Macroeconomia Fine dell'euro: scenari possibili o ipotetici (2 lettori)

Comandante Gerard

Forumer storico
condivido molto di quello che hai scritto.un punto di domanda,la posizione americana? vogliono l'esistenza dell'Euro o no?naturalmente se l'euro e forte guadagnano loro con l'esportazione e un dollaro debole.ricordati che USA pensano solo ai loro interssi "America over all".il tuo parere sara molto gradito

Questa e' la domanda delle cento pistole.
Non credo ci sia una risposta sicura.
Certamente vi sono posizioni diverse su questo anche in USA.
Di sicuro e' in atto da tempo una spietata guerra valutaria, che e' servita agli americani a scaricare in Europa ,temporaneamente, i loro giganteschi problemi di debito e di bolle.
I fili comunque li tengono ancora loro, la stanza dei bottoni del capitalismo finanziario sta di la'.
E, cosa importantissima, sono ancora il piu' potente complesso militare-industriale del mondo, con cui tutti devono fare i conti, anche se l'era storica americana e' destinata inesorabilmente a finire, come quella dell'occidente ,come l'abbiamo inteso e concepito fino all'inizio di questo secolo, nel suo complesso.
Gli e' riuscito il giochino sull'euro, approfittando delle colossali mancanze di fondamenta della finta costruzione europea.
Può anche darsi che il giochino sia finito fuori controllo, così come totalmente fuori controllo sono i loro conti.
Oppure che sia quasi necessario per la loro sopravvivenza eliminare l'unica moneta dalla scena mondiale che stava oscurando il dollaro, sempre per tenere in piedi i loro conti fuori controllo e ribadire al mondo che solo il dollaro e' valuta di riferimento e di riserva, per poter continuare a stampare in quantita'..."America over all"...
Di sicuro prima delle elezioni americane di novembre l'euro non dovrebbe scomparire, su questo scommetterei, pero', l' abbiamo appena visto purtroppo, i terremoti non riesce a prevederli nessuno, e succedono anche in zone considerate fino a ieri a rischio zero...
 

ottimista 2011

forza magico torino
L'uscita dall'euro elude l'obbligo di rispetto dei trattati... visto che i trattati non prevedono l'uscita, una nazione che dovesse decidere di uscire farebbe saltare tutti i suoi trattati con gl'altri paesi comunitari.
Quindi a questo punto, rotto per rotto, lo stato potrebbe:
- Non onorare il rimborso di tutti i titoli detenuti all'estero, rispettando contemporaneamente al 100% il rimborso dei suoi titoli detenuti da investitori interni (in questo modo il paese non andrebbe in rovina poichè il denaro continuerebbe a circolare normalmente).
- Sequestrare tutti i titoli esteri detenuti da investitori interni (come buon esempio per il futuro, su come si devono ben investire i risparmi).
- Imporre dazi del 100% su tutti i ferrovecchi prodotti in germania.

In altre parole, la situazione verrebbe automaticamente risolta mandando affac**o gl'altri paesi comunitari (e in particolare la Germania) e pensando solo ai propri interessi interni... che poi, in modo differente, è la stessa cosa che sta facendo la Germania da 10 anni... ma nel rispetto dei trattati (scritti tutti da lei a proprio favore).
Visto che il debito estero è del 40%, l'abbattimento di questo 40% riporterebbe il rapporto debito/pil a livelli più che tollerabili
 

Comandante Gerard

Forumer storico
Oggi e' stata una giornata piuttosto interessante:
sorprendentemente la Francia sembra abbandonare il carro ispano - italico che viaggia a quote sempre piu' alte soprattutto di cds, più che di spread.
L'ora X si prospetta a breve, prima per la Spagna, che ha gli ispettori della troika che attendono in anticamera, a ruota per noi.
L'euro a due velocità c'è già da tempo.
Manca la certificazione ufficiale, poi questo capitolo si chiuderà una volta per tutte.
Riusciranno i nostri eroi a inventarsi ancora qualche alambicco... eurobond, project bond, stability bond,fondi esm salva banche...?
Può anche darsi di si, ma non si illuda nessuno, senza un vero progetto politico europeo, si prolungherà ancora l' agonia e nulla più .
Se non c'è quello, e non c'è, ne' si intravvede qualcosa di lontanamente simile, prima si esce dall'euro meglio sarà, e si faccia default solo sulla componente estera del debito...come ha ben detto ottimista...:D
 

