Milano: indagato Massimo Caputi, ex numero uno di Sviluppo Italia
Il giallo della busta con 45 mila euro
Una cameriera l'ha trovata, dimenticata all'hotel di via Cusani: così è partita l’inchiesta su un manager
MILANO— Mai dimenticare una busta in hotel. Specialmente se, dentro, ci sono 45.000 euro in contanti. Magari una cameriera la trova e il direttore dell’hotel di via Cusani a Milano chiama i carabinieri. Magari la Procura, insospettita dal fatto che a scordare la busta gonfia di banconote sia l’amministratore di una società che gestisce fondi immobiliari per un patrimonio di oltre 1,7 miliardi, lo indaga per l’ipotesi di riciclaggio, che consente intercettazioni. E magari al telefono capita d’ascoltare che il tal fondo immobiliare, quotato in Borsa, sarebbe «in default di cassa», benché in Borsa nessuno lo dica ai risparmiatori.
E’ così che per le ipotesi di reato di riciclaggio, di aggiotaggio, e di ostacolo all’attività di controllo di Consob e Bankitalia «fino a giugno 2009», si ritrova indagato Massimo Caputi, ex n.1 di Sviluppo Italia e oggi amministratore delegato di Zero sgr e di Fimit, società di gestione del risparmio (sgr) di cui sono soci gli enti previdenziali Inpdap, Enasarco, Enpals e Inarcassa, e che gestisce tre fondi immobiliari quotati in Borsa (Alpha, Beta e Delta) e altri riservati a investitori qualificati (Gamma, Sigma, Omicron Plus, Theta, Eta, Tau, Omega, Omicron Sviluppo e Senior). Per la difesa, i 45.000 euro scordati nella camera 302 dell’hotel il 7 maggio 2008 erano solo la liquidità necessaria a Caputi per pagare i fattori che gli curano una tenuta agricola nel Centro Italia. Ma più delicato è ormai il resto dell’inchiesta, tutto ancora da tarare perché fondato su mesi di intercettazioni, dove per definizione il gergo del parlato o il tono stesso della voce possono trasmettere impressioni suggestive ma magari smentite dalle carte ora acquisite dal pm Luigi Orsi in una perquisizione.
L’ha motivata il fatto che dagli ascolti «emerga che il fondo Alpha presenterebbe un forte default di cassa, cosa ripetutamente affermata dai responsabili dell’ufficio legale e del settore finanza di Fimit parlando con diversi interlocutori, criticità che lo stesso Caputi afferma di conoscere». In «situazione parimenti critica verserebbe il fondo Beta, se è vero ciò che Caputi riferisce all’immobiliarista Alfio Marchini » ( il fondo Beta va in closing nel 2009...signori guardate qui se continuiamo così noi andiamo in default ), o quanto risponde a chi gli chiede a che punto sia su Beta ( nessun punto...nel senso che stiamo tentando disperatamente di vendere gli immobili... ). Pure il fondo Delta pare, «contravvenendo alle regole, aver investito troppo in un unico cespite». Il fondo Gamma «risulta particolarmente indebitato, se è vero » ciò che «il direttore strategia e sviluppo di Fimit» dice all’ufficio legale ( Gamma non c’ha i soldi ).
E anche in Zero sgr, controllata tramite Feidos spa, «il Fondo Due pare mostrare una criticità dovuta a un eccessivo indebitamento verso Banca Intesa», e alla serie di giochetti e casini inenarrabili che Caputi al telefono attribuisce al manager Giulio Malfatto. Eppure, in base ai comunicati ufficiali emessi da Fimit, «non risulta che alcuno dei fondi gestiti sia in default o presenti le rilevate anomalie», anzi il gruppo ribadisce supersolidità, scarso indebitamento, e leva inferiore al 30%. Credere ai comunicati o alle intercettazioni? «E’ doveroso verificare — è allora la motivazione della perquisizione eseguita in gran segreto giorni fa dalla Guardia di Finanza — se la gestione dei fondi immobiliari sia rispettosa degli interessi patrimoniali degli investitori, e soprattutto se le comunicazioni delle sue società al mercato e alle Autorità di vigilanza siano improntata a compiutezza, trasparenza e tempestività», oppure siano «non rispettosa della reale situazione dei fondi».