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In pratica, un portafoglio per il 2023 costruito oggi da zero dovrebbe partire con una forte esposizione all’obbligazionario di buona qualità, da sostituire lentamente e gradualmente con azionario nel corso dell’anno, in particolare nella seconda metà.
Io non mi sono mai occupato di obbligazionario, però ho comperato
Btp decennali (adesso il rendimento lordo è al 4,45%, più o meno).
L'idea è che l'accordo sul
price cap del gas possa essere un potente elemento deflattivo: i tassi di interesse, dunque, dovrebbero scendere (o, comunque, non dovrebbero salire ancora di molto) e, quindi, i titoli obbligazionari dovrebbero recuperare valore.
W = valore di un cespite
R = rendimento
i = tasso di interesse
W = R/i
Il valore di un cespite patrimoniale è dato dal suo rendimento diviso il tasso di interesse.
Per le azioni R è variabile, mentre nelle obbligazioni R è costante (R = k).
Per i Btp, dunque, vale la formula W = k/i
Il valore di un Btp è inversamente proporzionale al livello dei tassi di interesse: se i tassi salgono, il valore del Btp scende (e viceversa).
L'idea è che, con lo stabilizzarsi dell'inflazione in seguito all'accordo sul
price cap del gas, non vi sia più un'urgente necessità di alzare i tassi di interesse.
Spero di non aver scritto troppe stupidaggini.