al Mes.


Certo, Bruxelles è ben lieta di prestare a un governo sull’orlo del crac i denari necessari per aiutarlo a uscire dalle sabbie mobili, ma in cambio vuole qualcosa.
E qui entra in gioco il rischio più grande insito nel Meccanismo europeo di stabilità:

i privati che hanno prestato soldi agli Stati in panne potrebbero veder svanire una parte più o meno consistente
del loro investimento nel momento in cui scatteranno gli aiuti del Meccanismo europeo di stabilità.

In altre parole, per via delle Cac, il solito Paese in difficoltà potrebbe restituire ai suoi creditori meno di quello che dovrebbe loro,
con il rischio che gli stessi creditori – immaginando di guadagnarci – possano chiedere interessi più alti proprio agli Stati più a rischio.

Insomma, uno spauracchio che aveva subito messo in allerta il sistema bancario italiano.


Le opposizioni sono insorte su questo e altri punti, e il governo è stato costretto a sedersi al tavolo europeo per trattare nuove condizioni sulla riforma del Mes.

A quanto pare, nonostante le rassicurazioni di Gualtieri e una riunione lunghissima, niente è davvero cambiato.

Altro che nuove regole per scongiurare le pericolose procedure delle clausole di azione collettiva e l’applicazione dei principi della “single limb Cacs”:
la riforma del Fondo salva-Stati va in un’altra direzione. Il deputato leghista nonché presidente della commissione Bilancio alla Camera, Claudio Borghi,
ha smascherato il ministro dell’Economia italiano facendo notare come in realtà il nostro Paese non abbia ottenuto alcun “grande risultato”:
niente possibilità di inserire “dei sottoinsiemi” nel “nuovo regime di single limbs”, nessun vantaggio e zero benefici.

Il sito del Mes ha smentito seccamente la versione di Gualtieri:

“Il sito del Mes prima toglie la pagina dove dice che le Cacs servono per la ristrutturazione del debito,
poi le rimette per smentire le balle di Gualtieri che faceva passare la possibilità di subaggregazione come una sua grande conquista. Non cambia nulla”.


Perfino il Movimento 5 Stelle, un partito che chiedeva di rivedere alcune criticità del trattato, “ci stava cascando” in pieno.

Quanto accaduto all’Eurogruppo, conclude Borghi, è semplice: “Gualtieri non ha ottenuto nulla”.

In altre parole “stavano scrivendo la risoluzione facendo passare la cosa come un grande risultato di Gualtieri e ci è cascata pure tutta la nostre brillante stampa”.
 

Val

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L'onorevole Gentiloni sbaglia quando afferma che il Mes (Fondo Europeo di Stabilità),
per il suo nuovo ramo bancario, che riguarda i debiti degli stati membri, è fra l'incudine di Salvini e il martello dell'Europa.

Infatti l'incudine non è Salvini, che non vuole firmare, perché come sostiene anche Fi e il resto del centrodestra,
ciò violerebbe le regole costituzionali italiane, ma vuole che l'Italia rimanga nell'euro e smentisce che l'on. Borghi, dica il contrario.

L'incudine in effetti è costituita da ben 3 norme fiscali della Costituzione Italiana, gli articoli 23 e 53 e articolo 81, nuova versione
(ma già, meno esplicitamente, nel quarto comma del testo originario).

L'articolo 23 della Costituzione dice che nessuna prestazione personale o patrimoniale può esser imposta in base alla legge.
La firma del nuovo Mes comporta per l'Italia di versare una cifra indeterminata di miliardi sino a un totale di 111 oltre ai 14 già versati,
poiché la quota massima a cui lItalia è obbligata è di 125 circa sugli 800 a cui il Mes può, in caso di necessità, arrivare.

Se l'obbligo italiano è assolto con nuove imposte, la firma del nuovo Mes, comporta una violazione dell'articolo 53 se il Fondo non serve a coprire nostre spese pubbliche,
in modo equilibrato rispetto alle spese pubbliche altrui. E in realtà il Fondo serve, ora, soprattutto alle banche tedesche.

Se noi invece che con nuove imposte contribuiamo al nuovo Mes con un nuovo debito pubblico, violiamo l'articolo 81 Cost. nuovo testo che afferma che
«Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.
Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere
adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali».

La Germania ha deciso di ratificare il nuovo Mes solo dopo una delibera della Corte Costituzionale,
che ha richiesto che ogni atto del Fondo sia controllato dal parlamento tedesco, non essendovi quello del parlamento europeo.

L'onorevole Tajani, europeista di prima linea, sostiene, come me, che il Mes va controllato dal parlamento Europeo,
come Fondo annesso al Bilancio europeo, tesi che io sostengo da quando ho redatto nel '78, la parte fiscale del Rapporto Mc Dougall,
il documento ufficiale della Commissione, per il futuro euro.

L'Europa, in questa legislatura propone la riforma delle sue regole, fra le quali spiccano:

1) il ruolo del parlamento europeo, in raccordo con il Consiglio dei Ministri degli stati membri e la Commissione Europea;

2) la politica europea di investimenti «verdi» per lo sviluppo sostenibile.

L' l'Italia può posporre per 4 anni la adozione del nuovo Mes, in attesa che si attui questa riforma alla cui discussione ha diritto di partecipare, come uno dei tre grandi paesi fondatori.

Il martello, pertanto, rimane in «prorogatio».
 