policeman

Forumer storico
Oggi e' stata una giornata piuttosto interessante:
sorprendentemente la Francia sembra abbandonare il carro ispano - italico che viaggia a quote sempre piu' alte soprattutto di cds, più che di spread.
L'ora X si prospetta a breve, prima per la Spagna, che ha gli ispettori della troika che attendono in anticamera, a ruota per noi.
L'euro a due velocità c'è già da tempo.
Manca la certificazione ufficiale, poi questo capitolo si chiuderà una volta per tutte.
Riusciranno i nostri eroi a inventarsi ancora qualche alambicco... eurobond, project bond, stability bond,fondi esm salva banche...?
Può anche darsi di si, ma non si illuda nessuno, senza un vero progetto politico europeo, si prolungherà ancora l' agonia e nulla più .
Se non c'è quello, e non c'è, ne' si intravvede qualcosa di lontanamente simile, prima si esce dall'euro meglio sarà, e si faccia default solo sulla componente estera del debito...come ha ben detto ottimista...:D

ieri Obama ha mandato la palla al campo europeo dicendo che la causa di questa crisi e l'europa.dopo alcune ore Soros ha rincarato la dose dicendo che l'Euro si disintegra se non si trova una soluzione entro 90 giorni.
 

Comandante Gerard

Forumer storico
Ieri sera la trasmissione L'infedele su La7, primo e unico programma finora , è stata interamente dedicata ad affrontare il tabu' dell' uscita dall'euro, parlandone apertamente e pubblicamente.

C'era tra gli ospiti anche l'economista Paolo Savona (piccolo dettaglio: Presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi) che sostiene da tempo tranquillamente la necessità di prepararsi a quest'evento, che non sarebbe poi così catastrofico come si vuol fare a tutti i costi credere, ma invece preferibile se l'alternativa dovesse essere quella ,già in atto, del lento, inesorabile e indefinito declino col progressivo impoverimento e perdita di tutte le ricchezze che ancora ha il nostro belpaese...
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Posto una sua intervista tratta da qui: FINANZA/ Savona: Italia, ora conviene uscire dall


Il 17 giugno i cittadini greci torneranno alle urne: ieri è stata ufficializzata la data delle nuove elezioni che arriveranno a poco più di un mese dalle precedenti. I timori che possano uscirne rafforzati i partiti che intendono ridiscutere i tagli e l’austerità imposti dall’Europa crescono. Così come le possibilità che Atene abbandoni l’euro, nonostante i leader europei, da Angela Merkel, a Francois Hollande, fino al presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, continuino a dichiarare come loro obiettivo quello di tenere la Grecia dentro l’unione monetaria. Abbiamo chiesto a Paolo Savona, economista e Presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi, di aiutarci a decifrare questa difficile situazione.

Tenendo anche conto delle ultime votazioni europee, con l’elezione di Francois Hollande che ha già incontrato Angela Merkel, c’è secondo lei la possibilità di far uscire l’Europa dalla crisi? A quali condizioni?

Le possibilità che sia l’Europa a trovare la via di uscita sono minime. Può però renderla meno difficile se autorizza la Banca europea per gli investimenti (Bei) a emettere project bond per lanciare un piano di investimenti infrastrutturali. Bisogna però aumentare il capitale della Bei e questo comporta per l’Italia un esborso di 10 miliardi euro. L’Ue deve autorizzare a non considerare questo esborso un aumento del deficit di bilancio, ma l’accensione di un attivo di bilancio, data la solvibilità della Bei.

Negli ultimi giorni si è tornati a parlare di un’uscita della Grecia dall’euro. La ritiene un’ipotesi plausibile?

La ritengo possibile, ma non probabile, perché la Germania è il Paese che beneficia di più dell’euro, dato che non è costretta a rivalutare la sua moneta nonostante un surplus di bilancia estera superiore a quello della Cina, e quindi, se intende tutelare i suoi interessi, deve aiutare la Grecia. Salvo non valuti che l’uscita della Grecia non abbia effetti sulla tenuta dell’euro. Se ci provassimo sarebbe un bel test per tutti, Italia compresa.

Si dice che i Trattati non prevedano l’opzione dell’uscita di un Paese dall’euro. Se è così come farebbe la Grecia a tornare alla propria moneta nazionale?


I Trattati internazionali possono essere sempre revocati, anche se non lo prevedono. Gli Stati Uniti uscirono dall’Accordo di Bretton Woods che avevano creato e che aveva dato all’Occidente uno sviluppo eccezionale. Eppure lo fecero per liberarsi dell’obbligo di convertire il dollaro in oro. Fu un default vero e proprio che il mondo “ha perdonato troppo in fretta”, come ha perdonato troppo in fretta la Germania.

All’Italia converrebbe uscire dall’euro?

Se l’Ue non modifica le condizioni di operatività della Banca centrale europea, allargando le sue competenze ai titoli di Stato e al rapporto di cambio e assegnando a essa il compito di collaborare per lo sviluppo (tutte cose che già sta facendo, ma per iniziativa del suo vertice, non per dovere statutario!), e non decide una politica compensativa per le aree svantaggiate dalla natura non ottimale dell’eurozona, allora conviene uscire dall’euro. Ma ciò deve avvenire preparandosi a farlo, altrimenti i danni sarebbero incalcolabili. Invece, si persiste nel rifiuto di solo parlarne e, quindi, potremmo essere costretti a farlo, non a farlo su nostra iniziativa potendone governare il processo.