Val

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Magistrale intervento del Prof Luciano Barra Caracciolo in quinta commissione della camera,
presieduta da Claudio Borghi, che si rivela sempre più una vera e propria casa della politica e dello studio economico.

Il professore presenta il suo punto di vista sul Mes, da lui ritenuto completamente incostituzionale in quanto violerebbe l’articolo 11 della Costituzione,
quello secondo il quale le cessioni di sovranità possono essere fatte solo in condizione di parità, e verso organi internazionali.

Al contrario il Mes non vede l’Italia in una situazione di parità con gli altri paesi,
anzi espone il nostro paese ad un pericoloso cammino violento di riduzione del debito, tramite anche l’imposizione di imposte patrimoniali.

Un intervento non semplice perché ricco di dati e di citazioni. Una vera lectio magistralis da ascoltare con attenzione.
 

Val

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Andiamo a votare così la smetteranno di sparare a salve.........

La direttrice di Euromedia Researce riporta coi piedi per terra i numerosi simpatizzanti del movimento nato in Piazza Maggiore a Bologna.
Ospite del salotto televisivo di Tagadà, su La7, alla domanda della conduttrice Tiziana Panella in merito proprio al volume elettorale delle sardine
la Ghisleri risponde così: "Negli esercizi che sono stati fatti Il voto politico delle sardine non supera il cinque per cento. E sono semplici esercizi elettorali…".
 

Val

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Nel giro di poco più di un anno e mezzo, il Movimento 5 Stelle è passato dal 32,68% delle Politiche 2018 all'attuale 15,5%.

Voti più che dimezzati.
 

Val

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Buffoni. Questo è un settore da tassare. Sono soldi che vengono a mancare sul nostro PIL.

La lotta all’evasione, si sa, è uno degli argomenti più scottanti sotto il profilo politico.
Da anni, ad ogni finanziaria, si promette un maggiore giro di vite contro chi evade ed elude,
contro chi fa scomparire soldi e somme che non arrivano alle casse dello Stato.

C’è però un campo in cui i controlli sono più difficile e parlare di trasparenza è mera chimera: è quello che riguarda i money transfer.

Non sono delle vere e proprie banche, ma gestiscono un flusso di denaro non indifferente
che riguarda soprattutto le rimesse degli immigrati verso i paesi di origine.

Si calcola che il movimento di denaro attorno ai money transfer supera i sei miliardi di Euro.
Soldi la cui tracciabilità è difficile da rilevare, dove quindi vi è il costante spauracchio di una poca trasparenza e di un altrettanto insufficiente efficacia dei controlli.

Per questo motivo lo scorso anno il governo Conte I, quello cioè a trazione giallorossa, aveva approvato un’imposta dell’1.5% sulle rimesse dei migranti all’estero.
Poca cosa sotto un profilo numerico, visto che il gettito generato a favore dell’erario è stato di 100 milioni di Euro, ma importante dal punto di vista simbolico.

In tal modo si andava a pescare nel “torbido” dei money transfer, rimettendo in circolazione almeno un po’ di quei soldi poco tracciabili e non sempre controllabili.

Anche perché “pescando” dai money transfer si vanno a toccare tasti dolenti per molti commercianti, a partire da quelli relativi ai sospetti di una concorrenza sleale.

Un esempio può essere dato dalla quantità di denaro trasferito dalla comunità bengalese in Italia verso il proprio paese d’origine.
Nel 2018, si è calcolato in totale qualcosa come 700milioni di Euro rimessi in Banghadesh dall’Italia,
una media di 450 Euro al mese per ogni cittadino del paese asiatico presente nel nostro territorio.

Una somma, quella sopra citata, che ufficialmente un bengalese in Italia non potrebbe permettersi.
E che dunque potrebbe essere figlia di attività in nero o di commerci che sfuggono ai controlli e che, di fatto,
creano una concorrenza sleale verso chi, tra italiani e stranieri, è messo in regola e paga le tasse.

Una denuncia questa che è arrivata da molte associazioni di categoria, in buona parte del nostro paese.

Che ovviamente non riguarda solo la comunità bengalese, ma anche tutti coloro che originano un non indiffierente flusso di denaro poi inviato nelle terre natie.

Si ha quindi una vera e propria beffa: chi vuole mettersi in regola è sempre più controllato,
mentre chi non è messo in regola riesce a racimolare soldi da poter inviare anche in patria.


Ecco un po’ il senso dell’iniziativa dello scorso anno attuata dal governo gialloverde.

Ma negli ultimi mesi, su questo fronte, si è dovuta aggiungere un’altra beffa:
proprio l’antitrust si è pronunciato contro l’imposta sui migranti, definita discriminatoria.


A quella pronuncia, oggi si è aggiunta anche la scelta politica del nuovo governo: stop definitivo all’imposta.

Nello schema dell’ultima manovra la tassa è andata in soffitta, è sparita dalla mappa dei nuovi interventi.
Cancellata dalla nuova maggioranza giallorossa, un dietrofront politico ben evidente rispetto al principio portato avanti lo scorso anno.

In poche parole, la discriminazione c’è ma è contro chi si mette in regola, sia che sia italiano oppure straniero regolarmente residente nel nostro paese:
per chi segue la via della legalità ci saranno sempre più regole stringenti in nome della lotta all’evasione,
per chi invece muove flussi di denaro non tracciabili permane l’attuale poco trasparente status quo.
 

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