Se i benefici di un’uscita dall’euro per l’Italia fossero maggiori dei costi, quanto tempo ci vorrebbe perché i primi superino i secondi?

La scelta sarebbe in ogni caso di lungo periodo. L’alternativa è tra pagare i costi un pezzo all’anno, con conseguenze sociali e politiche gravi, oppure pagarli in una sola volta e trovarsi in tre-cinque anni in una situazione migliore. Il vantaggio sarebbe per le esportazioni e il costo sarebbe l’inflazione. Lo Stato dovrebbe cedere risorse ai privati, tagliando le spese.

Quali sarebbero i passaggi che ci porterebbero dall’euro alla lira?

Se si riferisce ai passaggi tecnici, i più importanti sono il tasso di conversione dall’euro alla nuova lira e la ridefinizione del valore dei titoli di Stato in circolazione. A seguire ci sarebbe la definizione della nostra posizione nell’area non-euro del mercato comune. Il passaggio politico richiede invece un decreto legge, da convertire in Parlamento.

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hog

Guest
La seguente è una mia opinione del tutto personale.
Che un paese come la Grecia possa uscire dall'euro ci può anche stare. Che ci possa essere uno sfaldamento dell'area euro secondo me non è credibile e sono convinto che i poteri forti non lo permetterebbero.
Io sono stato infuenzato dalla lettura del libro "I tre imperi" e non credo che l'Europa andrà allo scatafascio così facilmente...
http://www.paragkhanna.com/Khanna - Corriere della Sera.pdf
 

tommy271

Forumer storico
La seguente è una mia opinione del tutto personale.
Che un paese come la Grecia possa uscire dall'euro ci può anche stare. Che ci possa essere uno sfaldamento dell'area euro secondo me non è credibile e sono convinto che i poteri forti non lo permetterebbero.
Io sono stato infuenzato dalla lettura del libro "I tre imperi" e non credo che l'Europa andrà allo scatafascio così facilmente...
http://www.paragkhanna.com/Khanna%20-%20Corriere%20della%20Sera.pdf

Premetto che non ho letto il libro (ho letto solo la recensione che hai postato). Vagamente mi ricorda la "Teoria dei Tre mondi" che ha guidato la politica estera cinese sino agli anni '90.

Divisioni molto algebriche (i tre mondi) dove fatico a collocare i grossi blocchi espressi da America Latina, Russia e paesi arabi/mussulmani.

OK, va bene primo, secondo e terzo mondo ... ma non vedo bene Russia, India e Giappone fagocitati dalla Cina. Come pure non vedo l'Europa alternativa agli USA.

Io vedrei una forza emergente multipolare, espressione di diversi centri di forza economica e regionale. Dunque non più un governo su un asse bipolare (peraltro scomparso) ma nemmeno tripolare con queste ipotizzate divisioni d'area.
 

hog

Guest
Premetto che non ho letto il libro (ho letto solo la recensione che hai postato). Vagamente mi ricorda la "Teoria dei Tre mondi" che ha guidato la politica estera cinese sino agli anni '90.

Divisioni molto algebriche (i tre mondi) dove fatico a collocare i grossi blocchi espressi da America Latina, Russia e paesi arabi/mussulmani.

OK, va bene primo, secondo e terzo mondo ... ma non vedo bene Russia, India e Giappone fagocitati dalla Cina. Come pure non vedo l'Europa alternativa agli USA.

Io vedrei una forza emergente multipolare, espressione di diversi centri di forza economica e regionale. Dunque non più un governo su un asse bipolare (peraltro scomparso) ma nemmeno tripolare con queste ipotizzate divisioni d'area.

Il libro che ho citato mi è piaciuto perché è un efficace escursus su tutti i paesi del mondo con descrizione dei fatti principali della loro storia.
Quanto all'interpretazione geopolitica... convengo con te sul fatto che esistono varie potenze regionali.... ma poi ci deve essere un polo attrattore. E nell'interpretazione dell'autore sono/saranno appunto USA, UE, Cina.
Considerando i trend demografici e le potenze nucleari, in effetti mi ha sorpreso che si parli di Cina più che di Cindia. L'India sicuramente è un paese democratico, a differenza della Cina, ma la Cina da parte sua ha il vantaggio di essere, diciamo, una dittatura "illuminata" (... e con i piani quinquennali di sicuro ha avuto più successo dell' URSS).
Ecco una notizia fresca.... tanto per fare un esempio:
http://www.agi.it/research-e-svilup...one_civile_settanta_nuovi_aeroporti_in_3_anni
 

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